Dici ricerca ed intendi futuro

Quante volte, dalla nascita della nuova Bellinzona, avete sentito parlare di «progetti strategici»? Tantissime. Ma non possiamo fare a meno di chinarci nuovamente sull’argomento, essendo le fondamenta della Città del futuro. Nella prima delle tre pagine in vista delle elezioni comunali si confrontano sul tema cinque candidati al Municipio.
Le domande
1. Il quartiere che sorgerà al posto delle Officine FFS consentirà in parte a Bellinzona di smettere i panni di città amministrativa per diventare un Comune faro del Ticino che verrà?
2. La scelta della Città di puntare sul rafforzamento del polo biomedico e delle scienze della vita è corretta o avreste rivolto l’attenzione verso altri settori?

Tiziano Zanetti, PLR
1. Le intenzioni della Città di Bellinzona, del Cantone Ticino e delle Ferrovie sono chiare: creare un nuovo quartiere urbano. Ciò vuol dire far nascere un vero quartiere, con un ambiente attrattivo per vivere, soggiornare, lavorare, con spazi verdi e collegamenti adeguati. Da parte mia lavorerò affinché il progetto definitivo possa centrare questi obiettivi, e allora Bellinzona potrà diventare città faro per il Cantone.
2. La scelta di puntare su un polo biomedico d’eccellenza è vincente. Oggi Bellinzona è un centro di ricerca di livello europeo e quindi credo sia giusto continuare in questa direzione, cercando partner aziendali adeguati che permettano alla ricerca di svilupparsi in un ponderato equilibrio tra pubblico e privato.

Alessandro Lucchini, Unità di sinistra
1. Bellinzona sta dimostrando di saper progettare il suo sviluppo senza lasciarselo dettare da quelle aziende poco legate al territorio che sottopagano il lavoro. Accanto alla parte abitativa, nel nuovo quartiere alle ex Officine dovranno sorgere luoghi per l’istruzione dei giovani e spazi culturali e aggregativi per tutti, anziani inclusi. Da città amministrativa bisogna diventare una città che investe sul senso di comunità.
2. Il polo biomedico sta portando in Città lavoratori altamente qualificati. Nelle nuove Officine saranno svolti lavori ad elevato contenuto tecnologico. Tutto giusto, ma in questo processo nessuno deve essere escluso perché la priorità è garantire condizioni di lavoro eque.

Mauro Minotti, Lega-UDC
1. Indirizzarsi verso dei contenuti misti rappresenterà un punto di forza. La diversificazione porterà Bellinzona a rivestire un altro ruolo nel Cantone. Lo mostrano anche i progetti già previsti: il Parco svizzero dell’innovazione, una sede della SUPSI, la rivalorizzazione dell’edificio delle Officine e l’Almenda. Sarà un quartiere moderno, sostenibile ed efficiente energeticamente.
2. La Città ha creduto fortemente nell’ambito biomedico. Una scommessa che si è tramutata in certezza, anche grazie agli sforzi del Municipio e del Consiglio comunale. L’impatto sulla città è stato notevole. Nel 2000, all’atto della fondazione dell’IRB, nella ricerca biomedica lavoravano 35 persone; oggi sono più di 500. Il rafforzamento del polo biomedico e delle scienze potrà portare risultati positivi.

Marco Noi, Verdi-FA-Indipendenti
1 e 2. Considerare strategici solo il quartiere Officine ed il polo biomedico oscura e svalorizza altri importanti settori economici e progetti. Non è forse strategico risanare le scuole comunali, realizzare piste ciclabili, orti comunali e bilancio socioambientale da tempo votati? Non è forse strategico investire sull’adattamento ai cambiamenti climatici, la cura della biodiversità, la regolazione dei microclimi urbani e dei cicli dell’acqua, investire nella resilienza dell’agricoltura e nella pianificazione e rinnovamento del vetusto parco immobiliare comunale? Strategico dunque è la valorizzazione di ogni tipo di lavoro e di progetto sull’intero territorio comunale e non solo quelli nel centro.

Maura Mossi-Nembrini, Avanti con Ticino e Lavoro e Più Donne
1. A meno che Bellinzona non voglia più essere la capitale, i panni di città amministrativa non li smetterà mai. Bellinzona agisca in termini di regione. Per i progetti strategici non può fare senza Cantone e senza Lugano. I due poli, un tempo separati dal Ceneri, anziché duellare per i contenuti strategici non infiniti, trovino uno sviluppo concordato.
2. I progetti nascono talvolta dall’interesse di persone che hanno speso la loro vita in determinati settori. Poi la politica li ha sostenuti. Le scelte di una città devono scaturire più dai processi partecipativi che nascono dal basso e inglobano tutte le sensibilità, per non rispondere in ritardo al nuovo che avanza ed essere sostenute senza ostacoli.