Gran Consiglio

Incentivi alle auto elettriche, «sarebbe peccato eliminarli»

Con un emendamento Nadia Ghisolfi e Fiorenzo Dadò (Il Centro/PPD) chiedono di ribaltare il cambio di rotta proposto dalla Commissione ambiente, rinunciando però al contributo di 2.000 franchi richiesto ai concessionari
©Gabriele Putzu
Paolo Gianinazzi
11.10.2022 06:00

Eliminare completamente gli incentivi cantonali per l’acquisto delle vetture elettriche? No, in Parlamento non tutti sono d’accordo e, tramite un emendamento che sarà presentato la prossima settimana in Gran Consiglio, la deputata Nadia Ghisolfi e il presidente del Centro/PPD Fiorenzo Dadò intendono ribaltare la proposta della Commissione ambiente, territorio ed energia (di cui abbiamo riferito la scorsa settimana).

La Commissione, ricordiamo, ha proposto un netto cambio di rotta in merito agli incentivi per la mobilità elettrica: il Consiglio di Stato nel suo messaggio del 2021 proponeva di stanziare undici milioni di franchi, di cui sei destinati agli incentivi per l’acquisto di auto elettriche e 1,5 per l’installazione di colonnine di ricarica; l’organo parlamentare, però, nel rapporto firmato il 29 settembre 2022 ha proposto al plenum di eliminare la parte relativa alle vetture elettriche, orientando i sei milioni per favorire ancora di più l’installazione dei sistemi di ricarica.

Un cambio di rotta che i due granconsiglieri del Centro /PPD non condividono e sperano di poter ribaltare in aula. Tramite l’emendamento chiedono infatti di ristabilire i sei milioni per incentivare l’acquisto di auto elettriche. Ma non solo: per ovviare a una criticità sollevata dal mondo dell’automobile, propongono pure di stralciare una delle condizioni per ottenere i 2.000 franchi del sussidio cantonale, ossia che anche il concessionario, a sua volta, ne debba mettere a disposizione altri 2.000.

La controproposta

«Sarebbe un vero peccato rinunciare agli incentivi per i veicoli elettrici», spiega da noi contattata Nadia Ghisolfi. «Gli aiuti per installare le colonnine di ricarica vanno bene e devono restare – prosegue la deputata del Centro/PPD –, ma pure quelli destinati all’acquisto di vetture non possono mancare». E questo anche perché, «come dimostrano i dati, in Ticino la quota di vetture elettriche, benché sia cresciuta, rimane molto inferiore rispetto al resto della Svizzera». Cifre alla mano, nel testo dell’emendamento viene fatto notare che per l’anno appena trascorso la quota a livello nazionale di nuove immatricolazioni di auto elettriche si è attestata all’8,2%, mentre in Ticino si è fermata al 5,9%, «posizionando il nostro cantone in quartultima posizione». Ma non solo: «È bene anche considerare che nonostante ci sia stato un aumento del 152% di immatricolazioni di automobili elettriche in Ticino, queste costituiscono meno dell’1% rispetto al totale del parco automobili in circolazione». Insomma, detto in soldoni, per Ghisolfi «non è questo il momento per rinunciare agli incentivi».

C’è poi un altro aspetto da considerare: la disparità di trattamento tra un settore e l’altro. Una criticità, già sottolineata anche dall’Unione professionale dell’automobile (UPSA), che i due deputati del Centro/PPD vogliono eliminare. «In altri settori, come quello del fotovoltaico, il Cantone non vincola l’erogazione del sussidio a un aiuto fornito dall’azienda che installa i pannelli», rimarca Ghisolfi. Ed ecco perché, venendo alla sostanza dell’emendamento, i due deputati chiedono due modifiche al rapporto della Commissione: tornare al progetto ‘originale’ del Governo (ripristinando così i sei milioni d’incentivi per l’acquisto di auto elettriche) e allo stesso tempo rinunciare a vincolare l’ottenimento del sussidio cantonale alla concessione di un contributo di pari entità da parte dei concessionari.

Tra favorevoli e contrari

Alla base del cambio di rotta della Commissione, ci aveva spiegato la scorsa settimana il relatore del rapporto, Eolo Alberti (Lega), c’è il seguente ragionamento: gli automobilisti comprano vetture elettriche a prescindere dalla presenza degli incentivi e, al contempo, uno dei motivi principali per rinunciare all’acquisto di un veicolo «green» è il mancato accesso a una colonnina di ricarica.

E, come detto, tra i critici del sistema d’incentivi proposto dal Consiglio di Stato c’è anche l’UPSA. La proposta governativa, quale premessa per l’erogazione da parte del Cantone dell’incentivo di 2.000 franchi, prevede infatti che anche il concessionario applichi uno sconto obbligatorio dello stesso valore. Ma come spiegato al CdT dal direttore dell’UPSA Ticino, Marco Doninelli, questo contributo da parte del concessionario oggi come oggi non sarebbe sostenibile in un mercato dell’automobile (specialmente tra le vetture elettriche) in cui i margini di guadagno sono molto contenuti.

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