Scuola

Livelli alle medie, la sperimentazione può partire

Il Gran Consiglio dà il «nullaosta» politico al DECS per procedere verso il superamento di questo sistema
©Gabriele Putzu
Red. Ticino&Svizzera
14.02.2023 17:15

Sì al superamento dei livelli di scuola media con una sperimentazione in sei istituti. Il Parlamento, dopo anni di discussioni, ha accolto il rapporto di maggioranza dando seguito alla proposta di compromesso di PS, Lega e Centro. Un sì a una prima riforma in ambito scolastico atteso a lungo da Manuele Bertoli, e che lo stesso direttore del DECS ha dovuto sudarsi fino all’ultimissima curva. Prima della discussione in aula, infatti, l’UDC ha cercato di  spedire nuovamente il progetto in Commissione con una mozione d’ordine. Il motivo? Duplice: da un lato, secondo il capogruppo democentrista Sergio Morisoli, «si va a votare su qualcosa di cui non abbiamo competenza, perché la legge dice che a proporre sperimentazioni è il Governo o il DECS, non il Gran Consiglio»; dall’altro, sempre secondo Morisoli, «il voto non poggia su un dispositivo di legge e su una richiesta di credito». Pur condividendo il principio del superamento dei livelli, l’UDC ha quindi chiesto il rinvio, seguito dal PLR al grido di «la fretta è cattiva consigliera». Richiesta bocciata nettamente dall’aula (57 contrari, 29 favorevoli).

Bisogna andare avanti

Spazzata via la mozione d’ordine, il Parlamento è in seguito entrato nel vivo delle discussioni. E chi cercava un messaggio politico sui livelli ne ha avuto un assaggio già in entrata di dibattito. «La differenziazione in due livelli crea numerosi problemi ai ragazzi e alle loro famiglie», ha spiegato Anna Biscossa (PS), co-relatrice del rapporto di maggioranza. La deputata ha poi ripercorso tutti i tentativi (falliti) di riformare la scuola negli anni, aggiungendo che «nonostante il grande lavoro di tante persone, ad oggi non abbiamo in mano nulla». Biscossa ha poi sottolineato la bontà di un progetto «che viene dal basso», e che bisogna «dare fiducia alla nostra scuola. A noi spetta l’umiltà di dire che certe cose è meglio lasciarle fare dagli altri». Sulla stessa linea anche il co-relatore Alessio Ghisla (Centro), il quale ha ripercorso la genesi del progetto sottolineandone la convergenza politica, spiegando che «la valutazione sarà svolta da un ente qualificato, esterno e indipendente (l’Alta scuola pedagogica del canton Grigioni, ndr)». L’accordo fra partiti è stato evidenziato anche dall’altro co-relatore Michele Guerra (Lega): «Il sistema dei livelli non funziona: si preclude l’accesso al liceo a ragazzi adolescenti, in una fase molto delicata della loro vita»,  ha sintetizzato. Sulla sperimentazione, Guerra ha spiegato che si tratta di «una prova che deve rappresentare il varco, la breccia tramite cui concretamente aprire il cantiere di ristrutturazione della scuola. Partiamo da un elemento, ma toccandolo abbiamo modo di scoprire altro e semmai di correggerlo». Sì, quindi, a una scuola media «basata su tutte le competenze, non solo su tedesco e matematica». Anche Verdi, Partito comunista e Più donne si sono schierati dalla parte della sperimentazione, sottolineando come l’immobilismo «faccia male alla scuola». Da parte sua, l’MPS ha dichiarato di volersi astenere al voto. «Abbiamo un’idea diversa della scuola», ha spiegato Angelica Lepori Sergi.

«Non è seria»

Contrario a questa sperimentazione, ma non al superamento dei livelli, il PLR. Come ha evidenziato Maristella Polli, relatrice del rapporto di minoranza, «per togliere ogni dubbio, vorrei confermare che il PLR condivide pienamente il superamento dei livelli», ma per mezzo di una «sperimentazione seria e basata su criteri scientifici». Polli ha altresì sottolineato il poco tempo a disposizione (si partirà in settembre) per implementare il progetto. Nel mondo della scuola, «in molti hanno chiesto tempo per discutere e analizzare la sperimentazione». Tuttavia, «l’ascolto di queste insicurezze è risultato scarso o quasi nullo, con velate minacce e intimidazioni a chi si dichiarava dubbioso». Anche Aron Piezzi (PLR) ha sollevato numerose criticità sollevate durante le audizioni della Commissione: «È paradossale che la maggioranza della commissione formazione e cultura, sicuramente supportata dai vertici del DECS, non consideri questi appelli di chi giornalmente fa la scuola e, invece, voglia imporre le idee della netta minoranza del collegio dei direttori. Noi siamo convinti che prima di procedere con una più che legittima sperimentazione occorra avere una solida adesione da parte del mondo della scuola». Aspetti, quelli del poco ascolto di chi a scuola ci lavora, toccati anche da Edo Pellegrini (UDC): «Il rapporto di maggioranza è pieno di assurdità», ha attaccato, elencando successivamente tutte le perplessità arrivate negli scorsi mesi dal mondo della scuola. Lo stesso UDC ha presentato un emendamento per chiedere di votare un credito quadro triennale per dare un fondamento legislativo alla sperimentazione. Emendamento sostenuto però solo dai democentristi e dunque bocciato. A passare è stato però il piatto forte, la sperimentazione, appunto, con 52 favorevoli, 26 contrari e 4 astenuti. «Il dato politico è il seguente», ha chiosato Bertoli. «Al posto dei livelli ci mettiamo qualcosa», cioè «permettere ai ragazzi di essere seguiti meglio. Poi lasciamo fare alla scuola il suo mestiere. La sperimentazione volontaria è un bene. E permette di valutare i risultati: la ricerca non la si fa solo con il goniometro».

Correlati
C'è una prima intesa per superare i livelli
La maggioranza della Commissione formazione e cultura, composta da PS, Centro, Lega e Verdi ha firmato un rapporto di compromesso per far partire una sperimentazione - Il PLR annuncia un rapporto di minoranza - Il tema approderà in Parlamento tra due settimane