Caccia letale: «La bandita non è la soluzione migliore»

La promessa delle autorità di attivarsi in seguito all’incidente venatorio letale avvenuto lo scorso 14 settembre sul Penz è stata mantenuta. Ieri ha avuto luogo l’incontro tra il Municipio di Chiasso e l’Ufficio della caccia e della pesca. Incontro dal quale è emersa una certezza: la bandita di caccia non è la soluzione migliore. Per due motivi: il primo è che la gente frequenta la collina del Penz. Il secondo riguarda la popolazione dei cinghiali, da anni in aumento, che va tenuta sotto controllo.
Come ci ha spiegato il sindaco della cittadina di confine, Bruno Arrigoni, l’ufficio cantonale sta ora valutando una serie di misure appropriate per la caccia al cinghiale, e questo non solo al Penz. Nelle prossime settimane verranno emesse nuove direttive per tutta la zona. Queste interesseranno la caccia invernale al cinghiale, al via a breve, che verrà regolata con misure relative agli orari e alle distanze dall’abitato, così come quella «normale» del prossimo anno: anch’essa è destinata a sottostare a disposizioni puntuali.
Cresce quindi l’attenzione rivolta a entrambi i tipi di attività venatoria; sempre secondo Arrigoni si è giunti a una soluzione d’equilibrio, che considera la sicurezza degli utenti tenendo al contempo conto della problematica dei cinghiali. Il Municipio si dice soddisfatto dell’incontro con le autorità cantonali e attende le nuove direttive. Da parte sua, s’impegna sin d’ora a migliorare la comunicazione, per esempio esponendo cartelli che invitano a tenere i cani al guinzaglio nei boschi.