In Ticino si muore (letteralmente) di caldo

Il rimedio della signora Maria contro la canicola è semplice: dissemina la casa di bicchieri d'acqua. Uno sul comodino del letto, uno sul lavandino in bagno, uno su quello della cucina. «Da quando ho rifatto l'anca sinistra, faccio fatica a muovermi» spiega la 91.enne. «Devo avere le scorte a portata di mano, se no è la fine».

Durante il picco di caldo dei giorni scorsi, Maria Marchi ha chiamato il medico una sola volta («mi si erano gonfiate le caviglie così» dice, facendo il gesto con le mani) e la raccomandazione che ha ricevuto è la stessa diramata dal DSS e dal Medico cantonale alla popolazione. In sintesi: «Beva, beva, beva». Lei ha risposto che sì, beve, ma «quando mi arriva la fattura dell'acqua chi me la paga?».
Spitex sotto pressione
Con il record delle temperature nel weekend anche i ricoveri ospedalieri hanno toccato un picco, in Ticino, e le persone anziane sono naturalmente quelle più esposte ai rischi. Disidratazione, ipotensione, svenimenti e cadute: l'infermiera Assunta Romilio dello spitex ScuDo riassume in sequenza quelle che sono «le problematiche più diffuse in questo momento».
Romilio ha visitato la signora Marchi alle 7.00 di mattina («mi aiuta a fare la doccia, sempre per via dell'anca») e poi ha proseguito il suo lungo giro a domicilio. ScuDo è uno degli spitex più grandi del Ticino, segue circa 1800 pazienti nel Luganese. Il periodo è il più intenso dell'anno: «Oltre al lavoro normale abbiamo anche molte chiamate straordinarie, soprattutto per episodi di cadute» spiega Romilio. «Anche queste sono legate al caldo: la spossatezza porta, a volte, a svenimenti».

Ancor prima che al pronto soccorso tante vittime del caldo arrivano agli spitex. È un fenomeno che si è accentuato dopo la pandemia di Covid, e con cui le cure a domicilio devono fare i conti. «È un periodo di forte sollecitazione», conferma la direttrice sanitaria Rosaria Pezzoli. Dei pazienti seguiti da ScuDo l'85 per cento anziani. «Non solo gli assistiti, ma anche i nostri operatori sono messi a dura prova e devono mantenere un supporto adeguato».
Morire di caldo
«Buona parte dei casi di malessere non arrivano nemmeno in ospedale», sottolinea Alessandra Viganò, direttrice sanitaria dell'Alvad. Nel Locarnese e Vallemaggia l'associazione d'estate registra un aumento di pazienti (1.929 quelli seguiti nel 2024, di cui 1.587 anziani) legati all'arrivo di villeggianti dalla Svizzera tedesca, oltre che al caldo. «Molti anziani chiamano noi per paura di andare in ospedale, è una tradizione, ma dopo la pandemia è diventata quasi la norma». Per fortuna la sensibilizzazione e il controllo a domicilio di alcuni parametri - ombreggiatura, idratazione, anche l'abbigliamento del paziente - prevengono il degenerare di molte situazioni a rischio.
Morire di caldo non è un'iperbole. Nell'ondata di calura in corso non si sono ancora registrati decessi (secondo i dati attualmente disponibili) ma negli anni scorsi il Ticino è stato il cantone in Svizzera con la maggiore incidenza di morti dovute alla canicola: 46 casi nel 2023, 59 nel 2022 secondo le statistiche dell'UFSP. «Il motivo principale è legato all'esposizione geografica alle alte temperature, e anche all'età media della popolazione, più alta che altrove», sottolinea il presidente del Gruppo operativo salute e ambiente del Cantone, il dottor Federico Peter. «La sovramortalità legata al caldo è un fenomeno monitorato a livello nazionale dall'UFSP». I dati, sottolinea Peter, confermano che gli anziani sono più a rischio: su 542 decessi in Svizzera riconducibili al caldo nel 2023, 514 erano persone over 75.
La pressione che scende
Di caldo si muore dunque. Per prevenire il temuto aumento di decessi, il DSS settimana scorsa ha rilanciato la campagna di sensibilizzazione assieme al DFE. La prevenzione passa da piccoli gesti quotidiani, come quelli della «sciura Maria» che non ha letto il sito ad hoc predisposto dal Cantone ma si affida al buon senso, un po' come per le truffe del falso poliziotto («con me ci hanno provato due volte, ho riattaccato»). Tapparelle chiuse, ventilatore acceso - ne ha uno solo, in sala - e una piccola ventola portatile che ha sempre con sé.

Il trucco più importante è l'auto-osservazione. «Gli anziani sentono meno la sete, è questo il problema», sottolinea l'infermiera Assunta. Lo stratagemma dei bicchieri è un'idea della signora Maria, e funziona. Un'altra buona idea è monitorarsi spesso la pressione: questa mattina è a 70-140 («ottima, io la preferisco un po' alta»), ieri la massima era scesa a 132 («infatti non ero troppo in forma»).
Le raccomandazioni non valgono solo per gli anziani. La scarsa idratazione ha conseguenze anche per tutti, più e meno giovani: anche la fotografa e il giornalista, nelle ore più calde del lavoro, possono avere un calo di pressione. Una controllata con l'apparecchio apposito può riservare delle sorprese (per il giornalista minima 70 e massima 100, «bassina» conferma Assunta) ed è la prova che come sempre, e ancor più durante la canicola, è bene seguire i consigli degli anziani.