Le accuse contro la madre? «Ipotesi di reato surreali»

Dopo le arringhe degli avvocati Daniele Iuliucci e Simone Creazzo, patrocinatori del 45.enne cittadino svizzero alla sbarra da martedì alle Assise criminali, questa mattina è stata la volta di Pierluigi Pasi, difensore della moglie dell’imputato, una 42.enne accusata di coazione e violazione del dovere di assistenza. L’uomo, invece, è accusato di aver violentato, in un’occasione e sul posto di lavoro, la figliastra (che avrebbe subìto anche toccamenti in due altri episodi) e, in correità con la moglie, di sottrazione di minore.
Pasi ha parlato di «gravi storture e sbavature nell’istruttoria preliminare con continui tentativi di influenzarla e di pilotarne le intenzioni. La mia assistita deve essere assolta non tanto per come sono state condotte le indagini, ma perché non ha commesso alcun reato». Il riferimento è (anche) all’accusa di coazione. La donna, infatti, avrebbe minacciato e imposto alla presunta vittima, sua figlia, di non dire niente a nessuno degli atti sessuali che avrebbe subìto dal patrigno. Niente di tutto questo, secondo Pasi: «Le ha solo raccomandato di dire la verità a fronte di un’accusa che non ha ritenuto veritiera. Non le ha ordinato nulla e non l’ha costretta a nulla, nel senso penalistico del termine».
Anche il reato di sottrazione di minore, per l’avvocato, deve essere abbandonato, in quanto «difetta di un presupposto processuale: manca la querela». Pronta la replica della procuratrice pubblica Valentina Tuoni: «La tesi difensiva altro non è che un esempio scolastico di una valutazione delle prove che nel suo complesso appare manifestamente insostenibile, destituita da un fondamento serio e basato unicamente su quello che hanno voluto sottolineare gli avvocati».


