Il ricorso è respinto, ma la battaglia non si ferma

La storia infinita dell’Oratorio di Giubiasco si «arricchisce» di due nuovi capitoli. Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso inoltrato da un cittadino contro la concessione da parte del Consiglio comunale di Bellinzona di un credito di 2,7 milioni di franchi per completare la trasformazione del complesso in Centro sociale e culturale intergenerazionale, il cui cantiere è fermo da due anni a seguito del sorpasso di spesa nella realizzazione. Il progetto, tuttavia, al momento non potrà avanzare. Lo stesso cittadino ha infatti deciso di proseguire la sua battaglia, contestando la sentenza del Governo al Tribunale amministrativo cantonale. Prima di respingere il ricorso, il Consiglio di Stato si era espresso anche sulla richiesta del Municipio cittadino di revocare l’effetto sospensivo in attesa della decisione di merito sul ricorso. Revocare l’effetto sospensivo avrebbe infatti consentito di riprendere i lavori, anticipando in sostanza la sentenza. Che come detto ora c’è, ma viene nuovamente contestata.
Un iter travagliato
L’allora Legislativo di Giubiasco vota il credito di 7,95 milioni per la riqualifica dell'Oratorio il 12 ottobre 2015. I lavori iniziano il 7 giugno 2017. Il 19 febbraio 2020 il Dicastero opere pubbliche (DOP) sottopone all’Esecutivo una risoluzione di presa d’atto della proiezione di spesa che sale a 10,16 milioni (+28%). L’incarto viene rinviato al DOP per «approfondimenti e possibile correzione». Il bubbone viene a galla pubblicamente e il 15 aprile dello stesso anno scatta il blocco dei lavori. Il progetto viene poi ripreso in mano e il 16 maggio 2022 il Legislativo cittadino approva il credito non senza manifestare perplessità su come è stato gestito il dossier. L’obiettivo, al momento di presentare il progetto di ripresa dei lavori ai consiglieri, era quello di inaugurare il centro culturale intergenerazionale all’inizio del 2023 dopo 6-8 mesi di cantiere, con una spesa complessiva che alla fine potrebbe sfiorare gli 11 milioni. Un'agenda che inevitabilmente è slittata e ora slitta di nuovo a causa dei ricorsi.