Il caso

L'Albarella vuole andare in gol

San Bernardino: l’ex giocatore dell’ACB Renato Sergi ha rilevato il diritto di compera dell’hotel chiuso da 14 anni – Ripartirà l’attività alberghiera e verranno realizzati degli appartamenti – E si pensa a una sinergia con il progetto di Artioli
La struttura, la prima a sinistra delle tre in alto a destra, svetta sul paese. © CdT/Chiara Zocchetti

La rinascita della «perla» del Grigioni italiano passa da Stefano Artioli, certo, ma non solo. Il lungimirante progetto portato avanti dalla San Bernardino Swiss Alps SA che fa capo all’imprenditore ticinese sta spronando altre persone a investire nella località turistica. Come l’ex giocatore, tra gli altri, dell’Associazione calcio Bellinzona Renato Sergi. Il quale ha rilevato il diritto di compera (già esistente sulla proprietà) dello storico hotel Albarella chiuso da quasi tre lustri. E che, grazie all’aiuto di alcuni investitori, vorrebbe non solo far ripartire l’attività alberghiera ma trasformare in appartamenti una parte della superficie, «come d’altronde consente il Piano regolatore». Questa nuova iniziativa nella frazione di Mesocco è seguita con interesse dal Comune, ma anche dalla stessa società anonima all’origine del rilancio della stazione turistica, come vedremo più avanti.

Simbolo del villaggio

Il Corriere del Ticino ha contattato negli scorsi giorni l’ex bomber granata per meglio capire le sue intenzioni. Sarà un progetto conservativo, rispettoso del complesso inaugurato nel 1974 con una settantina di camere, che allora simboleggiava il momento d’oro di San Bernardino. Quegli anni Settanta-Ottanta in cui ticinesi e lombardi facevano a gara per trascorrervi le vacanze. D’altronde, anche dal punto di vista della costruzione, l’Albarella svetta sul paese. Impossibile non notarlo. «Il cambio di destinazione d’uso permetterebbe la formazione di circa 20 appartamenti. A breve, non a caso, vorrei lanciare la vendita al pubblico», esordisce il nostro interlocutore. I ponteggi e la gru hanno già fatto capolino. Nel villaggio, di riflesso, ci si interroga: che cosa sta succedendo all’hotel? «Inizieremo a lavorare alla facciata già quest’estate con l’obiettivo di terminare entro l’autunno. Prevedo di consegnare gli appartamenti fra un anno».

Renato Sergi, ci spiega, ha già incassato l’ok del Comune sui «numeri che ho presentato» all’Ufficio tecnico. Mancano gli ultimi passi burocratici perché l’operazione sia definita in tutti i suoi aspetti. Il progetto è stato strutturato in due tappe consequenziali. La prima riguarda la ristrutturazione dei piani alti dell’edificio per la formazione degli appartamenti, mentre la seconda contempla il restyling e la riattivazione dell’attività alberghiera tout court.

«C’è la volontà di collaborare»

La Swiss Alps nell’ultimo anno aveva messo gli occhi pure sull’Albarella e non solo sugli hotel Ravizza, Suisse e Brocco&Posta nonché sul Central e sulla casa montana. Allora, però, il progetto di ristrutturazione era diverso e portato avanti da altri. Ora vi sono stati dei contatti, chiediamo all’ex ala sinistra dell’ACB? «Sì, con Artioli ci siamo incontrati già parecchie volte. L’idea è quella di avere una sinergia, l’ho sempre detto e anche lui è d’accordo. Quindi, una volta che l’opera sarà conclusa, ci accomoderemo serenamente attorno a un tavolo e vedremo il da farsi. Sarebbe stupido non farlo, visto che parliamo di una struttura importante come l’Albarella e che, alla fine, a contare è il rilancio di San Bernardino». Da quello che abbiamo appurato, da parte sua l’imprenditore ticinese - oltre naturalmente agli aspetti finanziari - vuole innanzitutto vedere come si presenterà la struttura dopo il restyling.

Dovrà essere di uno standard di alta qualità, inserirsi armoniosamente nel paesaggio e sostenibile a livello ambientale, i tre filoni principali del progetto targato Stefano Artioli. Il potenziale per il risorgimento dell’hotel c’è eccome, su questo non ci piove. Allo stato attuale, per così dire, la società anonima sta tuttavia alla finestra e seguirà con attenzione le fasi di cantiere. Questa in ogni modo sarà musica del futuro. Il presente dice che un’operazione del genere comporta investimenti e rischi. Quali le coperture di Renato Sergi? «Il piano finanziario è già stato discusso in dettaglio e le coperture finanziarie sono garantite da investitori. Il lavoro verrà portato a termine». Non solo, aggiunge il nostro interlocutore, «la richiesta per gli appartamenti al momento è molto forte. Il cerchio si chiuderà proprio grazie alle vendite. C’è grande interesse, insomma».

Confin verso la riapertura

Il chiaro sostegno della popolazione di Mesocco, scaturito dalle urne il 18 giugno scorso, alla volontà della Swiss Alps di riportare agli antichi splendori il «SanBe» ha ulteriormente galvanizzato il Municipio. «La collaborazione con Stefano Artioli e il suo team è davvero buona. Ci troviamo regolarmente. Da parte nostra, unitamente all’apposita Commissione nucleo, ci stiamo chinando sul rilascio delle diverse licenze edilizie», puntualizza il sindaco Mattia Ciocco. Stando a quanto ci risulta, i permessi dovrebbero essere concessi entro fine agosto. Nel frattempo la SA non sta con le mani in mano. Tutt’altro. Nelle ultime settimane l’attenzione è stata rivolta in particolare agli impianti di Confin, quelli principali. Quelli che gli abitanti di Mesocco e i turisti sperano possano essere rimessi in funzione il prima possibile. È stata eseguita la manutenzione e ritinteggiata la gondola. Nessuno al momento si sbilancia, in paese, ma dalle voci che abbiamo raccolto pare che - almeno parzialmente e se le condizioni dovessero essere date - le infrastrutture potrebbero già (ri)aprire il prossimo inverno. «Per l’intero Moesano e non solo il rilancio degli impianti di Confin è fondamentale», conclude fiducioso il sindaco.

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