«Via il contributo all’USI? Ci perderebbero gli studenti»

Cominciano i temporali estivi e nel cielo irrompono i primi fulmini. Come quello caduto in via Buffi quando la Città, ragionando sulle sue possibili misure di risparmio, ha preso in considerazione – ma non ancora deciso – l’eliminazione del contributo annuale di 630 mila franchi alla Fondazione per le Facoltà di Lugano dell’USI. «È una proposta che ci coglie di sorpresa» commenta la rettrice Luisa Lambertini. «Pur disponendo di riserve, è errato affermare che la situazione finanziaria dell’Università sia solida: il mancato aumento dei contributi cantonali, i tagli federali annunciati e le incertezze legate agli accordi bilaterali, che potrebbero ridurre le entrate dalle tasse universitarie, esercitano forti pressioni sul nostro bilancio». Interviene anche il presidente della Fondazione per le Facoltà di Lugano Henry Peter, che sottolinea come i 630 mila franchi siano destinati «in modo specifico alla manutenzione degli immobili universitari, fondamentale per garantire il corretto svolgimento delle attività accademiche» e servano anche «per far fronte a costi straordinari, come il rinnovo di impianti obsoleti». «Le eventuali eccedenze – aggiunge – vengono dedicate a borse di studio. Tagliare o eliminare questo sostegno avrebbe un impatto diretto non solo sulla qualità delle nostre infrastrutture, ma anche sugli studenti, penalizzando in particolare i più meritevoli e coloro che si trovano in condizioni economiche difficili. Ciò avrebbe un impatto anche sul numero di studenti svizzeri in grado di studiare all’USI, ai quali numerose borse di studio sono destinate».
Il contributo annuale non è però l’unico tema di discussione fra le parti. L’autorità comunale pensa infatti alla possibilità di vendere all’ateneo il terreno del Campus Ovest e il suo stabile principale, un tempo sede dell’Ospedale Civico. Gli edifici sorti negli ultimi anni appartengono già alla Fondazione per le Facoltà di Lugano dell’USI, mentre la Facoltà di Teologia è proprietaria della sua sede. All’USI – che per il terreno e lo stabile, attualmente, versa di fatto un canone a Palazzo civico – l’operazione potrebbe interessare. «Confermiamo che sono in corso discussioni con la Città – dichiara la rettrice Lambertini – ma il dossier è ancora in fase preliminare e tutto resta da definire». In altre parole, non è una cosa che si può decidere dalla sera alla mattina, anche perché le cifre non sono irrisorie – non conoscendole con certezza, preferiamo attendere notizie precise – e ognuno dovrà fare le proprie valutazioni su rate, finanziamenti, interessi e ammortamenti.