Ticino

All'unanimità i Verdi lanciano la volata per le federali

L'assemblea del partito ha ratificato le candidature per l'appuntamento con le urne del 22 ottobre – Gysin cercherà il «colpaccio» alla Camera alta
Immagine d'archivio - ©Chiara Zocchetti
Paolo Gianinazzi
03.06.2023 13:43

Con il motto «Più Verdi che mai» questa mattina i Verdi del Ticino, riuniti in assemblea presso il teatro dei Fauni a Locarno, hanno ratificato all'unanimità i candidati per le elezioni federali 2023 e la loro strategia in vista dell'appuntamento con le urne del 22 ottobre. Nessuna sorpresa, dunque. Anzi, come vedremo, la parola d'ordine è continuità, con l'auspicio di poter ripetere l'impresa del 2019.

In corsa nella lista principale del partito per un posto al Consiglio nazionale ci saranno quindi quattro verdi, due giovani verdi e due rappresentanti del Forum alternativo (FA). Nel dettaglio, i quattro rappresentanti dei Verdi sono Greta Gysin (consigliera nazionale), Marco Noi (psicologo e deputato al Gran Consiglio), Maurizio Barro (ingegnere civile e presidente dell'associazione acquedotti ticinesi) e Serena Britos (biologa e direttrice di Pro Natura Ticino). Per i giovani verdi sono in corsa Rocco Vitale (storico e co-coordinatore giovani Verdi Ticino) e Gianna Bonina (studente e membra Comitato Giovani Verdi). Infine, in rappresentanza del FA saranno in lista Beppe Savary-Borioli (medico e deputato al Gran Consiglio) e Pietro Majno-Hurst (primario di chirurgia all'ospedale regionale di Lugano). 

Per la corsa alla Camera alta, invece, i Verdi proporranno Greta Gysin. La strategia, come noto, sarà la stessa del 2019. Gysin correrà in una lista unitaria con il Partito socialista, affiancata dal consigliere nazionale Bruno Storni (PS). Chi dei due otterrà il miglior risultato al primo turno delle elezioni sarà poi sostenuto da tutta l'area progressista nel secondo turno. 

La frecciatina all'UDC

Per l'occasione questa mattina a Locarno erano presenti anche tre esponenti del partito sul piano federale: la capogruppo alle Camere Aline Trede e i vice-capogruppo Fabien Fivaz e Bastien Girod. E a lanciare la carica per le Federali (con una stoccata all'indirizzo degli avversari politici) ci ha pensato proprio la capogruppo Trede: «Le elezioni cantonali sono passate da poco e già si pensa alle prossime federali. Ma qualcosa è cambiato in Ticino dalle elezioni cantonali: il vostro cantone è rappresentato da una sola persona agli Stati. Dal presidente dell'UDC Marco Chiesa. Questa non è una soluzione», ha affermato. «Chiesa ora è la sola voce ticinese agli Stati, e ciò dovrebbe veramente cambiare. Ecco perché siamo felici che abbiate una super-candidata come Greta. Ci mancherà come esponente al Nazionale, ma per la Camera alta abbiamo bisogno di lei: una voce forte per il Ticino e per la Svizzera. Siamo quindi pronti ad avere almeno due esponenti dei Verdi alle Camere federali». 

Rispetto al 2019, oggi abbiamo qualcosa da perdere. Ma il lavoro da fare c'è sempre. Anzi, ce n'è di più
Greta Gysin, consigliera nazionale e candidata agli Stati

A sua volta, la diretta interessata Greta Gysin ha voluto ricordare perché ha deciso di candidarsi nuovamente. «Nel 2019 ho accettato di candidarmi per dare una mano. Allora non c’era niente da perdere ed è stato un successo enorme. Un'elezione da ricordare. Oggi, invece, abbiamo un po’ di più da perdere, ma il lavoro da fare c’è sempre. Anzi, ce n'è di più», ha affermato la consigliera nazionale. «Speriamo che il 18 giugno si possa fare un altro passo avanti con la votazione sulla legge sulla protezione del clima. Ma c'è ancora tantissimo da fare. Ed è quindi per continuare a dare il mio contributo, soprattutto sulle questioni sociali e ambientali, che ho deciso di ricandidarmi. Ma come è stato ricordato, non posso fare tutto da sola: nel 2019 avevo detto ''a Berna da solo non ci va nessuno. A Berna ci andiamo tutti insieme''. Ora posso dire: ''A Berna da solo non rimane nessuno; a Berna rimaniamoci tutti insieme''».

Gli obiettivi

Gli obiettivi del partito per le Federali sono quindi stati illustrati dalla deputata Nara Valsangiacomo. Concretamente, i Verdi puntano a confermare il seggio al Nazionale e a mantenere il seggio agli Stati all'interno dell'area progressista. Per fare ciò, per mantenere e rafforzare l'area progressista, ha rimarcato Valsangiacomo, «abbiamo bisogno della congiunzione con il PS e anche della lista comune con il Forum alternativo». Oltre a ciò, ossia oltre alla lista principale e alla congiunzione con il PS, i Verdi presenteranno nelle prossime settimane anche alcune liste sotto-congiunte e tematiche. Tra queste, è stato spiegato, ci sarà una lista «sempreverde» (con gli esponenti del partito che si impegnano da molto tempo per la causa ecologista), una lista «clima e scienza» e una lista «salute e benessere». 

Un occhio che piange e uno che ride

Le liste e la strategia, dunque, sono poi state approvate all'unanimità dai delegati dell'assemblea. Dopodiché, a prendere la parola sono stati i co-coordinatori del partito, Marco Noi e Samantha Bourgoin. Il primo è tornato brevemente anche sul deludente risultato delle elezioni cantonali. «L'auspicio era avere un deputato in più - ha affermato Noi -. E non è stato raggiunto. È l'occhio che piange del lavoro che abbiamo svolto in questi anni e non può essere ignorato. La destra si è coalizzata e lo abbiamo pagato. Ma l'occhio che ride è il fatto che oggi abbiamo un esponente nell'Esecutivo cantonale. Ciò ci dà la possibilità di avere il polso della situazione a livello di Esecutivo e permette di orientare il nostro lavoro come partito e gruppo parlamentare». Guardando ai motivi che hanno portato alla perdita di un seggio nel Legislativo cantonale, Noi ha sottolineato un aspetto che è mancato durante la campagna: «C'è un aspetto in particolare in cui dobbiamo migliorare. Dobbiamo essere più bravi a valorizzare il lavoro che facciamo. Il lavoro c’è, ma non appare». 

Bourgoin ha invece già rivolto lo sguardo al 2024, anno di elezioni comunali. Senza sbilanciarsi, ha invitato i presenti a darsi da fare in vista dell'appuntamento con le urne. «Perché è proprio nei Comuni, là dove siamo più vicini ai cittadini e alle questioni pragmatiche, che c’è bisogno di essere presenti fisicamente. Il mio invito a voi è quindi di fare la vostra parte, come ritenete sia possibile. Le Comunali sono dietro l’angolo, e i Verdi sono organizzati in maniera molto orizzontale: vi potete organizzare in modo autonomo, ma non siete soli». 

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