Lugano

«Cercheremo di non ridurre l’offerta culturale, ma è dura»

La reazione del capodicastero Roberto Badaracco al taglio da quasi mezzo milione al centro culturale – Preoccupazione anche per il Museo d’arte: riuscirà ancora ad organizzare mostre con nomi di un certo rilievo?
© CdT/Chiara Zocchetti

Dodici anni dopo l’ultima grande manovra di rientro a fronte di un rosso da ben 50 milioni di franchi, Lugano si appresta a ripetere l’operazione con un nuovo piano di risparmi, a fronte questa volta di un deficit di 24 milioni. Il primo passo è il contenimento della spesa corrente per dieci milioni di franchi. Il piano è stato illustrato lunedì alla Gestione e tocca tutti i dicasteri. In termini assoluti, i tagli più ingenti riguarderanno il settore culturale: il LAC (meno 420 mila franchi di contributi fissi su un totale di 9,5 milioni – per analogia alle altre fondazioni culturali si prevede una riduzione del 5% – e meno 340 mila franchi di contributi variabili sulla base dei costi energetici effettivi), il MASI (meno 165 mila franchi sul totale di 3,3 milioni, come previsto dalla convenzione con la Città) e la Fondazione Orchestra della Svizzera italiana (meno 26 mila franchi), giusto per citare alcuni enti.

Nel dettaglio

Sempre in termini assoluti, infatti, il Dicastero sport, cultura ed eventi è quello che contribuisce in misura maggiore, con 2,18 milioni di tagli. «Ciò è dovuto in parte al fatto che si tratta di un dicastero i cui contributi sono più liberi, cioè meno vincolati da leggi superiori», premette il municipale responsabile Roberto Badaracco. Di questi 2 milioni, la metà riguarda proprio i contributi alla cultura, legati a mandati di prestazione e convenzioni. Per quanto riguarda il LAC, i possibili risparmi, prosegue Badaracco, «sono stati individuati nella macchina amministrativa e gestionale e nel marketing. A tutti è stato chiesto di fare un sacrificio e noi abbiamo fatto la nostra parte, con una proposta condivisa con la direzione dell’Ente autonomo e la Città». Dei 420 mila franchi ipotizzati, 300 sono già stati individuati, e c’è l’impegno a individuarne altri 120 mila. Altri risparmi per la stagione 2025-2026, già, pianificata, non sono possibili. Se ne parlerà eventualmente in vista della stagione 2027.

A questo punto, la domanda sorge spontanea: l’offerta culturale luganese ne risentirà? «Nei limiti del possibile non vorremmo toccare l’offerta culturale, ma è un esercizio tutt’altro che facile visti i costi in aumento», risponde Badaracco. Detto del LAC, anche il Museo d’arte della Svizzera italiana non vorrebbe ridurre la propria offerta culturale, ma per il MASI i tagli – ammette il capodicastero Sport, cultura ed eventi – non saranno indolori: per organizzare le mostre servono molti fondi. Se ne riparlerà tra un anno e mezzo: fino a quel momento, la convenziona attuale è «blindata».

Sacrifici per tutti

Tornando ai dieci milioni di risparmio, dal piano illustrato alla Gestione emerge che il Dicastero istituzioni risparmierà 1,38 milioni di franchi, il Dicastero Consulenza e gestione 1,3 milioni, il Dicastero immobili 700 mila franchi, il Dicastero Sicurezza e spazi urbani 1,56 milioni, il Dicastero cultura, sport ed eventi 2,18 milioni e il Dicastero sviluppo territoriale 594 mila franchi. All’interno di ogni Dicastero ci sono misure più o meno sensibili: si va da tagli da poche migliaia di franchi per materiale di cancelleria o per le divise della Polizia e decurtazioni a cinque zeri, alla voce «contributi». In ogni caso, non ci sarà alcun licenziamento e si sfrutterà la fluttuazione del personale, per esempio non sostituendo eventuali partenze.

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