Cadro

Legato Manera, fine con polemica

La sua contabilità è stata integrata in quella della Parrocchia, fra le proteste di alcuni – L’ex parroco ne era amministratore unico e vi aveva impropriamente attinto centomila franchi
Federico Storni
05.05.2022 06:00

C’è chi si è detto « assolutamente contrario» all’integrazione della contabilità del legato Manera in quella della Parrocchia di Cadro. La misura è stata voluta dalla Curia per meglio controllare che il suo ingente patrimonio (circa 2,5 milioni di franchi più alcuni edifici) venisse nuovamente e impropriamente intaccato dopo la vicenda giudiziaria che ha riguardato don Samuele Tamagni. Fra le varie malversazioni compiute dall’ex parroco di Cadro vi era infatti anche quella ai danni del legato, da cui ha distratto oltre centomila franchi. Ex parroco che figurava quale amministratore unico dello stesso (in realtà nella vicenda ha avuto un ruolo anche un’altra persona, raggiunta da un decreto d’accusa).

In origine, il canonico Giovanni Manera (1832-1895) aveva previsto che a occuparsi del suo legato (il cui scopo era la creazione e gestione di un asilo e l’aiuto ai poveri locali) fosse sì il parroco di Cadro, ma coadiuvato da esponenti di due famiglie locali. Ed è stato proprio uno dei due eredi di questo diritto (tecnicamente decaduto nel 1989) che si è battuto per la conservazione del legato all’ultima Assemblea parrocchiale, ricordando che di fatto il triumvirato è rimasto in vigore fin quando don Tamagni non ha deciso di farne a meno, e definendo l’integrazione «uno schiaffo alla volontà del canonico». Il Consiglio parrocchiale ha però espresso l’intenzione di perseguire anche in futuro gli scopi del legato. Ha inoltre ricordato che la sua integrazione è stata voluta - si legge nei verbali assembleari - «primariamente per salvaguardarne il patrimonio a favore della comunità di Cadro (e scongiurando il rischio che potesse venire assorbito dalla Curia a beneficio dell’intera Diocesi) e anche per ragioni pratiche nella gestione economica ed immobiliare». Una linea che infine ha prevalso : 24 favorevoli all’integrazione, 6 contrari.

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