Idrocarburi nel Cassarate, si andrà in aula

Archiviato con quattro assoluzioni in Appello il caso dello sversamento di acqua contaminata nel Vedeggio del gennaio 2017, un altro inquinamento di un fiume nel Luganese si appresta a entrare in un’aula di tribunale. Parliamo dell’inquinamento da idrocarburi nel Cassarate dello scorso 18 luglio.
Stando a nostre verifiche, l’incarto aperto per il reato di infrazione alla Legge federale sulla protezione delle acque è sfociato in due decreti di accusa firmati dalla procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis nei confronti di altrettante persone (due uomini, entrambi cittadini svizzeri). I decreti sono stati oggetto di opposizione, per cui si andrà di fronte alla Pretura penale.
In zona al Maglio
Lo sversamento, lo ricordiamo, era avvenuto nella serata del 18 luglio. L’allarme era arrivato attorno alle 19.40, con una notifica di AlertSuisse – l’applicazione dell’Ufficio federale della protezione della popolazione che informa su potenziali eventi pericolosi – che aveva segnalato l’inquinamento con conseguente divieto di balneazione fino alla Foce di Lugano. La causa era da ricondursi in un’importante perdita di idrocarburi in territorio di Davesco-Soragno, in zona al Maglio, i quali sarebbero scesi nel Cassarate da una roggia. Sul posto erano intervenuti la polizia cantonale – con in supporto la polizia Città di Lugano e la polizia Ceresio Nord –, i pompieri di Lugano e gli specialisti dell’Ufficio della caccia e della pesca (UCP) e del nucleo operativo incidenti della Sezione della protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo (SPAAS).
L’inquinamento era stato arginato con barriere galleggianti posate tra Davesco e la Foce e neutralizzato con l’apposito materiale assorbente. Quattro giorni dopo, il 22 luglio, il Cassarate era tornato di nuovo balneabile.