Finanze cantonali

Ancora conti in rosso e una manovra di rientro da 120 milioni

Il Consiglio di Stato ha presentato il Preventivo 2026 che prevede un deficit di 97,4 milioni di franchi – All'orizzonte un altro pacchetto di misure di risparmio: toccati tutti i settori – Gobbi: «Il momento è difficile ma non è insuperabile»
© CdT/Gabriele Putzu
Red. Ticino&Svizzera
01.10.2025 11:00

Di nuovo conti in rosso, e ancora una manovra di rientro finanziario per il Ticino. Il Consiglio di Stato ha presentato oggi il preventivo per il prossimo anno e «la situazione finanziaria rimane fragile». Il contesto che condiziona le finanze, scrive il Governo nel documento, «diventerà ancora più difficile considerando che all’orizzonte il Cantone dovrà far fronte ad ulteriori nuovi oneri su cui non ha potere decisionale, si pensi in questo senso alle misure di risparmio della Confederazione e alla riforma sanitaria EFAS».  A livello cantonale, il Consiglio di Stato fa sapere di aver preso atto dell’esito delle votazioni sulle due iniziative popolari relative ai premi di cassa malati, la cui portata non è però stata considerata né nel Preventivo 2026, né nel piano finanziario. In tutti i casi, rileva l'Esecutivo, l'aggravio per il Cantone ammonterà a 350 milioni. 

Venendo però ai dati salienti, il preventivo del prossimo anno presenta un deficit di 97,4 milioni, e il Governo ha deciso di non considerare un'eventuale distribuzione di utili della BNS. Il capitale proprio negativo potrebbe attestarsi a -361,9 milioni. Senza dimenticare il debito pubblico che, a fine 2026, dovrebbe superare l’importo di 2,9 miliardi di franchi. 

Il pacchetto di risparmi per il 2026 è pari a 120,4 milioni di franchi: 51,7 di competenza del Governo e 68,7 del Parlamento. Le misure previste «toccano tutti gli ambiti, dal personale, ai beni e servizi, ai trasferimenti, ai ricavi, e sono da considerare complessivamente nell’ottica di un’equa partecipazione di tutti i settori al risanamento dei conti cantonali». Alcune, fa presente l'Esecutivo nel documento, comportano un effetto sui Comuni. Un onere compensato dalle maggiori entrate che arriveranno dall'aggiornamento delle stime immobiliari. 

Le misure

Tra i provvedimenti di competenza governativa, figura ad esempio un taglio sulle spese per il personale. In particolare, si segnala la decisione di non sostituire per i prossimi tre anni i partenti nella misura del 10%. Una misura che però non riguarda i docenti e nemmeno il personale curante dell'OSC. «Questa misura costituisce un elemento che assieme ad altri andranno a formare una risposta all’iniziativa che chiede di limitare il numero di dipendenti all’1.3% della popolazione», sottolinea il Governo. Sul fronte delle entrate, il Consiglio di Stato conta di incamerare 18,7 milioni, grazie ad esempio alle maggiori entrate derivanti dalla revisione del sistema perequativo che dovrebbe permettere al Ticino di incassare di più (7,5 milioni forse nel 2026 e 15 milioni dal 2027). Da BancaStato, invece, dovrebbero arrivare 6,7 milioni, grazie a una maggiore distribuzione dell'utile. 

E veniamo ora alle misure di competenza del Gran Consiglio. E qui, a far discutere potrebbe essere la decisione di eliminare l'automatico adeguamento al rincaro delle soglie LAPS e quello dei redditi disponibili applicati alla RIPAM. «In questo modo – sostiene l'Esecutivo – verrebbe meno l’automatismo attualmente in vigore tra l’aumento delle soglie LAPS e il calcolo dei reddito disponibile massimo: questi ultimi sarebbero invece determinati sulla base di soglie fisse, coincidenti con quelle in vigore prima dell'ultimo rincaro. Tale modifica mantiene invariati i criteri di accesso attuali, senza ridurre le prestazioni e senza escludere beneficiari tra gli aventi diritto». L'impatto stimano è di 6,5 milioni. Sul fronte delle entrate, invece, si segnala l'aggiornamento dei valori di stima immobiliare. Il Governo propone infatti un aumento del 15%, che dovrebbe permettere di guadagnare 20,5 milioni di franchi al Cantone e 20,3 ai Comuni. Enti locali che, per contro, vengono chiamati alla cassa con un aumento della partecipazione alle spese per le assicurazioni sociali, ai costi di attività di sostegno alle famiglie (nidi, famiglie diurne, ecc) e al finanziamento del trasporto pubblico regionale. Il Consiglio di Stato ha pure deciso di ritoccare il cosiddetto «coefficiente k» che determina il calcolo dell'imposta di circolazione. E questo dovrebbe garantire 5 milioni in più. «Questa modifica - assicura comunque l'Esecutivo - garantisce il rispetto di quanto votato dal popolo nel 2023 tenendo conto del rincaro intercorso». 

