Il Tour de France in Ticino? Buone notizie da Parigi

Da cosa nasce cosa. L’idea di ospitare un grande evento ciclistico internazionale a Bellinzona si sta sviluppando, sino ad abbracciare l’idea di estenderlo all’intero territorio ticinese. Dopo che la provocazione era stata lanciata dal direttore di Banca Stato Fabrizio Cieslakiewicz proprio sul CdT, e che il tema aveva tenuto banco per qualche giorno, le discussioni dietro le quinte sono proseguite in sordina nel corso dell’estate. L’idea iniziale consisteva nel tentare di organizzare nuovamente, stavolta nel Sopraceneri, i Mondiali su strada che il Sottoceneri ha già proposto quattro volte, l’ultima nel 2009 a Mendrisio. Poi si è evoluta, in particolare quando l’ex ciclista professionista e giornalista Antonio Ferretti ha formulato una controproposta: perché invece non puntare su alcune tappe del Tour de France, considerato il terzo maggior evento sportivo dopo le Olimpiadi e i Mondiali di calcio, che favorisce un ritorno d’immagine maggiore rispetto alla rassegna iridata pur richiedendo un impegno finanziario nettamente minore, ovvero circa 3-6 milioni contro 20?
Un piatto che fa gola a molti
Ebbene, quel «controprogetto» sembra aver fatto breccia nel ristretto ma determinato gruppo di persone che ci sta lavorando, e pare proprio che ora si voglia andare in quella direzione. Ne è chiara testimonianza il fatto che lo stesso Antonio Ferretti negli scorsi giorni ha preso un TGV e si è recato a Parigi per incontrare il direttore del Tour de France Christian Prudhomme ed il suo assistente. I riscontri sono stati positivi: i responsabili della più famosa corsa ciclistica del mondo sono in sostanza disponibili ad entrare in materia per l’organizzazione, in una delle prossime edizioni, di alcune tappe (magari le prime tre cronoprologo compreso), coinvolgendo buona parte del territorio cantonale. Del resto è oramai una tradizione per il grande giro a tappe quella di partire dall’estero: lo scorso luglio è toccato alla Danimarca, l’anno prossimo sarà volta dei Paesi Baschi; nel 2024 toccherà a Firenze in onore a Bartali, toccando poi la Romagna di Pantani e seguendo pure le orme del «Campionissimo» Fausto Coppi; per il 2025 c’è l’ipotesi britannica. Il 2026 sarà l’anno del Ticino? Molto più probabilmente si andrà al 2027 o al 2028, se la cosa dovesse... giungere al traguardo. C'è però da lavorare sodo, e anche piuttosto velocemente: il piatto fa gola a molti, e la concorrenza è spietata.
Per ogni franco investito ne tornano 3
Come anticipato le ricadute per l'economia locale sarebbero importanti: si stima che per ogni franco speso nell'organizzare un evento simile, 3 ritornano sul territorio: non solo in termini di introiti diretti (tra alberghi pieni ed economia locale al lavoro) ma pure in prospettiva, con quelle immagini bucoliche in mondovisione, a cui siamo abituati durante il Tour, che in quel caso pubblicizzerebbero le bellezze ticinesi a livello turistico. I promotori non hanno quindi dubbi: si tratta anche di un ottimo investimento.
Fondamentale il sostegno politico: Macron insegna
Quale lo step successivo, quindi? Il gruppo di lavoro capitanato da Fabrizio Cieslakiewicz, che si avvale anche della collaborazione del deputato e uomo di sport Bixio Caprara, intende coinvolgere la politica. La politica cantonale, quella delle altre città ticinesi (dopo il contatto già stabilito con il Municipio di Bellinzona) ma probabilmente anche quella federale, a questo punto. Al fine di avere delle chance di riuscita, una candidatura di questo genere deve assolutamente avvalersi del sostegno formale, nero su bianco, delle autorità. Solo così una macchina organizzativa seria ed esigente come quella del Tour prende in considerazione le proposte di ospitare «Le grand départ». Che il sostegno della politica sia fondamentale lo dimostra anche la cronaca: proprio nelle scorse ore l’edizione 2027 dei Campionati del mondo di ciclismo su strada è stata assegnata all’Alta Savoia, con quella Sallanches che nel 1980 incoronò il leggendario Bernard Hinault. E gli insider raccontano che decisivo è stato l’intervento nientemeno che del presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron...
