Il caso

Robert Francis Prevost e le riprensioni ai prelati svizzeri per il modo con cui avevano gestito i casi di abusi sessuali

In una lettera inviata l’ottobre scorso alla Conferenza dei vescovi svizzeri si affermava che non erano emerse prove di reati punibili, insabbiamento, negligenze o errori tali da richiedere l’avvio di un procedimento penale interno alla Chiesa
©ETTORE FERRARI
Red. Confederazione
08.05.2025 21:49

Il nome di Robert Francis Prevost è già apparso nelle cronache recenti che riguardano la Chiesa svizzera. Il Dicastero per i vescovi, di cui Prevost era prefetto, aveva emesso riprensioni canoniche nei confronti di vari prelati elvetici per il modo con cui avevano gestito casi di abusi sessuali. In una lettera inviata l’ottobre scorso alla Conferenza dei vescovi svizzeri si affermava che non erano emerse prove di reati punibili, insabbiamento, negligenze o errori tali da richiedere l’avvio di un procedimento penale interno alla Chiesa.

Si diceva, comunque, che le procedure previste dal diritto canonico non erano state adeguatamente seguite. In dicembre, il vescovo di Friburgo aveva messo in rete lo scritto trasmessogli da Prevost, nel quale gli veniva rimproverato di non aver sempre rispettato le procedure formali d’inchiesta preliminare canonica, ma si rilevavano anche l’assenza di qualsiasi occultamento e la vicinanza alle vittime.

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