La reazione

Il PLRT dopo le minacce a Cassis: «Sì alla protesta, no a intimidazioni e violenze»

Il Partito liberale radicale ticinese esprime profondo disappunto per il clima di aggressività alla manifestazione di Bellinzona
© Ti-Press/Francesca Agosta
Red. Online
20.09.2025 11:00

Bellinzona, ieri, ha avuto una serata alquanto movimentata. E violenta. Il focus, al Teatro Sociale, dovevano essere gli accordi bilaterali con l'Unione Europea, invece l'attenzione è stata totalmente catturata da quello che succedeva all'esterno. Circa 150 persone hanno infatti risposto all'appello del Coordinamento Unitario a Sostegno della Palestina (CUSP), il quale aveva convocato un «presidio rumoroso» per protestare contro l'arrivo del consigliere federale Ignazio Cassis. Non sono mancati i momenti di tensione con le forze dell'ordine. In particolare, sia all'arrivo sia alla partenza di Cassis.

Il Partito liberale radicale ticinese (PLRT), tramite una nota, ha espresso «profondo disappunto per quanto avvenuto ieri sera a Bellinzona, dove una manifestazione è sfociata in inseguimenti e intimidazioni ai danni di partecipanti e invitati, tra cui il consigliere federale Ignazio Cassis».

In Svizzera, si legge, «manifestare è un diritto tutelato dalla nostra Costituzione — anche in forma di presidio rumoroso — e lo rispettiamo senza ambiguità. È altrettanto diritto, però, poter partecipare serenamente a eventi pubblici: invece, molte persone — anche lontane dalla politica — non hanno potuto farlo a causa del clima creato fuori dalla sala».

E ancora: «Le atrocità a Gaza sono evidenti e vanno condannate; preoccupano tutti, indipendentemente dalle opinioni politiche. Come ha ricordato il Consigliere federale Cassis, "Tutti noi soffriamo nel vedere le stesse immagini che vedono i manifestanti". Ma proprio perché soffriamo, non possiamo accettare che il dissenso degeneri in sopraffazione, minacce o blocchi che impediscono ad altri cittadini di esercitare le proprie libertà».

La nostra storia nazionale, ribadisce il PLRT, «si fonda su costituzionalità, responsabilità e mediazione. La Svizzera ha spesso ricoperto un ruolo cruciale di mediatrice nei conflitti e di partner affidabile nel dialogo internazionale: un patrimonio che ci impegna a coniugare la forza delle convinzioni con la misura dei comportamenti, anche nelle piazze. La libertà di espressione esige reciprocità: chi protesta rispetta le regole, chi partecipa a un evento deve poter entrare e uscire senza timori. Non è normale né accettabile che degli invitati — tra cui persone anziane — siano costretti a rimanere chiusi in un edificio, protetti da cordoni di polizia in assetto antisommossa. Il PLRT ringrazia le forze dell’ordine per la professionalità con cui hanno impedito l’escalation, malgrado la presenza di alcuni esagitati. La fermezza dello Stato di diritto e la cultura del dialogo sono la migliore risposta a ogni tentativo di intimidazione».

Infine, chiosa il Partito, «è doveroso chiarire il contesto internazionale: i veti – anche recentissimi – al cessate il fuoco immediato al Consiglio di sicurezza dell’ONU sono posti dagli Stati Uniti. Non certamente dalla Svizzera o dal consigliere federale Cassis. Il PLRT invita tutte le parti a riconoscere i limiti che garantiscono la libertà di tutti: sì alla protesta, no alle intimidazioni. È così che si onorano la nostra democrazia e la tradizione svizzera di rispetto, civiltà e mediazione».