Lugano

Ecco l'impatto ambientale del «progettone» di Cornaredo

Pubblicato un rapporto che ipotizza «effetti perlopiù neutri o positivi» rispetto all’esistente – Leggero impatto per l'ambiente causato dal traffico indotto
©AFRY SVIZZERA SA
Federico Storni
08.01.2024 21:30

È passato oltre un anno da quando Res Building SA e AIL hanno svelato come immaginano il futuro del quadrilatero grossomodo compreso tra il Cinestar e la pista di ghiaccio a Cornaredo. Da allora, torniamo a inizio estate, i progettisti - Afry Svizzera SA - sono stati al lavoro per rispondere alle richieste di completamento atti ricevute dai servizi cantonali. Una di esse, forse la più importante, è in pubblicazione agli albi di Porza e Lugano (i due comuni interessati dal progetto): il «Rapporto d’impatto ambientale di prima fase» (RIA), un documento che servirà ai servizi cantonali per operare il relativo esame di impatto ambientale a cui è sottoposto il progetto in quanto prevede più di 500 posti auto e una superficie di vendita maggiore di 7.500 metri quadrati.

Tre torri, tram e tanti parcheggi

Il progetto per gli standard luganesi può essere definito avveniristico e il cantiere non inizierà certo domani. Per ora siamo alla fase dell’approvazione del piano di quartiere. I progettisti immaginano l’edificazione di tre torri alte fra 30 e 60 metri contenenti appartamenti, uffici e spazi residenziali uniti da una sorta di piazza pubblica sopraelevata. Al piano terreno invece è previsto un importante nodo intermodale del trasporto pubblico, comprendente una fermata dell’oggi ipotetico prolungamento del tram-treno dal centro ad, appunto, Cornaredo. Sottoterra, infine, un grande parcheggio d’interscambio da 1.200 posti che servirà anche al costruendo Polo sportivo e degli eventi.

Le conclusioni dell’analisi

Come si può intuire, il progetto è imponente, importante e impattante, da cui la richiesta cantonale del RIA. Esso, stilato da IFEC Ingegneria SA, conclude che «gli effetti del progetto sono perlopiù neutri o positivi, grazie a una nuova edificazione che sostituisce un comparto attualmente senza particolari valori ambientali e paesaggistici». Inoltre, si legge sempre nel RIA, «gli impatti per l’ambiente sono perlopiù riconducibili al traffico indotto dal nodo intermodale». Quanto all’impatto fonico, «i limiti previsti risultano ampiamente rispettati con l’adozione della limitazione della velocità a 30 km/h su via Sonvico sud (strada declassata che sola funzione di accesso al nodo intermodale)».

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