Il caso

Il lupo imbarazza la Foca

Il Consiglio di Stato prende tempo e non autorizza l’uccisione dell’animale che ha predato quindici pecore a Cerentino – La questione divide DT e DFE

Il Consiglio di Stato prende tempo: il lupo che lo scorso 26 aprile ha predato una quindicina di pecore a Cerentino, scatenando un’azione di protesta degli allevatori davanti a Palazzo delle Orsoline, per ora non verrà abbattuto. È quanto si evince da una stringata comunicazione del Governo, il quale ha approfondito la questione «alla luce delle recenti predazioni e delle sollecitazioni ricevute da parte degli allevatori colpiti», decidendo appunto di non autorizzare l’uccisione dell’animale. Il Consiglio di Stato, si legge, è «consapevole delle problematiche derivanti dall’accresciuta presenza del lupo sul territorio» ma, «tenuto conto delle necessità di applicare il quadro legislativo alla particolare realtà agricola del contesto territoriale cantonale, ritiene necessario proseguire con ulteriori approfondimenti giuridici». La scelta del Governo, va detto, non stupisce in quanto anche in passato il direttore del DT Claudio Zali si era sempre mostrato cauto su possibili abbattimenti (dal 2000 a oggi il Cantone ha autorizzato un solo abbattimento, nel 2017: quello del lupo M75). Il dossier è in mano a DT e DFE (cui fa capo la Sezione dell’agricoltura) e, stando a nostre informazioni, ci sarebbe una divergenza di vedute tra i due dipartimenti. In ogni caso, una decisione definitiva è attesa nei prossimi giorni e questi approfondimenti di natura giuridica dovrebbero permettere al Governo di mettersi al riparo da possibili ricorsi.

I paletti legislativi

E tra chi potrebbe contestare l’abbattimento del lupo c’è il WWF. «L’ultima parola spetta alla sede centrale di Zurigo, cui trasmetteremo l’eventuale decisione da parte del Cantone», spiega il responsabile del WWF per la Svizzera italiana, Francesco Maggi. La legge federale prevede che un lupo possa essere abbattuto se ha sbranato 10 capi, a patto che gli allevatori abbiano disposto recinzioni e usato cani da gregge. Ma la questione non è così semplice: «Ci sono diversi aspetti critici da valutare», prosegue Maggi. «Per prima cosa, se è coinvolto più di un lupo è l’Ufficio federale dell’ambiente che decide e, se si tratta di un branco, non lo si può abbattere. Si possono invece regolare i cuccioli».

La legge federale è piuttosto complicata, è vero. Probabilmente, quindi, il Consiglio di Stato teme che, in caso di abbattimento, qualcuno faccia ricorso
Armando Donati, presidente dell’Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori

«Decisione incomprensibile»

Tornando alla comunicazione del Governo, la stessa non è stata gradita dagli allevatori. «Non è certo un bel segnale», commenta Armando Donati, presidente dell’Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori. «La legge federale è piuttosto complicata, è vero. Probabilmente, quindi, il Consiglio di Stato teme che, in caso di abbattimento, qualcuno faccia ricorso. Da parte mia, però, non posso che constatare con rammarico che, mentre il nostro Esecutivo si mostra attendista, altri Cantoni, come Grigioni e Vallese, procedono in maniera molto più spedita con gli abbattimenti. Senza, quindi, il bisogno di fare ogni volta continui approfondimenti». In attesa di una decisione dell’Esecutivo, tra gli allevatori «la tensione aumenta di giorno in giorno: ci sentiamo abbandonati dalle autorità».

«Continuare a temporeggiare è davvero inaccettabile e incomprensibile», dice invece l’Unione contadini ticinesi (UCT). «Non si capisce neppure bene cosa debba ancora approfondire il Governo, visto che la revisione dell’ordinanza sulla caccia è entrata in vigore il 15 luglio 2021. Perché questi approfondimenti non sono stati fatti prima?». I contadini, prosegue l’UCT, «si sentono completamente dimenticati, mentre invece avrebbero assoluta necessità di ricevere un segnale forte da parte del Cantone. Il Governo, invece, per tutta risposta tergiversa, e anzi sembra voler andare in senso contrario a quanto ormai chiediamo da tempo, ossia l’abbattimento dei lupi di Cerentino e Novazzano, che hanno predato in maniera sproporzionata». Anche perché, prosegue l’UCT, «in altri cantoni i Governi sono molto più pragmatici. In Ticino, invece, sembra non importare molto della condizione in cui versano le famiglie contadine, abbandonate a loro stesse. È gravissimo, ma soprattutto è molto triste». E il dito è puntato soprattutto contro l’Esecutivo, visto che «i funzionari si sono mossi per tempo e, dopo aver visto le situazioni specifiche, hanno raccomandato l’abbattimento. E allora perché – si chiede l’UCT – il Governo si ostina a non volerli ascoltare e a non attuare quanto stabilito dalla Legge?».

Giustizia fai-da-te?

Non sono mancate neppure le reazioni contrariate della politica. Proprio ieri mattina, le sezioni del PPD dei Distretti di Leventina, Blenio e Mendrisiotto avevano chiesto al Governo di intervenire «in modo incisivo e celere per arginare e risolvere la problematica del lupo in Ticino mettendo in campo soluzioni concrete e concordate con il settore agricolo». «È evidente che il Governo non ha capito la realtà del mondo rurale e contadino», commenta amareggiato il presidente del PPD bleniese (e già deputato), Simone Ghisla. «Siamo a metà maggio, tra poco verranno caricati gli alpi e mi aspetto altre problematiche simili nei prossimi mesi». Ossia altri attacchi da parte del lupo: «Per i contadini implementare ulteriori misure di protezione è oggettivamente impossibile. La non decisione del Governo delude e non è accettabile. Temo che qualcuno possa farsi giustizia da sé». Una scelta, questa, che avrebbe ripercussioni di natura penale. Proprio ieri, infatti, la polizia svittese ha sporto denuncia contro ignoti poiché l’esame della carcassa del lupo investito da un treno ad Arth-Goldau lo scorso 30 marzo ha rivelato che l’animale, possibile autore di predazioni a Svitto e Zurigo, era stato precedentemente ferito da un proiettile.

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