«Chiudiamo la piscina a chi risiede in Italia»

I frontalieri calano in generale in Ticino. Ma non a bordo vasca. Il «frontalierato delle piscine» ha tenuto banco nei giorni di canicola e ora torna d'attualità, puntualmente, con il rialzarsi delle temperature in particolare nel Mendrisiotto. Proprio da Mendrisio, a seguito di un articolo pubblicato dal Corriere del Ticino a fine giugno, arriva ora una mozione presentata dalla Lega dei Ticinesi che chiede di limitare l'accesso della piscina comunale ai soli residenti.
Il modello è quello di Porrentruy, il comune giurassiano che a inizio luglio ha vietato l'accesso agli impianti comunali ai non residenti in Svizzera: un provvedimento - che ne ricalca uno simile adottato già nel 2020, durante la pandemia di Covid-19 - rivolto in particolare contro i clienti provenienti dalla vicina Francia, a seguito di problemi di affollamento e maleducazione.
«La problematica è sempre più sentita anche a Mendrisio» sottolinea la mozione firmata da Massimiliano Robbiani, assieme ai consiglieri Lorenzo Rusconi e Simone Caimi. «I residenti che pagano le tasse si trovano a dover affrontare un sovraffollamento inaccettabile, specialmente nei fine settimana e nei giorni festivi, dovuto in larga parte a frequentatori che non contribuiscono economicamente al comune».
La questione del «frontalierato della piscina» secondo Robbiani è diventata «cruciale». Il costo dei biglietti d'entrata «non copre nemmeno la metà dei costi di gestione» della struttura, le cui spese sarebbero in maggioranza a carico dei contribuenti di Mendrisio, prosegue la mozione. «Pertanto, è iniquo che proprio questi cittadini si trovino penalizzati da una fruizione eccessiva, soprattutto da parte di residenti d'oltre confine, che porta a code, ressa e impedisce loro di godere appieno di un servizio che finanziano».
In conclusione gli autori chiedono al Municipio di modificare il Regolamento comunale sui beni amministrativi del Comune di Mendrisio, sul modello di Porrentruy, con misure focalizzate sul fine settimana e nei giorni festivi, e «mirate in particolare ai residenti oltre confine». Misure che nel Giura, però, hanno sollevato un vero polverone, con l'opposizione del Cantone e della Commissione federale contro il razzismo che ha parlato di provvedimento "problematico".