Gli accattoni del bicchiere a Lugano Marittima

Il successo si misura anche da queste cose. A Lugano Marittima non lavorano solo ristoratori, camerieri e agenti di sicurezza: l'indotto dell'iniziativa comprende anche centinaia, migliaia di bicchieri di plastica che ogni sera vengono resi alle «capanne» dalla clientela, in teoria, al prezzo di due franchi l'uno. In pratica, per qualcuno sono diventati una specie di business.
A occuparsene sono soggetti non autorizzati e non identificati - eppure «noti e ben riconoscibili» da esercenti e visitatori - che sembra abbiano fatto della raccolta dei bicchieri un vero e proprio mestiere. L'accattonaggio non è una novità alla Foce del Cassarate, ma secondo alcuni esercenti sentiti da Cdt.ch quest'anno sarebbe aumentato molto, al punto da diventare «uno spettacolo increscioso».
Come funziona
Il meccanismo dei resi a Lugano Marittima è vigore dal 2020 (la seconda edizione) ed è legato a un'ordinanza municipale sulla gestione dei rifiuti, che vieta la vendita di bicchieri di vetro, pet o alluminio: le «capannette» prestano quindi ai clienti i bicchieri trattenendo una cauzione (vale anche per i taglieri ma è più alta: 10 franchi) che viene poi restituita alla riconsegna.
E qui intervengono «loro». Minorenni ma anche adulti, in alcuni casi veri e propri habitué dell'accattonaggio - sembrerebbe - provenienti per lo più da fuori città, o addirittura da oltre confine. I primi casi di accattonaggio legato ai resi sono stati segnalati già nel 2023, ma da allora la situazione non sembra essere migliorata. «Al momento della consegna rivediamo spesso le stesse facce, e non sono quelle dei clienti che avevano preso da bere» conferma un esercente. «Di per sé non è un problema, purché non disturbino la clientela».
«Insistenza» e qualche furto
Altre voci sono più severe. «Il problema è l'insistenza con cui vengono importunati gli avventori» sottolinea un esercente. «È anche brutto chiedere una cauzione alla clientela, sapendo che poi probabilmente non saranno loro a ritirarla, ma qualcun altro». La situazione sarebbe nota anche agli organizzatori e alle forze dell'ordine. «La verità è che finché il Comune non cambierà il sistema di raccolta, e continuerà ad attribuire un valore ai bicchieri, ci sarà sempre chi ne approfitta».
Che si tratti di una pratica impropria è fuori di discussione. L'accattonaggio è vietato in Ticino dalla legge sull'ordine pubblico e di recente la Città di Lugano ha confermato una recrudescenza del fenomeno, avvertito come «molesto» da molti cittadini. A Lugano Marittima il mercato vale in potenza decine di migliaia di franchi, se si considera la media di afflusso dell'ultima edizione (2mila persone al giorno, con più consumazioni a testa) e non stupisce che attiri diversi «intraprendenti». Gli esercenti riferiscono di singoli accattoni che «si presentano con 50-100 bicchieri per volta» più volte a serata. Moltiplicato per due franchi, è un bel flusso di denaro che esce dal sistema di cassa, naturalmente senza venire poi dichiarato.
Il Comune: «Cerchiamo soluzioni»
Il Comune conferma di essere al corrente del problema. In alcuni casi gli esercenti avrebbero anche riferito di veri e propri furti di bicchieri a danni dei clienti, spiegano dalla Divisione Eventi. «Il fenomeno esiste e anche per questo a partire da quest'anno il dispositivo di sorveglianza e sicurezza è stato potenziato». A Palazzo Civico c'è anche consapevolezza del fatto che «il sistema dei resi in capo ai singoli esercenti presenta delle problematiche e andrebbe rivisto» anche se trovare soluzioni alternative non è facile, salvo investire risorse pubbliche a fondo perduto. A Lugano Marittima, ricordano dalla Divisione, la gestione è in capo ai privati e l'iniziativa per le casse comunali è a «guadagno zero». Diversamente che per le persone che praticano l'accattonaggio.