Acqua bollente a Monteceneri: nuovi tubi necessari o eccessivi?

Domenica 18 giugno i cittadini di Monteceneri sono chiamati alle urne per esprimersi sul referendum contro il credito di due milioni di franchi, difeso da Municipio e Consiglio comunale, per ammodernare ed estendere le condutture dell’acqua potabile. Ad opporvisi, i fautori della raccolta delle firme, forti di 650 sottoscrizioni.
Su che cosa si esprimeranno alle urne i cittadini di Monteceneri?
I cittadini del comune dovranno decidere se approvare o meno il credito di due milioni di franchi per il progetto di rinnovamento ed estensione delle condotte dell’acqua potabile vicino alla stazione di Rivera, sotto la strada cantonale. Nel suo messaggio, il Municipio spiega che il progetto nasce da un’opportunità: i lavori di pavimentazione stradale che il Dipartimento del territorio vorrebbe eseguire nel 2023 in qual tratto. Detta in altre parole: già che viene fatto uno scavo, verifichiamo se sono necessari altri interventi sotterranei. E la risposta, dopo un confronto con lo studio Lucchini & Canepa Ingegneria, che sta allestendo il piano per la rete idrica del Comune, è stata positiva: il sistema di tubazioni odierno nella zona va potenziato, in particolare con la posa di una nuova condotta fra lo Splash & Spa e via Roncaccio per avere più fluidità, uniformità di pressione e sicurezza. E questo secondo l’Esecutivo va fatto subito, perché l’asfalto posato dal Cantone non potrà essere toccato per i prossimi cinque anni.
Come si è arrivati al voto popolare?
Il credito era stato approvato all’unanimità sia dal Municipio che, lo scorso 14 dicembre, dal Consiglio comunale di Monteceneri. Nonostante il forte sostegno politico, a inizio febbraio un fronte di contrari, capitanati dall’ex municipale Gabriele Ghilardi, ha lanciato un referendum in quanto ritiene che l’opera sia troppo costosa e non necessaria. Le firme consegnate sono state 650:abbastanza per portare i cittadini alle urne. La campagna è stata intensa fin dalle prime battute, come ha dimostrato una serata pubblica tenutasi lo scorso 21 maggio al centro dellaProtezione civile a Rivera. In una sala gremita, favorevoli e contrari si sono confrontati in modo diretto e a tratti aspro (ma sempre rispettoso) e gli interventi dal pubblico sono stati numerosi. Il clima si è ulteriormente riscaldato lo scorso 9 giugno, quando il Municipio ha diffuso un comunicato di due pagine in cui contestava alcune argomentazioni dei referendisti, definendole inveritiere. E lo stesso avevano fatto proprio questi ultimi, in replica a un volantino inviato a tutti i fuochi dall’Esecutivo.
Quali sono, dunque, le argomentazioni dei contrari?
Per i referendisti, l’opera – che interesserà 1,2 chilometri di tubature, con una loro estensione di 560 metri – non è prioritaria e il suo costo è eccessivo: «Riteniamo che i nostri soldi vengano meglio impiegati nel rifacimento delle condotte giunte al termine della loro vita in tutti i quartieri di Monteceneri e non con la posa di una nuova condotta fine a sé stessa e per di più nel bel mezzo della strada cantonale». Insomma, a loro dire la condotta attuale serve bene la zona e ha dei tratti di condutture vecchi “appena” vent’anni. «Il Municipio – aveva affermato Ghilardi al Corriere del Ticino lo scorso febbraio – vuole questo intervento anche in previsione della realizzazione, in futuro, di un nuovo pozzo di captazione, ma non si può costruire una casa partendo dal tetto: non si sa ancora quando e dove verrà creato questo pozzo, e già si vuole investire in funzione di esso. Non dobbiamo farlo solo perché partono i lavori del Cantone: non pagano loro per il nostro progetto».
E quelle, favorevoli, del Municipio di Monteceneri?
Per l’Esecutivo, invece, l’opera è necessaria visto che l’offerta attuale «è sottodimensionata». Il Municipio ha inoltre smentito che il Piano di gestione dell’acquedotto – il documento in cui è sancita la necessità dell’opera – debba essere approvato da un’autorità: «Essendo le opere previste nel documento di esclusiva valenza comunale, queste non possono beneficiare di sussidi, né ora né mai». Infine, smentisce che la realizzazione di quest’opera porterà a un innalzamento delle tariffe per l’utenza: «Gli investimenti sono pianificati e ammortizzati». Al nostro giornale, il municipale responsabile del dossier, Nangbayadé Aharh, aveva affermato che aspettare sarebbe stato deleterio, e non solo per il mancato coordinamento con il DT: «Se non rinnoviamo le strutture potremmo trovarci in grosse difficoltà».