«C’era tanta sicurezza in città, ma non ha fatto da deterrente»

Ancora violenza in centro a Lugano. Ancora in Pensilina Botta e ancora una persona aggredita per futili motivi. Questa volta, sotto gli occhi di numerosi testimoni che poco dopo le 23.30 di venerdì stavano aspettando il bus per fare rientro a casa dopo il posticipo, a sabato, dei fuochi d’artificio per il Natale della Patria causa maltempo. C’è poco da festeggiare, però, quando accadono fatti simili. Cinque persone, dopo essersi date alla macchia, sono state identificate (verosimilmente grazie alle telecamere di videosorveglianza presenti nell’area) e fermate in relazione al violento pestaggio che ha fatto finire in ospedale, riportando ferite giudicate di una certa gravità, un giovane cittadino svizzero di 19 anni domiciliato nel Bellinzonese. Si tratta di due 18.enni e di tre minorenni, la cui posizione è al vaglio.
A fornire qualche dettaglio ulteriore, nonostante molte informazioni fossero già trapelate via social poco dopo l’accaduto e anche il giorno dopo – come ad esempio il fatto che il gruppo avrebbe infierito sul 19.enne anche quando era a terra – è stata oggi la Polizia cantonale tramite una nota stampa. L’autorità parla di una discussione, nata tra più persone, che è degenerata portando, appunto, al ferimento del giovane del Bellinzonese. Sul posto, con almeno sei auto, sono intervenuti agenti della Polizia cantonale supportati dalla Polizia Città di Lugano e della Polizia Ceresio Sud. L’area è stata delimitata con il classico nastro bianco e rosso per circa un’ora, più precisamente le corsie dei bus A e B della Pensilina, nonché il perimetro dall’altro lato della strada lungo corso Pestalozzi. I soccorritori della Croce Verde, invece, hanno prestato le prime cure al giovane, trasportandolo in seguito in ospedale. Le indagini sono coordinate dal Ministero pubblico e dalla Magistratura dei minorenni.
«Presa a carico non adeguata»
Negli ultimi tempi – riferivamo su queste pagine solo qualche settimana fa –, la cronaca giudiziaria e la movida giovanile ci ricordano che la Pensilina Botta non se la sta passando benissimo. Anzi, in quel luogo di passaggio e di aggregazione ne stanno succedendo di tutti i colori (tramite un'interpellanza il gruppo UDC in Consiglio comunale ha chiesto al Municipio lumi a riguardo). La capodicastero Sicurezza Karin Valenzano Rossi non si esprime su quanto successo venerdì per via delle indagini in corso, ma tiene a sottolineare che questi episodi vanno osservati da un’altra angolazione, perché si tratta di «un fenomeno sociale diffuso e non limitato alla città di Lugano». «Non è solo un tema di polizia comunale – sottolinea –. Ne è la prova il fatto che il Primo Agosto in città è stato messo in atto un ingente dispositivo di sicurezza, ma questo non ha fatto da deterrente a un episodio di violenza accresciuta». Piuttosto, prosegue, «è un tema educativo, sociale e di sanzioni adeguate: ci sono tanti giovani che non commettono questo tipo di episodi, ma la presa a carico di certe situazioni critiche non è adeguata. Le sanzioni e le conseguenze effettive non fanno da deterrente e non ci sono le strutture adeguate per educare e reinserire persone che hanno un problema di violenza accresciuto».
Ma al netto, perché la Pensilina Botta è sempre più spesso teatro di fatti di violenza giovanile? Pronta la risposta della municipale: «È una zona di passaggio e nelle immediate vicinanze di una serie di locali che fungono da attrattori per una certa tipologia di utenza. Ricordo che tempo fa un procuratore pubblico ne aveva definito uno come poco raccomandabile, mi aspetto quindi che ci siano accertamenti da parte delle autorità inquirenti».