«L'accordo con l'Unione europea è come il giuramento del Grütli»

L'accordo con l'Unione europea messo in consultazione venerdì dal governo è come il giuramento del Grütli, un'alleanza in tempi difficili: lo sostiene il consigliere federale Beat Jans.
«Il Consiglio federale è molto soddisfatto dei risultati ottenuti dal team negoziale», afferma il capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) in un'intervista pubblicata oggi dal SonntagsBlick. «L'esito dei negoziati rafforza la nostra sicurezza, ad esempio nel settore energetico, promuove il commercio e quindi la nostra prosperità. E rafforza anche la nostra sovranità: i diritti democratici rimangono intatti. Sicurezza, sovranità, prosperità: cosa si può volere di più?».
«L'accesso al mercato unico dell'UE ci ha portato prosperità», asserisce l'esponente socialista. «Con questo trattato, possiamo essere certi che sarà così anche in futuro. Grazie al pacchetto ci assicuriamo la chiave per accedere al mercato dell'Unione europea. Secondo i nostri studi, ciascun svizzero riceverà in media 2500 franchi svizzeri in più all'anno».
«Il pacchetto di trattati dell'UE è come il giuramento di Grütli: una promessa reciproca in tempi difficili, con partner che vogliono andare avanti insieme», argomenta il 60enne facendo riferimento al patto del 1291 stipulato fra le tre comunità di Uri, Svitto e Untervaldo in funzione anti-imperiale.
Ma parlare del Grütli - chiede il giornalista del domenicale - non significa provocare l'UDC? «Non è questo il mio obiettivo», risponde l'intervistato. «L'obiettivo del Consiglio federale è ricercare il meglio per la nostra popolazione, soprattutto per le generazioni future. Ogni giorno vediamo nei media quanto il mondo sia diventato insicuro. Per questo è ancora più importante lavorare insieme a partner che la pensano allo stesso modo».
«Il presidente americano Donald Trump privilegia il potere, il Consiglio federale l'affidabilità», osserva l'ex consigliere di stato basilese. «Quando il diritto e l'affidabilità non giocano alcun ruolo, si alimentano incertezza e paura. L'UE è di gran lunga il più importante partner commerciale della Svizzera, motivo per cui relazioni stabili, giuridicamente sicure e affidabili sono fondamentali per noi. L'Unione europea rappresenta valori come la democrazia, la certezza del diritto e l'affidabilità».
«Abbiamo ottenuto una clausola di salvaguardia molto più efficace di quella attuale», prosegue il laureato in scienze ambientali. «Possiamo limitare l'immigrazione senza perdere l'accesso al mercato unico dell'Ue. Si tratta di un grande successo negoziale che un anno fa non sembrava possibile. Il nostro capo negoziatore Patric Franzen sarebbe nominato cavaliere in Inghilterra per questo: lui e l'intera delegazione negoziale hanno fatto un lavoro eccellente. Ma la nostra Costituzione non lo permette».
Sbagliato, secondo il ministro di giustizia, è sostenere che la Confederazione si sottomette a giudici stranieri. «È vero il contrario. Abbiamo concordato come risolvere una controversia: noi abbiamo il nostro giudice presso il tribunale arbitrale, l'UE ha il suo. Insieme, i due scelgono un terzo. Siamo un partner forte e sovrano, su un piano di parità con l'UE».
La gente ha però paura di una Svizzera da 10 milioni di abitanti, puntualizza il cronista. «Il Consiglio federale prende sul serio questi timori», replica Jans. «L'importante è che le persone arrivino da noi perché abbiamo bisogno di dottoresse nei nostri ospedali, perché le nostre aziende hanno bisogno di dipendenti e così via. Ma se la crescita demografica porta a dei problemi, lo prendiamo sul serio. Il Consiglio federale si concentra su una politica orientata alla soluzione. L'iniziativa popolare dei 10 milioni di abitanti, invece, non risolve alcun problema, ne crea solo di nuovi», conclude.