Dopo le lacrime «la Mesolcina si è rimboccata le maniche»

Commozione. Difficile trattenere le lacrime. È passato poco più di un anno, ma il dolore non ha tempo né durata. Il cuore dei mesolcinesi (e non solo il loro: le donazioni hanno superato i 3 milioni) è stato subito grande nella solidarietà, ma è ancora ferito. Sono quelle ferite che non potranno mai essere rimarginate. Il maltempo che ha messo in ginocchio la valle la sera del 21 giugno 2024 è stato un pugno violento nello stomaco, tanto ha fatto male.
Così, accortamente, l'odierna conferenza stampa indetta dallo Stato Maggiore regionale non poteva non aprirsi con un minuto di silenzio per le tre persone che sono decedute a causa della furia della natura costata 84,2 milioni di franchi. Hanno trovato la morte a Sorte, la frazione di Lostallo che tutti purtroppo abbiamo imparato a conoscere la scorsa estate in quanto devastata da Giove Pluvio.
E che, forse, a fine 2028 potrebbe tornare alla «normalità». Con essa la ventina di sfollati che in questi mesi ha trovato una soluzione logistica alternativa. Perché Sorte, lo ricordiamo, è quasi tutta in zona rossa. Come abbiamo anticipato lunedì online e martedì sul cartaceo, l'assemblea comunale ha approvato la progettazione di un vallo protettivo a sud-ovest (sponda destra) per ripararsi dal Ria de la Molera. L'investimento sfiora i 7 milioni di franchi. Una spesa che Lostallo non può sobbarcarsi. Serve il contributo della Confederazione; con il sì di Berna poi ci sarebbe pure quello di Coira. Se dovessero arrivare, ecco che l'opera potrebbe essere costruita. Le altre tre varianti sono invece subito state scartate in quanto più costose (tra gli 11 e i 14 milioni).

E in tre anni e mezzo chi ha dovuto lasciare la propria abitazione per motivi precauzionali potrebbe rientrarvi. Mentre coloro che hanno la casa in zona blu, per contro, dovrebbero farvi ritorno ancora prima. «È la soluzione finanziariamente più vantaggiosa e quella che ha il rapporto benefici-costi migliore. L'abitato sarebbe completamente al riparo», ha affermato il sindaco Nicola Giudicetti. I vantaggi sono la protezione completa dell'abitato e il fatto che si tratti di un manufatto meno imponente. I punti negativi? La necessità di un sistema d'allarme per la strada cantonale e di un'opera di protezione dell'A13 e, infine, il traliccio di SwissGrid che rimane in zona rossa. La fermata dei bus, spostata verso l'ecocentro dopo il maltempo, tornerà al suo posto lungo la strada cantonale. Quotidianamente è utilizzata da una trentina di bambini che si recano a scuola. «Gli sfollati vogliono rientrare. Ce lo hanno detto in modo chiaro. Speriamo davvero che da parte della Confederazione ci sia il via libera. Come Municipio siamo anche pronti ad andare a Berna per illustrare il progetto e sostenerlo. Anche sei mesi guadagnati, infatti, sarebbero molti per chi ha dovuto lasciare la propria abitazione», ha spiegato il sindaco di Lostallo.
Dopo le indicazioni degli esperti, il Municipio lostallese ha incontrato gli sfollati per capire cosa volessero fare. Ebbene, la stragrande maggioranza ha detto che vuole tornare a Sorte, come vi avevamo riferito il 20 giugno nella doppia pagina dedicata all'alluvione mesolcinese e a quella di otto giorni dopo in Alta Vallemaggia. Nelle prossime settimane verrà allestita la documentazione da inoltrare all'Ufficio federale dell'ambiente che dovrà valutare il progetto. A Berna saranno sottoposte in autunno tutte le varianti, compresa quella che prevede il dezonamento di Sorte. Ossia nessun rientro a casa degli sfollati.
Complessivamente sono stati sei i Comuni (Lostallo, Mesocco, Grono, Soazza, Cama e Roveredo) in cui si sono registrati dei danni alle infrastrutture private ma altresì a quelle pubbliche, come gli acquedotti. È seguita la valutazione dei pericoli naturali che ha comportato un investimento di 1,1 milioni per poter avere una «pianificazione del territorio più sicura e resiliente», ha rilevato Luca Plozza, responsabile del Gruppo di coordinamento regionale. «Mancano ancora molte cose da fare, ma abbiamo i partner giusti e la determinazione per affrontarle. Ci siamo subito rimboccati le maniche e questi sono i risultati», ha rilevato il responsabile della comunicazione Philippe Sundermann. La consigliera nazionale e già sindaca di Bregaglia Anna Giacometti, presidente della Commissione donazioni, ha fatto infine il punto sulle donazioni che ammontano a circa 3,1 milioni.