In chiusura, il Governo mette le mani avanti anche per quanto riguarda i prossimi anni e avverte: «I dati di piano finanziario, mostrano una situazione che non permetterà di rispettare il freno ai disavanzi già a partire dal 2027, evidenziando quindi la necessità di un'ulteriore fase di riequilibrio nell'ambito dei futuri preventivi». Insomma, in prospettiva la situazione finanziaria – e le relative misure di contenimento – peggioreranno ulteriormente.

La conferenza stampa del Cantone

«Governare significa prevedere. E non prevedere nulla significa andare in contro alla rovina». Il primo a prendere la parola è stato il presidente del Consiglio di Stato, Norman Gobbi, il quale ha scelto una citazione per ricordare che «la spesa pubblica cresce più velocemente delle entrate e ci sono nuove sfide da affrontare, in un contesto particolarmente delicato, sul piano internazionale, nazionale e cantonale».

Gobbi ha subito risposto alla domanda «posta da qualcuno», compreso il Governo: ha senso presentare oggi il Preventivo 2026 e con questa forma? «La risposta è "sì". L'incertezza data dal voto di domenica (l'approvazione delle due iniziative sui premi di cassa malati, ndr.) non può compromettere le prestazioni che già oggi lo Stato eroga a favore della cittadinanza. Bloccare un processo che dà le basi al Cantone di operare non ha senso e creerebbe altre incertezze nella popolazione». Le due iniziative sulla casse malati approvate dai ticinesi sono «un segnale forte che il Consiglio di Stato rispetta e ascolta con attenzione», ha aggiunto il presidente del Governo. «Un voto che esprime la fatica crescente delle famiglie e delle persone di fronte a premi sempre più pesanti. Un chiaro segnale di malessere e di preoccupazione da non ignorare». Ma l'impatto delle due iniziative comporterà un onere stimato in 350 milioni di franchi all'anno per le finanze cantonali. «Un impegno enorme che equivale alla dimensione di due Dipartimenti a livello di spesa pubblica. Un impegno che dovrà essere pianificato con responsabilità e il coinvolgimento di tutte le parti interessate». Il Consiglio di Stato incontrerà i due fronti degli iniziativisti «già settimana prossima»: «Servirà dialogo, coraggio e senso di responsabilità collettiva».

Il Preventivo presentato oggi «non è un punto di arrivo. Ma un percorso iniziato negli scorsi anni e che proseguirà nei prossimi». Norman Gobbi ha quindi concluso: «Il Ticino ha sempre dimostrato resilienza nei momenti difficili. Anche oggi, pur nelle sfide, dobbiamo guardare avanti con fiducia. Bisognerà unire rigore, responsabilità, solidarietà e attenzione ai bisogni delle persone».

Christian Vitta, direttore del DFE, ha parlato di «forte preoccupazione» per il Consiglio di Stato, con la necessità di «interventi molto decisivi che interesseranno il fronte delle uscite e delle entrate». Il voto di domenica (abolizione del valore locativo e approvazione delle due iniziative sui premi di cassa malati, ndr.) richiederà uno sforzo maggiore per le finanze cantonali. Tutti i partner interessati «dovranno confrontarsi al fine di trovare la dovuta copertura finanziaria, con una gestione equilibrata dei conti pubblici. Il freno ai disavanzi è rispettato». Per quanto riguarda gli anni successivi, «sforzi e misure ulteriori dovranno essere intrapresi».

