Dal 1864 a oggi, tutti i dati di MeteoSvizzera online: «Valore aggiunto per tutta la società»

Una «nuova era». Così MeteoSvizzera ha descritto la messa a disposizione del pubblico della sua enorme raccolta di dati meteorologici e climatici, raccolti dal 1864 a oggi. Annunciato in conferenza stampa a Zurigo – nel contesto dell’Open Government Data (OGD), progetto della Confederazione che concederà il libero accesso a tutti i dati amministrativi non protetti per legge –, la misura prevede la progressiva pubblicazione di dati meteorologici e climatici raccolti dall'Ufficio federale di meteorologia e climatologia su tutto l'arco della sua esistenza.
L'obiettivo, hanno fatto sapere i vertici di MeteoSvizzera riuniti a Zurigo, non è solamente quello di promuovere progetti innovativi, ma anche quello di aiutare enti pubblici e settori economici (da quello energetico a quello assicurativo), insieme alla popolazione, «a prendere le giuste decisioni».
Con Marco Gaia, capo del settore Previsioni e consulenze di MeteoSvizzera, abbiamo parlato delle novità.
Dati gratuiti per tutti
Ogni giorno, la strumentazione di MeteoSvizzera produce oltre un miliardo di dati di previsione. Numero, questo, che rende l'idea del tesoro di informazioni che l'Ufficio di meteorologia si appresta a mettere online, gradualmente e gratuitamente. «La nostra società, per quanto molto tecnologizzata, è estremamente fragile sotto certi punti di vista: e uno di questi è la nostra dipendenza dalle condizioni metereologiche e climatiche. Anche nel 2025, quasi tutti i settori, che sia evidente o meno ai nostri occhi, usano i dati meteorologici e climatici per pianificare e prendere decisioni». Finora, ci spiega Gaia, «la base legale che regolava l'attività dell'Ufficio federale di meteorologia e climatologia prevedeva l'obbligo, per chi volesse utilizzare i nostri dati, il pagamento di emolumenti che – ci siamo accorti – frenava il numero di richieste».
Non più. Disponibile gratuitamente (e già da un paio di settimane, prima dell'annuncio ufficiale), la piattaforma che permette l'accessp ai dati di MeteoSvizzera ha già stimolato l'interesse di tanti attori diversi: «Uffici di ingegneria, start-up, e altri enti e gruppi con tante idee hanno iniziato a scaricare i nostri dati e a utilizzarli per applicazioni che noi, come MeteoSvizzera, non avremmo mai potuto sviluppare».
In inglese si dice sharing is caring: condividere equivale a prendersi cura. E MeteoSvizzera è ben contenta di condividere dati che possono aiutare, a più livelli, la società. «Da 15 anni, almeno, puntavamo proprio a questo: la liberalizzazione dei dati. Mancava, però la base legale. Ora che le norme sono state adattate, siamo estremamente felici di poter compiere questo passo, la pubblicazione di tutta la nostra raccolta».
Usi e abusi
L'apertura totale permetterà al grande pubblico di farsi un'idea della mole di informazioni che passa da Locarno-Monti e dalle altre stazioni della Svizzera. «Anche i singoli cittadini potranno avvicinarsi ai dati e scaricarli, anche se probabilmente si tratterà di una percentuale minoritaria degli utenti della piattaforma». Insomma, a interfacciarsi con i dati di MeteoSvizzera saranno perlopiù dei professionisti. E per i media la novità rappresenta un incentivo: «Al settore accademico e a quello giornalistico i dati venivano forniti gratuitamente anche con la vecchia base legale, ma era necessario fare richiesta a MeteoSvizzera». Ora l'accesso è molto più diretto: «Abbiamo fatto tesoro dell'esperienza delle altre nazioni, studiando approcci che rendano molto semplice l'utilizzo della nostra raccolta. I media che vorranno approfondire tematiche meteorologiche e climatologiche potranno farlo con maggior facilità in futuro».
In un certo senso, la mossa rappresenta anche un gesto di fede da parte dell'Ufficio federale di meteorologia e climatologia: «È chiaro che mettendo a disposizione i nostri materiali, ci esponiamo ad alcuni rischi: qualche malintenzionato potrebbe abusare dei dati e interpretarli a modo proprio». Il gioco, tuttavia, vale la candela. «La nostra esperienza e le osservazioni compiute dai servizi di altre nazioni (che prima di noi hanno pubblicato le proprie raccolte) mostrano che i dati vengono generalmente utilizzati in modo corretto da persone competenti, e che creano un valore aggiunto per la società».
La collaborazione
Il progetto è stato reso possibile grazie a una stretta cooperazione fra Uffici federali. Gran parte dei dati di MeteoSvizzera liberamente accessibili (come quelli delle stazioni al suolo) sono infatti messi a disposizione attraverso l’Infrastruttura federale dei dati geografici (IFDG), gestita da swisstopo. È l'Ufficio federale di topografia, insomma, a garantire l'architettura tecnica e il funzionamento della piattaforma di MeteoSvizzera: «Si tratta di una collaborazione fondamentale che ci permette di risparmiare risorse affidandoci alle competenze informatiche sviluppate negli anni da swisstopo. È, insomma, una storia di successo che mostra come, quando si lavora insieme, si può ottenere ben più della somma delle parti».
Il rapporto con la tecnologia
Si avvicina, intanto, il primo anniversario dal lancio di ICON, il nuovo modello meteorologico climatico usato da MeteoSvizzera da fine giugno 2024. «In questo anno ICON è diventato il modello di riferimento per tutte le previsioni numeriche calcolate a MeteoSvizzera e si è dimostrato all'altezza delle aspettative. Non è perfetto e abbiamo già notato, nell'applicazione giornaliera, alcuni ambiti in cui si potranno apportare dei miglioramenti. Rispetto tuttavia al modello precedente, è indubbio che la qualità delle previsioni numeriche è andata migliorando». Un altro esempio, insieme alla nuova biblioteca dati messa a disposizione dall'Ufficio federale, di come la meteorologia sia in grado di fornire servizi sempre più elaborati attraverso gli sviluppi tecnologici: «La meteorologia segue l'evoluzione della società ed è soggetta alle sue "desiderata": è inevitabile che anche questo settore vada verso una progressiva digitalizzazione».
Ma la strada che collega il mondo delle previsioni a quello informatico procede in due sensi: «Fra i dati che metteremo presto a disposizione del pubblico, ci sono quelli dei radar meteorologici. Giornalmente, ora, riceviamo richieste da aziende che, per allenare i propri modelli basati su intelligenze artificiali, vorrebbero utilizzare proprio questi dati d'archivio. Domande che anni fa non arrivavano ai nostri uffici, ma che ora stiamo cercando di soddisfare. È un dare per avere: grazie allo sviluppo tecnico scientifico i sistemi di previsione hanno fatto passi da gigante: ora possiamo mettere a disposizione dei dati che permettono alla nostra società, in tutte le sue sfaccettature, di approfittare veramente di questi miglioramenti».