Giustizia

Condannata la falsa fiduciaria recidiva luganese

Multa salata per una donna che aveva esercitato abusivamente nonostante una precedente condanna
© CdT/Chiara Zocchetti

Quindicimila franchi di multa e il pagamento della tassa di giustizia e delle spese giudiziarie. È la condanna inflitta tramite decreto d’accusa alla titolare di uno studio fiduciario di Lugano finita sotto inchiesta lo scorso 15 marzo per esercizio abusivo della professione. Insieme al socio, dal 18 marzo del 2021 aveva continuato a svolgere l’attività in assenza delle necessarie autorizzazioni e nonostante una precedente condanna, risalente al 2021, proprio per questo tipo di reato. A segnalare l’illecito era stato un collega (in regola) all’Autorità di vigilanza. Trattandosi di un grave caso di recidiva, la segnalazione era stata trasmessa al Ministero pubblico. Il decreto d’accusa firmato dal procuratore pubblico Daniele Galliano è stato pubblicato negli scorsi giorni sul foglio ufficiale (lo consente l’articolo 23 capoverso 4 della Legge sui fiduciari, ndr) ed è cresciuto in giudicato.

Da segnalare che la donna era già rimasta invischiata in guai giudiziari anche in passato. Oltre alla condanna del 2021, nel 2018 era stata prosciolta dall’accusa di aver riciclato denaro per una famiglia di pregiudicati italiani, mentre a inizio secolo aveva commesso malversazioni per oltre dieci milioni ai danni di una banca luganese, sobillata dall’uomo di cui si era innamorata.

Un caso analogo

Un caso simile era approdato in Pretura penale lo scorso aprile (con l’accusa rappresentata sempre dal pp Galliano). In quell’occasione una 66.enne del Luganese era stata condannata a una pena pecuniaria di 15 mila franchi per aver esercitato senza autorizzazione la professione di fiduciaria immobiliare. Una condanna che era andata ad aggiungersi a quella comminatale nel 2019 per lo stesso reato. In quel caso le erano stati comminati 12 mila franchi di multa.

Un centinaio di incarti aperti

Da noi interpellato lo scorso marzo, il capoufficio dell’Autorità di vigilanza, Giuseppe Colombi, aveva spiegato che negli ultimi anni «c’è stato un incremento delle segnalazioni e dei procedimenti, grazie all’affinamento della collaborazione fra autorità e in particolare l’agire coadiuvato tra noi e il Ministero pubblico». In cifre, «in relazione a casi dove è assente l’autorizzazione, durante l’anno vengono normalmente aperti un centinaio di incarti, che concernono sia la procedura penale (esercizio abusivo della professione fiduciaria), sia amministrativa (procedimenti interdittivi, richieste di informazioni)». Inoltre, «nella sua veste di autorità penale delle contravvenzioni, l’Autorità di vigilanza, dal 2017 ad oggi ha emanato un’ottantina di decreti d’accusa per la condanna del reato di esercizio abusivo della professione di fiduciario, quasi tutti cresciuti in giudicato o confermati in sede giudiziaria».

Giuridicamente, le conseguenze per chi opera abusivamente sono pesanti. L’Autorità di vigilanza sanziona gli autori colpevoli dell’abuso della professione emanando una decisione penale che ha la forma del decreto d’accusa. «La multa erogata può raggiungere l’importo di 50 mila franchi in caso di agire intenzionale, mentre se il fiduciario ha agito per negligenza l’importo massimo è di 20 mila franchi», spiega Colombi. La multa può raggiungere i 200 mila per i casi gravi e di recidiva (come quello dello studio abusivo luganese), i quali sono per legge di competenza del Ministero pubblico.

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