Il punto

Avegno, un incendio appiccato per cancellare il dolore

Il ventenne, accusato di aver provocato volontariamente il rogo, non avrebbe ancora elaborato la tragedia dell'aprile 2022
© Rescue Media
Spartaco De Bernardi
25.01.2023 17:51

Il sospetto che l’incendio scoppiato poco dopo le 11.30 di martedì nel rustico in Carà di Risc, nel nucleo di Avegno di Fuori, fosse doloso si è subito fatta strada tra gli inquirenti. E nel giro di poche ore quel sospetto ha trovato conferma. Con l’accusa di aver appiccato volontariamente le fiamme è stato infatti dapprima individuato, poi interrogato ed infine arrestato un 20.enne di nazionalità svizzera residente nel Locarnese. La principale ipotesi di reato formulata nei suoi confronti dal procuratore pubblico Zaccaria Akbas, titolare dell’inchiesta, è quella di incendio intenzionale. Secondo quanto appurato dal CdT, si tratta del figlio minore della 61.enne il cui corpo esanime venne ritrovato la mattina dell’11 aprile scorso nell’abitazione in Carà di Risc. Ad ucciderla, hanno nel frattempo stabilito le indagini coordinate dalla procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis, fu il fratello maggiore del ragazzo finito in manette per il rogo del rustico. Rogo che sarebbe legato proprio all’efferato delitto che poco più di nove mesi fa si consumò nell’abitazione situata nel nucleo di Avegno di Fuori. L’ipotesi che si fa strada sarebbe infatti quella secondo la quale con le fiamme appiccate alla casa in cui viveva insieme alla madre, il 20.enne abbia voluto cancellare il ricordo di quanto avvenuto la scorsa primavera.

Periodo emotivamente difficile

Avrebbe voluto, insomma, cancellare con il fuoco il dolore che ancora gli provoca la tragedia familiare in cui ha perso la madre, uccisa per mano del fratello maggiore affetto da problemi psichiatrici e per questo ritenuto non punibile per il reato commesso. Una tragedia, sempre stando a quanto appreso dal CdT, che il 20.enne non sarebbe ancora riuscito ad elaborare rendendo particolarmente difficili dal punto di vista emotivo i mesi trascorsi da quel funesto 11 aprile del 2022. Tanto da spingerlo ad appiccare l’incendio all’abitazione nella quale si è consumato il dramma.

Questa, come detto, è solo un’ipotesi che andrà verificata in base alle risposte che il giovane, in stato di carcerazione preventiva, fornirà agli inquirenti che lo stanno interrogando per far piena luce sui motivi che l’hanno indotto ad appiccare l’incendio che ha seriamente danneggiato il rustico. Le fiamme, domate dai militi del Corpo pompieri di Locarno, hanno intaccato il secondo piano ed il tetto del rustico che era disabitato, anche perché ancora sotto sequestro.

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