Terzo binario, la prima commessa è ticinese

Lo sguardo è perennemente rivolto a San Gallo. Entro la fine dell’anno o, al più tardi, ad inizio 2026, è attesa la decisione del Tribunale amministrativo federale (TAF) sui due ricorsi inoltrati contro il via libera (datato fine gennaio 2024) dell’Ufficio federale dei trasporti alla realizzazione da oltre 200 milioni di franchi del terzo binario di Bellinzona. Le Ferrovie non si sbilanciano, ma da quello che abbiamo potuto appurare c’è ottimismo. Anche se, lo diciamo per completezza d’informazione, ci sarebbe poi ancora la possibilità di appellarsi al Tribunale federale. Ma questa sarà semmai musica del futuro. Per la mobilità dell’intero Ticino si tratta di un progetto fondamentale, tanto più che sarà impreziosito altresì dalla nuova fermata TiLo in piazza Indipendenza. Un ulteriore passo avanti, intanto, è appena stato fatto con l’aggiudicazione della commessa per le prestazioni della Direzione lavori (nella fattispecie i servizi di ingegneria). Il mandato è andato - per 7,9 milioni circa - al Consorzio Montebello di Lugano formato da tre imprese della Svizzera italiana con sede a Grono (Arx Group, già Pini Swiss Engineers), Locarno (Anastasi&Partners) e Giubiasco (Lombardi). La loro offerta è stata preferita alle altre due pervenute. Il cantiere inizierà nella primavera 2027 per concludersi, se non dovessero esserci altri intoppi, entro il 2031.

Mandato sino a fine 2034
Il consorzio scelto sa bene qual è la posta in gioco, avendo elaborato quasi un decennio fa il progetto definitivo, di pubblicazione e di appalto per le opere da impresario costruttore per il terzo binario e la fermata in piazza Indipendenza. Le referenze presentate dalle ditte hanno convinto le FFS. Il contratto avrà una durata di nove anni, da metà dicembre prossimo a fine 2034. La commessa non potrà essere prorogata. «La realizzazione di un binario supplementare tra Bellinzona e Giubiasco è l’ultimo tassello di una serie di lavori che aumentano la stabilità e la capacità della rete tra Castione e Giubiasco, adattando l’infrastruttura ferroviaria all’ampliamento dell’offerta regionale possibile grazie all’apertura di AlpTransit», specifica l’ex regia federale sulla pagina online dedicata all’importante opera. Il cui finanziamento, ricordiamo, sarà garantito dalla Confederazione (nell’ambito dei programmi di ampliamento dell’infrastruttura ferroviaria) e dal Cantone che contribuirà in minima parte alla nuova fermata di piazza Indipendenza.
La galleria sotto il castello
Alla pari dell’ampliamento a binario doppio Contone-Ponte Ticino-Tenero e alla nuova fermata a Minusio - entrambi già approvati - il terzo binario nella Turrita consentirà di introdurre dei treni ogni 15 minuti fra Bellinzona e Locarno. «La nuova fermata, da parte sua, porterà i viaggiatori direttamente nel cuore della capitale. Un progetto centrale per la mobilità futura», hanno più volte sottolineato le Ferrovie. La Città l’ha sempre ritenuto un progetto strategico nell’ambito delle infrastrutture per la mobilità (come i nodi intermodali alle stazioni di Bellinzona e di Giubiasco) e quale completamento del «Metrò Ticino» unitamente alla galleria di base del Monte Ceneri.
Ma non solo, come ci ha spiegato a più riprese negli scorsi anni il sindaco Mario Branda. Consentirà altresì la valorizzazione a livello urbanistico del comparto e del centro storico, favorendo i commerci. Secondo le stime fatte a suo tempo sono previsti circa 3.200 utenti al giorno alla fermata TiLo in piazza Indipendenza. Il terzo binario rispetta anche i requisiti Unesco, dato che quest’ultima opera verrà realizzata a sud del castello di Montebello (patrimonio mondiale dell’umanità da oltre un ventennio assieme agli altri due fortilizi e alla murata), sotto il quale verrà altresì ricavata una galleria di 300 metri.
Ben tre pubblicazioni
L’iter che porterà all’attesa realizzazione del terzo binario si è «inceppato» più volte. Il dossier è stato, ed è tuttora, delicato dal punto di vista ambientale e fonico. Sono state necessarie ben tre pubblicazioni (nel 2019, l’anno seguente e nel 2022), durante le quali sono state inoltrate decine di opposizioni. Le Ferrovie hanno dunque dovuto modificare più volte il progetto migliorandolo in quanto a radiazioni non ionizzanti, rumore e vibrazioni. Nella fattispecie si è trattato di limitare ulteriormente il baccano generato dal potenziamento infrastrutturale, come auspicato da Berna: 47 gli stabili sottoposti ad un frastuono ritenuto eccessivo.
