A destra ora la lista è completa
Piero Marchesi e Paolo Pamini per l’UDC, Norman Gobbi, Claudio Zali e Boris Bignasca per la Lega. È questo il quintetto della destra ticinese che, alle elezioni cantonali del due aprile 2023, correrà per il Consiglio di Stato.
Il Comitato cantonale dei democentristi, riunitosi questa sera a Bioggio, ha anch’esso approvato (all’unanimità) l’accordo elettorale con i «cugini» di via Monte Boglia. L’assemblea della Lega, ricordiamo, aveva a sua volta approvato l’intesa il 23 ottobre.
Lo stesso Comitato ha pure nominato i suoi due candidati, ossia, come visto, il consigliere nazionale Piero Marchesi e il deputato in Gran Consiglio Paolo Pamini. Escluso dalla corsa, quindi, l’altro candidato che si era messo a disposizione, il granconsigliere e municipale di Lugano Tiziano Galeazzi.
Che cosa prevede l’intesa?
È bastata una manciata di minuti, all’inizio della riunione, per giungere all’approvazione dell’accordo con la Lega. Un accordo – illustrato dal capogruppo in Gran Consiglio Sergio Morisoli – che prevede per le elezioni cantonali quanto segue: una lista unica in corsa per il Consiglio di Stato (con tre candidati leghisti e due UDC); due liste separate per la corsa al Gran Consiglio; una collaborazione tra i due partiti (pur mantenendo la propria autonomia), con incontri regolari tra i gruppi e i consiglieri di Stato eletti; un «codice di condotta» che impegna le parti a evitare attacchi personali o strumentali tra candidati (ed eletti) dei due partiti.
L’accordo, però, volge pure lo sguardo alle elezioni federali del 22 ottobre 2023. È infatti prevista una lista congiunta nella corsa per il Consiglio nazionale. Ma non solo – e questo è un punto saliente dell’intesa – è pure previsto che Lega e UDC presenteranno una lista unica per la Camera alta con il candidato uscente (ossia il presidente dell’UDC Marco Chiesa). Tuttavia, se uno dei due consiglieri di Stato uscenti della Lega (Gobbi o Zali) non venisse riconfermato, allora i due partiti «si ritroveranno a discutere su questo punto».
Per quanto riguarda le elezioni comunali del 2024, i due partiti, «pur lasciando piena autonomia alle sezioni locali», «auspicano la continuazione e l’intensificazione delle collaborazioni già in atto».
Le ambizioni
A questo punto, quindi, la campagna della destra ticinese è lanciata. E gli obiettivi, ha evidenziato Marchesi nel suo discorso iniziale, sono molto chiari: «Il vento è dalla nostra parte. Le ultime sei volte in cui abbiamo portato il popolo a votare abbiamo vinto. Siamo stati capaci, in questa legislatura, di profilare il partito e creare alleanze nel fronte borghese. Ecco perché uno degli obiettivi è aumentare la nostra presenza in Gran Consiglio». E l’altro obiettivo, chiaramente, è quello di «eleggere un membro dell’UDC in Governo. Crediamo di avere le persone che possono ambire a questo seggio». Ed è un obiettivo importante, ha proseguito, «perché se abbiamo dimostrato di fare bene in Parlamento e davanti al popolo, ora è importante essere più incisivi anche in Governo, avendo più chances di far passare le nostre proposte».
Inclusi ed esclusi
C’è voluto un po’ più di tempo (ma non troppo), per nominare i due candidati da mettere in lista. Dopo una breve presentazione dei tre ‘‘papabili’’, alla fine a spuntarla sono stati Marchesi e Pamini. Nel discorso di Galeazzi (il quale ha rimarcato di essersi messo a disposizione per portare la voce di un centro urbano importante come Lugano), il municipale ha comunque premesso che, in caso di esclusione, avrebbe preso la decisione con sportività: «Se non funziona, amici come prima. Anche perché dovremo far fronte a un’avversario rossoverde molto combattivo. Dobbiamo remare tutti nella stessa direzione».
Dal canto suo, Pamini nel suo discorso ha insistito sull’importanza di tessere alleanze sul fronte borghese, come fatto in questi anni in Gran Consiglio: «Perché sì, i primi a muovere le carte siamo sempre noi. Le vittorie, però, non sono solo nostre, bensì di un fronte comune di cui siamo parte integrante».
Più candidati che posti
E ora, per forza di cose, l’UDC guarda già alle liste per il Gran Consiglio, che saranno ratificate dal Comitato cantonale il 22 dicembre. E lo fa con una consapevolezza: a questo giro, trovare i candidati non sarà un problema, anzi. «Quattro anni fa, in questo periodo, avevamo una ventina di candidati. Oggi abbiamo più potenziali candidati che posti a disposizione», ha sottolineato Marchesi. Un segno «positivo», ha detto il presidente cantonale: «Significa che ci sono molte persone, in tutte le regioni del Cantone, che vogliono sostenere il partito».
Si farà a «sportellate»?
A questo punto, viene da chiedersi, alla luce delle ambizioni di Marchesi (contrastanti rispetto a quelle della Lega), che tipo di campagna quest’ultimo porterà avanti. Si farà ‘‘a sportellate’’ con la Lega per il posto in Governo? «In realtà abbiamo un obiettivo comune che è quello di conservare i due seggi in Consiglio di Stato – ci ha risposto Marchesi al termine del Comitato –. E questo si può fare solo con una lista combattiva e con candidati che ci credono. E io ci credo. Farò il possibile per essere eletto. Ma non vedo nessun problema. Siamo persone adulte e sappiamo confrontarci sui temi, senza necessariamente prenderci a spallate. Si può fare una buona campagna rispettandosi a titolo personale».