Lugano vince contro il bar, ma legalmente la partita è aperta

Allo stato attuale, la decisione finale del Consiglio di Stato sul ricorso contro le due misure imposte l’anno scorso all’ex bar Freedom (ora ha un altro nome) dalla Città di Lugano conta nella pratica come il due a briscola. Poco o niente, quindi, perché i provvedimenti ordinati per via dei rumori molesti dentro e fuori dal locale – ovvero i divieti di usufruire della terrazza esterna dalle 22 e di utilizzare impianti di riproduzione del suono, sempre dalle 22 – avevano una durata di tre mesi, quindi da giugno a settembre 2024. Nonostante il ricorso sia dunque diventato privo di oggetto e per questo stralciato dai ruoli, il Governo ha dato ragione su tutta la linea alla Città: contrariamente a quanto sostenuto dal ricorrente – ovvero il gerente e proprietario del bar, che ha intenzione di ricorrere contro la decisione del Consiglio di Stato – la Città era «titolare della competenza per imporre le misure immediate e temporanee». Tutto risolto? Non si direbbe. Nonostante il Municipio abbia ottenuto ragione in un primo grado di giudizio, a detta di alcuni residenti (e confermatoci dalla Polizia comunale) che abitano vicino al locale la situazione è tornata come prima nonostante un periodo di calma. E questo senza un intervento della Città.
58 richieste di intervento
Ma facciamo un passo indietro per capire da dove è nata la decisione del Municipio di imporre queste due misure all’ex bar Freedom, mal digerite dal proprietario. Il conflitto fra l’esercizio pubblico e chi ci abita vicino risale almeno a quattro anni fa, quando il locale ha cambiato gestione. Lì, sono iniziati i mal di pancia dei residenti. A riprova di ciò, nella recente decisione del Consiglio di Stato si parla infatti che «da novembre 2023 a giugno 2024 i servizi esterni e la centrale di polizia hanno ricevuto ben 58 richieste di intervento, nonostante gli incontri avuti con il gerente allo scopo di sensibilizzarlo sulla questione dei rumori molesti generati dal suo locale». In aggiunta, da giugno 2023 «è stato oggetto (il gerente), per gli stessi motivi legati al disturbo della quiete pubblica, di oltre una decina di provvedimenti contravvenzionali». Parliamo di multe (il ricorso del proprietario verte anche su questo aspetto) per violazione dell’Ordinanza municipale sugli esercizi alberghieri e sulla ristorazione per rumori molesti, schiamazzi oltre la norma da parte degli avventori, musica ad alto volume e mancato rispetto degli orari di apertura dell’esercizio pubblico. Il Municipio ha agito a colpi di provvedimenti anche a fronte di una lettera inviata alla capodicastero Sicurezza Karin Valenzano Rossi e sottoscritta da una ventina di residenti della zona vicina al locale per segnalare «il perdurare della situazione di disturbo, causato da schiamazzi, urla, musica ad alto volume, ma anche da risse e scorribande di autoveicoli a tarda notte». Una mezza vittoria, il gerente del Freedom, l’aveva però portata a casa ottenendo, dall’autorità cantonale, l’effetto sospensivo al divieto di utilizzare la terrazza esterna. La stessa autorità che nella recente decisione ammette che quanto imposto dal Municipio il 13 giugno 2024 in merito allo stop della fruizione della terrazza esterna «avrebbe dovuto essere confermata». «La verità è che il problema sono sempre le solite persone che hanno un accanimento nei confronti del locale – ci dice il proprietario –. Sono il primo che ha tentato di sensibilizzare sui rumori, ma non posso intervenire sui disagi di un quartiere già problematico. È nel mio interesse che la situazione rientri, ma è emblematico che a fronte di 58 richieste di intervento le multe, ingiustificate, siano state una decina». Dal canto suo, la municipale Karin Valenzano Rossi si «rallegra che sia stato confermato su tutta la linea l’operato della polizia e del Municipio, compresa la misura della terrazza che purtroppo, però, era stata sospesa a tutela del ricorrente e a svantaggio della quiete dei cittadini. Rimane comunque la frustrazione nel vedere che chi è poco rispettoso e continua imperterrito con attività irrispettose è più tutelato del cittadino, che in un quartiere altamente residenziale legittimamente rivendica di poter riposare la sera tardi».