Terrorismo jihadista, «simpatizzanti giovani adulti e persino minori»

La campagna propagandistica internazionale lanciata dallo Stato islamico all’inizio del 2024 e diversi attentati che hanno avuto copertura mediatica hanno conferito nuovo slancio al movimento jihadista. Tale propaganda ha agevolato la nascita di reti di simpatizzanti in Svizzera favorendo soprattutto l’adesione di giovani adulti e persino di minori. È quanto comunica il Consiglio federale, che ha approvato il rapporto di valutazione annuale della situazione di minaccia (secondo l’articolo 70 della legge federale sulle attività informative).
Sebbene la Svizzera rimanga «relativamente sicura», il Governo rileva che dal 2022 lo è molto meno a seguito della forte polarizzazione del contesto in cui si trova con molteplici crisi e conflitti armati in Europa e ai suoi confini.
La minaccia terroristica
Nel nostro Paese la minaccia terroristica continua a essere elevata. L’attacco terroristico su vasta scala perpetrato da Hamas in Israele all’inizio di ottobre 2023 e i combattimenti che vi hanno fatto seguito hanno ulteriormente accentuato questa situazione. Le attività propagandistiche portate avanti dallo Stato islamico in particolare hanno agevolato la nascita di reti di simpatizzanti, favorendo soprattutto l’adesione di giovani adulti e persino di minori. Lo scenario più probabile in Svizzera rimane quello di atti di violenza spontanei commessi da autori isolati o da piccoli gruppi di matrice jihadista e che utilizzano mezzi semplici, precisa il Consiglio federale. Tuttavia anche i grandi eventi e le grandi manifestazioni pubbliche per i jihadisti rappresentano occasioni per compiere attentati, in Svizzera come altrove.
Estremismo violento e spionaggio
Per quanto riguarda l’estremismo violento, c’è un rischio crescente che ambienti legati all’estremismo violento di sinistra ricorrano ad atti di violenza mirati rivolti contro individui o che compiano attacchi terroristici in Europa e in Svizzera. La minaccia del terrorismo estremista di destra è in aumento in Europa e la Svizzera si è trovata più volte a fare i conti con persone giovanissime vicine a questi ambienti e pronte a commettere un atto terroristico. Anche le attività di spionaggio continuano a rappresentare una minaccia elevata. Attualmente è probabile che l’acquisizione di tecnologie di armamento e le relazioni tra la Svizzera, l’UE e la NATO siano di particolare interesse. «Nel mondo le reti di intelligence non sono utilizzate solo a scopo di spionaggio: alcune servono anche per acquistare illegalmente beni critici soggetti a sanzioni, per diffondere attività di disinformazione e di propaganda, per esercitare attività di influenza in modo clandestino o per preparare e mettere in atto rapimenti, atti di sabotaggio e attentati».
«Svizzera chiamata ad assumere una posizione politica»
Berna sottolinea infine che «la Russia continuerà per molto tempo a essere il principale fattore di insicurezza in Europa in un contesto in cui la visione di un’Unione europea indipendente dagli Stati Uniti e dalla NATO e autonoma a livello strategico rimane irrealizzabile in un’ottica di breve termine» A questo si aggiunge la situazione in Medio Oriente. «In un’epoca di transizione pericolosa e instabile, segnata dall’erosione dei principi fondamentali e vincolanti dell’ordine mondiale, la Svizzera si troverà a dover far fronte a crescenti pressioni politiche ed economiche, dovute in particolare alla tendenza verso la formazione di due sfere rivali nel mondo». Il Consiglio federale ritiene che il nostro Paese potrebbe quindi essere chiamato più spesso a fornire contributi di solidarietà e ad assumere una posizione politica.