Vallemaggia

Incendio ad Avegno, arrestato il fratello del matricida

La principale ipotesi di reato nei confronti del 20.enne, cittadino svizzero residente nel Locarnese, è di incendio intenzionale
© Rescue Media
Red. Locarno
25.01.2023 09:36

(Aggiornato alle 10.30)

C'è una persona dietro all'incendio scoppiato ieri, attorno alle 11.30, all'interno di un'abitazione di Avegno. Ministero pubblico e Polizia cantonale comunicano infatti che è stato individuato, interrogato e arrestato un 20.enne svizzero residente nel Locarnese. Da nostre verifiche, il ragazzo fermato è il fratello del 22.enne che nella notte tra il 10 e l'11 aprile 2022 uccise la madre 61.enne colpendola alla testa con diversi oggetti e pugnalandola alla schiena con un coltello, proprio all'interno di quella abitazione di Cará di Risc, ad Avegno di Fuori.

Le fiamme hanno causato ingenti danni al rustico situato nel nucleo della frazione. Rustico che attualmente è disabitato anche perché ancora sotto sequestro, con tanto di sigilli apposti alle porte. L’allarme è scattato poco dopo le 11.30 e sul posto, oltre ai militi del Corpo pompieri di Locarno che hanno provveduto a domare l’incendio, sono intervenuti anche gli agenti della Polizia cantonale, coadiuvati dai colleghi delle Polizie comunali di Locarno, Muralto, Losone e Intercomunale del Piano. Non si lamentano feriti. 

La principale ipotesi di reato nei confronti del giovane arrestato è di incendio intenzionale.

L'inchiesta è coordinata dal procuratore pubblico Zaccaria Akbas. Gli accertamenti per ricostruire l'esatta dinamica del rogo e i motivi alla base del gesto proseguono.

L'efferato delitto

Il matricida, che subito dopo i fatti venne ricoverato alla Clinica psichiatrica cantonale di Mendrisio e che dalla fine dello scorso mese di luglio si trova nel carcere della Stampa, non è punibile. A spingerlo a commettere l’omicidio della madre fu infatti il suo scompenso psichico. Lo indica il dottor Carlo Calanchini nella perizia psichiatrica effettuata sul ragazzo: il disturbo psicotico del 22.enne era talmente forte da renderlo totalmente incapace, in quel momento, di valutare il carattere gravissimo dei propri atti e di agire secondo tale valutazione. Benché il giovane, patrocinato dall’avvocato Maria Galliani, sia stato ritenuto non punibile, la giustizia farà comunque il suo conto. Toccherà infatti al Tribunale penale, come vuole la procedura, stabilire quale misura terapeutica (con tutta probabilità un trattamento stazionario in una struttura chiusa) ordinare nei suoi confronti. Ciò avverrà quando l’inchiesta, coordinata dalla procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis, sarà formalmente chiusa.

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