Carcere per il «fuggiasco» (ma non subito)

Quattro anni e mezzo all’ideatore del piano finanziario che ha prodotto un buco di oltre otto milioni di franchi a danno di diversi investitori fra il 2011 e il 2013, e tre anni (di cui sei mesi da scontare) ai due professionisti finanziari a cui si era rivolto per attuarlo. 18 mesi sospesi, infine per una donna coinvolta in misura minore. Le accuse promosse dal procuratore pubblico Daniele Galliano, il cui atto d’accusa è stato quasi tutto confermato dalla Corte delle assise criminali presieduta dal giudice Siro Quadri, erano a vario titolo quelle di amministrazione infedele aggravata, appropriazione indebita aggravata, cattiva gestione e falsità in documenti (accusa caduta in sentenza). Per tre dei quattro protagonisti (tutti italiani) si aprono dunque le porte del carcere. O meglio, si sarebbero dovute aprire. Ma nei prossimi mesi in prigione non finirà nessuno. In un caso grazie a quella che potremmo definire un’ottima prontezza di riflessi.
Allontanarsi ha pagato
Durante il dibattimento (oggi vi è stata solo la lettura della sentenza) il procuratore Galliano aveva chiesto la carcerazione di sicurezza per un imputato, un 46.enne residente in Italia. L’uomo però, prima che il giudice Quadri la concedesse e malgrado la presenza di Polizia, era riuscito ad allontanarsi dal Pretorio di Mendrisio (dove era in corso il dibattimento) e a riparare in Italia. Il giorno seguente, tramite lettera, aveva spiegato di aver agito così proprio per paura di finire in carcere e si era scusato. E pure oggi era assente alla lettura della sentenza a Lugano: vi avesse presenziato, sarebbe effettivamente scattata la carcerazione di sicurezza. E assenti erano anche i tre coimputati (uno, l’ideatore, non si è in realtà mai presentato). Affinché finiscano effettivamente in carcere (si possa cioè estradarli) servirà però una sentenza cresciuta in giudicato. Ma sono già stati annunciati appelli.