Lavoro

Edilizia e contratto collettivo, ecco l'accordo per il Ticino

Trovata un'intesa fra il ramo locale della Società svizzera impresari costruzioni e i sindacati OCST e UNIA – L'accordo sarà valido fino al termine del 2025
© CdT/Gabriele Putzu
Paolo Gianinazzi
16.06.2023 19:46

Come ogni compromesso non è perfetto, ma quello trovato tra sindacati e padronato per il Contratto collettivo di lavoro (CCL) a livello cantonale per il settore dell’edilizia e del genio civile è giudicato soddisfacente da entrambe le parti. L’annuncio, dopo mesi di trattative, è arrivato ieri con un comunicato congiunto di OCST, UNIA e SSIC-TI (Società svizzera impresari costruttori Sezione Ticino). L’attuale CCL, infatti, è scaduto a fine 2022, senza che le parti avessero trovato un’intesa sul nuovo contratto. Il «vecchio» CCL era quindi stato prorogato fino a fine aprile con lo scopo di permettere a sindacati e padronato di proseguire le trattative. Trattative che, spiegano sia i sindacati che la SSIC, sono state «difficili e anche un po’ nervose». Alla fine, però, un’intesa è stata trovata: il CCL entrerà in vigore con effetto retroattivo al 1. maggio 2023 e scadrà a fine 2025. Nelle prossime settimane, dunque, le parti si adopereranno per informare imprese e lavoratori sulle novità del CCL.

Le reazioni

«Nel complesso siamo soddisfatti per il compromesso finale raggiunto, che conferma la bontà del nostro CCL nei confronti di altri settori», spiega il direttore della SSIC-TI, Nicola Bagnovini. Un cambiamento importante e voluto dagli impresari riguarda la maggiore flessibilità che sarà concessa nel gestire il «calendario dell’orario di lavoro». In sintesi, le ore di lavoro da garantire rimarranno le stesse, ma esse potranno essere spalmate sull’arco dell’anno in maniera più dinamica. «Permetterà una vera flessibilità», spiega ancora Bagnovini, «che potrà essere utilizzata in funzione della quantità di lavoro, o per far fronte a intemperie o canicola». Detto altrimenti, quando le condizioni sono ideali si potranno fare ore aggiuntive (pur rispettando limiti precisi), che verranno compensate nei momenti più opportuni. In generale, rimarca il direttore della SSIC-TI, «per noi è un buon compromesso. Così daremo continuità al nostro sistema di controllo e di sostegno alla formazione. La situazione di stallo che si era creata non faceva bene a nessuno». Anche perché, ricorda Bagnovini, «se non avessimo trovato un’intesa, sarebbe entrato in vigore il CNM a livello nazionale, che però non tiene conto delle specificità del nostro territorio».

Un aspetto rimarcato anche dalla controparte. «A inizio gennaio il CCL è stato attaccato dal padronato in un modo senza precedenti», racconta il sindacalista Dario Cadenazzi, responsabile del settore edilizia di UNIA. «Ci siamo quindi dati il tempo per cercare soluzioni. Il risultato vede i contenuti del CCL leggermente peggiorare. Ma resta comunque un contratto migliorativo rispetto a quello sul piano nazionale». UNIA, infatti, come contropartita alla maggiore flessibilità del calendario avrebbe voluto regole più stringenti in caso di canicola, con la chiusura dei cantieri alle 14. Alla fine, però, l’orario è stato posto alle 15, introducendo al contempo il limite di 8 ore lavorative al giorno. Anche su questo fronte, quindi, è stato trovato un compromesso, definito da Cadenazzi «un piccolo passo avanti». Il lavoro del sindacato, assicura infine Cadenazzi, non finisce qui: «Il risultato delle trattative è stato accettato dalla nostra base, ma con una forte critica che si è levata. Una critica che andrà ascoltata. Ecco perché da parte nostra avremo il compito di garantire l’applicazione del CCL e di essere ancora più presenti». 

Correlati