Bellinzona

Ignazio Cassis: «Capisco i manifestanti, ma solo gli USA possono cambiare le cose»

Il consigliere federale commenta il presidio rumoroso contro il genocidio in Palestina organizzato all'esterno del Teatro sociale, dove si svolgeva un evento sul tema dei bilaterali con l'UE
© Ti-Press / Francesca Agosta
Red. Online
19.09.2025 21:26

È stata una serata movimentata a Bellinzona. Il focus, al Teatro Sociale, dovevano essere gli accordi bilaterali con l'Unione europea, invece l'attenzione è stata totalmente catturata da quello che succedeva all'esterno. Circa 150 persone hanno infatti risposto all'appello del Coordinamento Unitario a Sostegno della Palestina (CUSP), il quale aveva convocato un «presidio rumoroso» per protestare contro l'arrivo del consigliere federale Ignazio Cassis

Il direttore del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) era infatti tra gli ospiti della serata organizzata congiuntamente dalla Camera di commercio e dalla Società svizzera per la politica estera, rappresentata quest'ultima dal consigliere nazionale socialista Jon Pult. Ospiti, oltre al consigliere federale Cassis, la presidente di UNIA Vania Alleva, la direttrice di Economiesuisse Monika Rühl e il presidente del Consiglio della SUPSI Giovanni Merlini.

I manifestanti hanno atteso l'arrivo dei partecipanti all'esterno del Teatro Sociale, muniti di striscioni, bandiere palestinesi, pentole e mestoli, urlando slogan pro-Palestina. Una protesta rumorosa contro il Consiglio federale, accusato di complicità con il genocidio a Gaza, con Berna che «non fa abbastanza» per fermarlo. I manifestanti hanno chiesto una presa di posizione chiara da parte della Svizzera, in particolare in vista della prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il CUSP ha anche distribuito un volantino con una domanda provocatoria: «Quando le prossime generazioni ti chiederanno "cosa hai fatto durante il genocidio in Palestina?" cosa risponderai?».

Non sono mancati i momenti di tensione con le forze dell'ordine. In particolare all'arrivo del consigliere federale Ignazio Cassis, accompagnato all'interno del Teatro dall'ingresso posteriore. «È un peccato, perché la protesta è legittima e avremmo anche dato voce ai manifestanti se si fossero presentati in maniera educata e civile», ha commentato il direttore della Camera di commercio, Luca Albertoni. «Invece, sono volati insulti e i manifestanti hanno bloccato l'accesso al nostro evento. Questo mi sembra un atteggiamento molto poco democratico. Siamo delusi». All'evento, dice Albertoni, avrebbero dovuto partecipare circa 200 persone, ma «solo la metà sono riuscite a entrare».

Il direttore del DFAE, da noi sollecitato, ha commentato la manifestazione bellinzonese: «In questo momento vediamo proteste in tutta Europa. È stata addirittura interrotta la Vuelta in Spagna, un Paese che ha deciso di riconoscere la Palestina. Questo ci fa capire che il posizionamento politico dello Stato giocherà un ruolo nella situazione, ma che forse non è preponderante. Il ruolo preponderante credo che sia la sofferenza di queste persone nel vedere la guerra e nel vedere soprattutto queste immagini terribili di bambini morenti o affamati e quindi l'incapacità di farsene una ragione e di accettare la brutalità del mondo». Cassis ha quindi sottolineato la «difficoltà del momento che stiamo vivendo» ma ha pure precisato: «Credo che sia giusto capire che, malgrado tutta la buona volontà di tantissimi Paesi al mondo, ce n'è solo uno che può cambiare la realtà sul terreno e sono gli Stati Uniti. Una frustrazione gigante per chiunque, però è la realtà dei fatti e con questa dobbiamo convivere».

Per quanto riguarda i manifestanti, infine, il capo del DFAE ha espresso «piena comprensione», pur aggiungendo che «bisogna imparare a manifestare nel rispetto degli altri e delle regole democratiche. C'è libertà di parola e di manifestazione, ma è giusto che ognuno faccia sentire la propria voce».

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