Ticino

«Il Governo non si nasconda dietro a un dito»

Il deputato dell'MpS Matteo Pronzini critica il prospettato rifiuto dell'Esecutivo a presentare un documento sul mini arrocco in vista della seduta straordinaria del 25 agosto
©Gabriele Putzu
Paolo Gianinazzi
07.08.2025 18:44

«Mi sembra che stiano andando a sbattere la testa contro un muro. In Gran Consiglio qualsiasi trattanda viene fatta sulla base di un rapporto. E questo per un semplice motivo: permettere a tutti di prepararsi e di argomentare. Questo rifiuto del Governo, questa cocciutaggine, evidentemente non permette di stemperare la situazione».

Non è per niente soddisfatto, per usare un eufemismo, il deputato dell’MpS Matteo Pronzini, riguardo al prospettato rifiuto dell’Esecutivo di presentare un rapporto al Legislativo – dodici giorni prima della seduta straordinaria dedicata al «mini» arrocco – in merito ai motivi che l’hanno portato ad approvare, all’unanimità, lo scambio di competenze tra i «ministri» leghisti Norman Gobbi e Claudio Zali. Un rifiuto che, come brevemente riferito nell'edizione cartacea di ieri, con ogni probabilità sarà formalizzato dal Consiglio di Stato nei prossimi giorni. Il motivo? Il Governo non intende giustificare tramite tale rapporto una decisione che è di sua esclusiva competenza. Così facendo, in sostanza, creerebbe un precedente, in barba alla separazione dei poteri.

Ad ogni modo, il rifiuto del Governo è visto con grande scetticismo (altro eufemismo) dai promotori della seduta straordinaria, agendata il 25 agosto.

Ancora Pronzini: «Anche per il preventivo discutiamo di decine di misure che sono di competenza dell’Esecutivo. Ma ciò non impedisce al Governo di spiegare le motivazioni dietro quelle decisioni». Insomma, evidenzia il granconsigliere dell’MpS, «che nessuno si nasconda dietro a un dito: il Governo ha preso una decisione politica all’unanimità, si prenda le sue responsabilità e abbia il coraggio di difendere e spiegare la sua posizione».

Anche perché, aggiunge Pronzini, «siamo consapevoli che spetta al Consiglio di Stato decidere come organizzarsi al suo interno, ma ciò non vieta che debbano spiegare al Parlamento, che svolge l’alta vigilanza, e alla popolazione una decisione che nessuno ha compreso».

In ogni caso, chiosa il deputato, ora attendiamo l’ufficialità della decisione. E nei prossimi giorni assieme agli altri deputati che hanno aderito alla richiesta di una sessione straordinaria (ndr. 37 in tutto) valuteremo eventuali altri passi da intraprendere».

A criticare il prospettato rifiuto del Governo, da noi contattata, è anche la deputata di Avanti con T&L, Amalia Mirante: «Sono delusa, anche se purtroppo non sorpresa», ha dichiarato contattata dal Corriere del Ticino. «Ancora una volta il Consiglio di Stato sembra aver scelto l’opacità, rifiutando di dare risposte al Parlamento e alla popolazione. A tutt’oggi, i ticinesi non sanno ancora perché sia stata decisa questa manovra di arrocco. Eppure hanno il diritto di saperlo». Per Mirante, dunque, «il rifiuto di presentare un rapporto sarebbe gesto grave, che alimenterebbe sfiducia e allontanerebbe ulteriormente le istituzioni dai cittadini». Un’ostinazione a non rendere conto che, chiosa la deputata «avrebbe il sapore dell’arroganza».

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