Meteo

Così MeteoSvizzera ci darà previsioni più precise e affidabili

Lanciato il nuovo modello meteorologico climatico ICON – Marco Gaia: «Un grande passo avanti che ci permetterà di descrivere meglio, in particolare, i fenomeni meteorologici sui rilievi alpini»
Giacomo Butti
25.06.2024 19:07

Pioggia, neve, grandine, nebbia, vento. Sono solo alcuni dei numerosissimi fenomeni naturali che la meteorologia deve, ogni giorno, studiare. E ancor più folta è la lista di variabili che li determinano: non stupisce, allora, che – nonostante tutto l'impegno – qualche volta i servizi meteo non ci azzecchino. Si tratta, del resto di previsioni. E le previsioni, per definizione, dipingono scenari probabili, non certezze. Per avvicinarsi il più possibile a un'irraggiungibile perfezione, dunque, la strada è una sola: migliorare ciclicamente, grazie a nuove tecnologie e conoscenze, gli strumenti a nostra disposizione. È in quest'ottica che, da anni, MeteoSvizzera lavora alla creazione di un nuovo modello meteorologico, ICON, che — reso operativo per i servizi di previsione già il 28 maggio – è ora visibile anche agli utenti sull'app per smartphone e tablet.

Ma che cosa cambierà esattamente, nelle previsioni meteo che scandiscono la vita di ticinesi e svizzeri? Ne abbiamo parlato con Marco Gaia, capo del settore Previsioni e consulenze di MeteoSvizzera.

Questione di forme

COSMO. È questo il nome del software che, da un ventennio a questa parte, permette all'Ufficio federale di meteorologia e climatologia di svolgere il proprio incarico. Ma nei prossimi giorni andrà definitivamente in pensione per fare spazio all'Icosahedral Nonhydrostatic Weather and Climate Model: ICON. Quest'ultimo, ci spiega Gaia, «è un modello numerico di nuova concezione. Come COSMO, è stato pensato per simulare ciò che succede nell'atmosfera, ma con vent'anni di conoscenze scientifiche in più». Progressi evidenti soprattutto nel modo in cui il modello concepisce l'orografia del paesaggio svizzero. «Per riprodurre quanto avviene nell'atmosfera, i nostri sistemi la suddividono in tante piccole porzioni. COSMO utilizzava una griglia composta da forme a base quadrata, mentre ICON usa i triangoli. Questi ci permettono di descrivere i rilievi di montagne e vallate in modo più preciso». Grazie al cambiamento, paragonabile per certi versi a un aumento di risoluzione, «tutti i fenomeni che sono influenzati dall'interazione con questi rilievi – vento, precipitazioni nevose, nebbia e così via – sono meglio descrivibili. Ci aspettiamo, dunque, in futuro, di migliorare in modo considerevole le nostre previsioni in relazione a questi aspetti tipici e importanti della regione alpina».

Ma non è solo la geometria a dettare il passo avanti. Sviluppato negli anni Novanta, COSMO «era stato pensato per funzionare sui supercalcolatori dell'epoca». Un altro mondo, decisamente, rispetto alla forza computazionale a nostra disposizione oggi. «ICON è stato ottimizzato per funzionare con tecnologia di ultimissima generazione. Sono tanti gli aspetti che, dietro le quinte, contribuiranno ad aumentare l'affidabilità delle nostre previsioni».

Attenzione, però. Parliamo, sempre, di probabilità: le previsioni non diventeranno, improvvisamente, infallibili. «Più che di "rivoluzione", preferiamo parlare di "evoluzione". Il passaggio da COSMO a ICON è stato come cambiare il motore a un'auto in corsa. A questo punto saremmo ben contenti, quindi, se gli utenti non si fossero accorti di nulla: vorrebbe dire che il cambiamento è avvenuto senza scossoni». Poi, ci sarà tutto il tempo per rodaggio e accelerazioni. «Chiuso un progetto, se ne apre un altro e gli sviluppi futuri ci permetteranno di migliorare gradualmente, come da attesa, le previsioni per i nostri utenti».

Eventi estremi

Nel presentare, in conferenza stampa, il nuovo modello, il direttore di MeteoSvizzera Christof Appenzeller ha affermato: «Le previsioni meteorologiche sono la base per salvare vite umane». La mente, è inevitabile, corre alla recentissima tragedia in Mesolcina. ICON sarà in grado di elaborare con più precisione i rischi dettati da eventi meteorologici estremi? O i disastri come quello avvenuto venerdì nella zona di Lostallo rimarranno nell'imprevedibile? «La scorsa settimana ICON era già a nostra disposizione, e lo abbiamo usato per confermare quanto già previsto da COSMO: che venerdì, cioè, ci sarebbero stati gli ingredienti generali per una situazione meteorologica intensa dal punto di vista temporalesco. Questo è ciò che lo stato dell'arte ci permette di fare oggi», ci spiega Gaia. «A corto termine, poi, ci è possibile restringere un po' la zona, ma siamo ancora molto lontani dal poter indicare il punto in cui si abbatterà, esattamente, il temporale». Va detto, evidenzia poi il capo del settore Previsioni e consulenze, che «tragici eventi come quello della Mesolcina sono il risultato di una catena di elementi di cui la pioggia è solo l'innesco. Bastano 500 metri di differenza nella posizione della cellula temporalesca – la distribuzione di un acquazzone su due vallette invece che in un solo bacino – per cambiare l'esito della perturbazione. L'allerta che noi diamo non deve essere confusa con quella per un'eventuale colata detritica, si tratta di cose diverse». 

UE e Ticino

Nato grazie ad ampie collaborazioni nazionali e internazionali, ICON potrebbe trarre beneficio da progetti paralleli in fase di studio a livello europeo. Progetti come Deastination Earth (DestinE), un piano sviluppato dalla Comunità europea che punta a simulare «oltre alla meteorologia, le varie interazioni ambientali. Si tratta di un programma con tutte le carte in regola per rivoluzionare il modo con cui, nel giro di un paio d'anni si faranno le previsioni del tempo. Purtroppo noi svizzeri non possiamo al momento partecipare al progetto: la speranza è che il blocco alle collaborazioni venga presto levato. In ogni caso, per non restare fermi al palo, abbiamo sviluppato un'iniziativa simile, GLORI-A, che ci permetterà di rimetterci al passo rapidamente nel caso di integrazione nei progetti europei».

Intanto, va detto, ICON poggerà anche e soprattutto su spalle ticinesi. Il supercalcolatore che, nel prossimo ventennio, permetterà a MeteoSvizzera di portare la meteorologia nelle case svizzere, si trova infatti a Lugano, al Centro svizzero di calcolo scientifico (CSCS). «Gestire questa strumentazione richiede, sì, conoscenze di meteorologia, ma anche informatiche. Per queste competenze ci affidiamo da oltre un decennio al CSCS». Una bella joint venture, conclude Gaia, per il prestigio del nostro territorio, che permette di «proporre previsioni "Made in Ticino"».

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