Anche la direttrice del DECS, Marina Carobbio Guscetti, è tornata sul voto dei ticinesi della scorsa domenica. «È necessario dar seguito al voto popolare non mettendo a rischio il servizio pubblico e rispettando le finanze cantonali. Ciò significa incontrare gli iniziativisti e presentare un messaggio separato che risponda alla volontà dei cittadini». Ovvero, «lavorare su un finanziamento che tenga conto di misure anche sulle entrate fiscali, intervenire con misure di revisione della spesa pubblica, senza intaccare i servizi di base dello Stato che devono essere garantiti». La consigliera di Stato ha quindi assicurato di essere «pronta ad assumersi questa responsabilità lavorando con i colleghi di Governo e con tutti i partner in causa. La situazione attuale può essere affrontata solo con un equilibrio delle misure: contenimento della spesa ma anche toccando le entrate fiscali».

Raffaele De Rosa (DSS), dal canto suo, ha parlato di «una manovra di rientro importante». «Siamo chiamati a un esercizio estremamente delicato: riuscire a conciliare le esigenze della popolazione con l'esigenza di riportare le finanze cantonali su un sentiero più sostenibile, garantendo la coesione sociale».

Claudio Zali, a capo del DT, ha voluto «lanciare un piccolo monito: il freno sugli investimenti non è un buon segnale per il Cantone, perché non deve innescarsi una fase di recessione. Si tratta oltretutto, alle volte, di falsi risparmi perché differire un investimento significa farlo quando costerà di più».

Per concludere, ha ripreso la parola il presidente del Consiglio di Stato, ricordando che «le attuali previsioni non sono confortanti, la situazione finanziaria del Cantone risulta particolarmente deficitaria nei prossimi anni e i nuovi oneri cui sarà confrontato a seguito di riforme federali e cantonali dovranno trovare una copertura finanziaria». Un lavoro che richiederà «dialogo e concertazione, coinvolgendo partner sociali, partiti, parlamento e Comuni». Insomma, «la quesitone finanziaria pone importanti interrogativi. Se non vengono apportati correzioni e misure importanti, la capacita progettuale di investimento del Cantone rischia di essere compromessa e il Governo vuole continuare a investire perché gli investimenti servono all'economia e allo sviluppo del nostro Cantone, che vuole rimanere attrattivo». Eppure, ha aggiunto Gobbi, «il momento è difficile ma non è insuperabile».

Durante le domande poste dai giornalisti, è stata posta particolare attenzione sulla decisione di eliminare l'automatico adeguamento al rincaro delle soglie LAPS (Legge sull'armonizzazione e il coordinamento delle prestazioni sociali) sul calcolo del reddito disponibile massimo ai fini della RIPAM (Riduzione dei premi dell'assicurazione malattia). Una misura di contenimento stimata in 6,5 milioni di franchi. De Rosa, a tal proposito, ha chiarito che «non si tratta assolutamente di un taglio» ai sussidi: «Anzi, il nostro sistema è molto virtuoso perché si adegua automaticamente alla crescita dei premi. E rispetto all'aumento in preventivo (era stato calcolata una crescita dei premi pari al 5%), abbiamo altri 9 milioni di franchi non contenuti nelle cifre, visto il rincaro annunciato del 7,1%». Per il direttore del DSS, «la votazione di domenica (l'iniziativa sul 10%) porta in ogni caso il dibattito sul riversamento dell'impatto della RIPAM su un altro piano: si parla di un raddoppio dei beneficiari di sussidi di cassa malati».

Tornando, infine, alle due iniziative approvate dal popolo domenica, Gobbi ha nuovamente precisato che «le soluzioni andranno concertate con il dialogo tra tutti i partner coinvolti»: «Non è possibile fornire una tempistica. Il voto, come già detto, è stato molto emotivo. E la soluzione non è facile da trovare, considerando anche la situazione finanziaria. Una volta che arriveremo a una possibile soluzione, secondo me andrà nuovamente sottoposta al giudizio popolare. Perché, ne sono sicuro, arriverà uno scossone da parte di qualcuno».

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