Fiduciaria arrestata: possibili connessioni con Moby Dick, non con Visibilia

Fra i motivi che hanno portato in carcere una fiduciaria svizzera e un gestore patrimoniale italiano vi sono anche, ma non principalmente, verifiche legate a un possibile loro legame con l'inchiesta italiana Moby Dick, che riguarda una maxi-frode carosello all'IVA che vede coinvolta anche la malavita organizzata. Gli arresti non sono invece direttamente legati al cosiddetto caso Visibilia, in cui pure compariva una società riconducibile ai due. L'informazione giunge dal Servizio comunicazione della Polizia cantonale, a cui ci eravamo rivolti per avere maggiori dettagli in seguito al comunicato diramato nella mattinata.
Più specificatamente, fa sapere l'Autorità, «per quanto riguarda la vicenda Visibilia evidenziamo che gli accertamenti si concentrano al momento su altre fattispecie, non legate direttamente al filone italiano al centro di diversi articoli di stampa. In relazione a legami con l’inchiesta Moby Dick, le attuali verifiche riguardano anche possibili irregolarità nel campo delle cosiddette frodi carosello IVA. Infine, relativamente all’operatività della fiduciaria, sono stati applicati i sigilli alla sede della società che, al momento, ha temporaneamente interrotto l’attività». Per la precisione i sigilli sono stati apposti alla sede di Paradiso della fiduciaria (che da qualche mese ha sede legale a Zugo) e non alla società legata al caso Visibilia, che però ha sede nello stesso palazzo di Paradiso. Quest'ultima, lo ricordiamo, era stata commissariata dalla FINMA negli scorsi mesi. FINMA che, da noi raggiunta per un commento, ha risposto: «In conformità alle norme vigenti e alla sua pratica, la FINMA non commenta le indagini o i procedimenti». In ogni caso, questa società non è fra quelle che appaiono nella carte dell'inchiesta Moby Dick.
Un palazzo deserto
In tutto questo, stamattina il palazzo di Paradiso in cui hanno sede diverse delle società amministrate dalla 48.enne fiduciaria svizzera e dal 39.enne gestore patrimoniale italiano, erano pressoché deserti. Poche le auto nei parcheggi e alcune di esse erano delle autorità. Era infatti in corso un’ispezione di polizia dei locali, come ci ha riferito una persona che ha detto di lavorare nel palazzo, ma per una società estranea alla vicenda. Un’altra persona, sopraggiunta nel mentre, ci ha detto invece di essere passato a vedere cosa stava succedendo: ha affidato la contabilità della sua azienda al duo e non ha loro notizie da una settimana. La coppia figura come amministratrice, infatti, di numerose società con sede in Ticino e nel resto della Svizzera. Le attenzioni degli inquirenti si stanno però concentrando su una di esse, la «casa madre», cioè la fiduciaria che offre fra le altre cose «una gamma completa di servizi nel campo della fiscalità nazionale ed internazionale, costituzioni e gestioni societarie domestiche ed internazionali, e gestione patrimoniale per persone fisiche e giuridiche».
I reati ipotizzati
Nel confermare l’arresto e l’apertura di un procedimento penale, il Ministero pubblico questa mattina ha comunicato che esso è «nato a seguito di indagini sviluppatesi nel corso degli ultimi mesi, che vedono al centro una società fiduciaria con sede nel Luganese. Gli accertamenti sono finalizzati a comprendere se sussistano i presupposti di reati di natura penale nell’ambito di una estesa attività di raccolta e gestione di fondi (investimenti finanziari) in Svizzera e all’estero». I reati ipotizzati sono quelli di truffa e appropriazione indebita, amministrazione infedele e riciclaggio di denaro. Ulteriori atti istruttori verranno valutati nei prossimi giorni in base anche all’esito delle verifiche e degli accertamenti. Gli arresti della coppia, residente nel Luganese, sono già stati confermati dal Giudice dei provvedimenti coercitivi.