Chiesti 5 anni e mezzo di reclusione per Don Rolando Leo

«Era consapevole delle sue pulsioni. Aveva la possibilità di chiedere aiuto, ma non l’ha fatto. E ha continuato a praticare i massaggi ai ragazzi che in lui riponevano piena fiducia. Fiducia che don Rolando Leo ha tradito per soddisfare le proprie voglie. E non importa se poi ha ritrattato. Le ammissioni rese il giorno dopo l’arresto sono confermate dai racconti delle vittime e da altri riscontri». La procuratrice pubblica Valentina Tuoni non ha dubbi: il 56.enne ex cappellano del collegio Papio di Ascona si è reso colpevole di coazione sessuale, atti sessuali con fanciulli e con persone incapaci di discernimento o inette a resistere, nonché di pornografia. Reati commessi ai danni di nove ragazzi, quattro minorenni e cinque maggiorenni, per i quali va condannato a 5 anni e 6 mesi di reclusione.
Al sacerdote, sempre secondo la rappresentante della pubblica accusa, deve essere anche ordinato un trattamento ambulatoriale da seguire in carcere. Non da ultimo, al 56.enne deve esser fatto divieto a vita di svolgere attività a contatto con i minorenni.
Questa mattina, in aula, il sacerdote ha ammesso di avere eseguito «tecniche di rilassamento» ai giovani con i quali aveva instaurato un rapporto di amicizia. «Tecniche di rilassamento» che consistevano nel massaggio al petto, alla pancia e al bassoventre dei giovani, fino ad arrivare a stimolare con l’avanbraccio le loro parti intime. Nove le vittime indicate nell’atto d’accusa, per i fatti accaduti tra il 2013 ed il 2022, ma l’ex cappellano del Collegio Papio di Ascona ammette di aver sfregato le parti intime «solo» di tre o quattro ragazzi. «Mi proponevo di aiutarli, di alleviare le loro sofferenze. Ma ora mi rendo conto che quei massaggi non dovevo farli. Erano del tutto inopportuni. Non ero un massaggiatore. Credevo di portare loro sollievo, ma ora ho capito che cercavo il mio di sollievo», ha ribadito il sacerdote che dal 15 novembre scorso sta scontando anticipatamente la pena che verrà stabilita dalla Corte.
Nel pomeriggio, dopo gli interventi dei rappresentanti degli accusatori privati, la parola passerà all’avvocato Marco Masoni per l’arringa difensiva.