Mendrisio

Il gas e quelle oscillazioni (im)prevedibili

Il caso politico che sta ruotando attorno al dicastero delle Aziende Industriali locali accende i riflettori anche sulle tariffe del gas, sostanzialmente raddoppiate – C’è chi denuncia una mancata strategia e troppo attendismo
©Chiara Zocchetti

Undici novembre 2022: la Città di Mendrisio pubblica le tariffe del gas dell’anno che sta per cominciare. L’aumento era già stato ampiamente previsto (e comunicato). Ma in pochi – esclusi gli addetti ai lavori – avrebbero pensato che i cittadini di Mendrisio avrebbero praticamente pagato il doppio. Per una casa monofamiliare di 5 locali – si spiegava nell’annesso comunicato stampa – l’aumento del costo annuo è pari a 1.381 franchi. Un «colpo» per molte famiglie. Le cause? Facilmente individuate: il periodo pandemico aveva già portato i primi segnali di aumento, lo scoppiare del conflitto in Ucraina ha fatto – in maniera devastante – il resto. Sorge, ora, una domanda: tutto ciò non poteva essere evitato? Il tema è caldo, anche perché a Mendrisio è nato il «caso Cerutti» – ovvero del municipale PLR Massimo Cerutti –, culminato con la decisione di togliergli temporaneamente la responsabilità del dicastero AIM (le Aziende industriali che gestiscono, tra l’altro, elettricità e gas). «È chiaro che sugli errori di impostazione e di strategia di acquisto, a posteriori tutti sappiamo ergerci analisti, ma purtroppo quando siamo legati a dei fattori borsistici, il tutto diventa molto più complicato», si è difeso, in Consiglio comunale il 18 gennaio scorso, il capodicastero. E ancora: «È vero sono stati fatti degli errori, dobbiamo però pensare che il modello AIM fino al 2022 ha sempre funzionato. Siamo in una situazione particolare e la cosa è andata purtroppo fuori controllo».

Ma, rilanciamo, non c’era possibilità di evitare un rincaro così marcato? I vertici delle AIM avrebbero potuto agire diversamente? Forse sì. Segnali di un mercato con oscillazioni preoccupanti c’erano infatti già prima che la situazione diventasse «particolare», quindi prima dello scoppio del conflitto. E il capodicastero lo sapeva. Lo dimostrerebbe anche uno scambio di missive di cui siamo entrati in possesso. Già nel settembre del 2021 alla direzione delle AIM erano stati chiesti lumi. «Per il 2023 – si legge in una comunicazione del direttore delle AIM, con copia al capodicastero –, che è già in parte coperto, non possiamo oggi escludere un qualche ritocco verso l’alto delle tariffe, essendo il prezzo sui mercati all’ingrosso effettivamente in salita».

Prima dopo lo scoppio

Come noto, a febbraio 2022 il conflitto scoppiato in Ucraina ha stravolto il mercato delle tariffe del gas. Il 26 febbraio di quell’anno – tre mesi dopo il primo scambio epistolare – vengono nuovamente interpellati i vertici di AIM: di quanto sarà l’aumento delle tariffe? «Per il 2023 già abbiamo acquistato a buon prezzo il 50% del gas e ci manca dunque la metà» – rassicurava il direttore nella risposta datata 9 marzo. Con un «però»: «Se acquistassimo oggi tutto il gas che ci manca per il 2023 esso costerebbe il 130% in più di quanto pagato per l’approvvigionamento del 2022 e di metà del 2023». Fatti due calcoli, l’acquisto del gas nel 2023 sarebbe risultato più caro «del 65 per cento». Poi la precisazione: «A breve l’approvvigionamento non appare comunque essere in discussione, per il momento è ‘solo’ un problema di prezzi alti». Com’è andata a finire si sa: le tariffe sono sostanzialmente raddoppiate. Dalle informazioni in nostro possesso, una fetta considerevole del gas mancante sarebbe stata acquistata soltanto durante l’estate scorsa. Insomma, stando a quanto ricostruito c’era ampio margine per agire diversamente sul mercato dell’approvvigionamento del gas e i responsabili ne erano al corrente. Secondo nostre fonti, una parte delle responsabilità sarebbe da attribuire a una cronica mancanza di strategia e pianificazione da parte dei vertici aziendali, chiamati ad operare su un mercato che muove tanti soldi. «È vero, sono stati fatti degli errori – si è difeso Cerutti in Consiglio comunale –, ma vi posso assicurare, guardandovi negli occhi, che l’energia non la compra il capodicastero, ma persone che gestiscono queste cose da tantissimi anni». Frasi che vengono messe in discussione dalle nostre fonti, anche in considerazione del fatto che, come detto, già nel settembre del 2021 (quattro-cinque mesi prima dell’inizio della guerra) si poteva intervenire in maniera più strategica sull’acquisto del gas. A evitare il ripetersi, in futuro, di situazioni simili, potrebbe ora essere la nuova strategia AIM, presentata alla Gestione meno di un mese fa.

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