L'MpS torna sul caso Alberti e pubblica un altro rapporto

«Denunce anonime: una pratica riservata al caso Alberti o una pratica ricorrente presso il Ministero pubblico ticinese?». Questo il titolo di un’interpellanza con cui il Movimento per il socialismo (MpS) è tornato alla carica sulla vicenda che vede coinvolto il sindaco sospeso di Bioggio e sulle presunte «combine» dal carattere politico. E lo ha fatto – dopo una prima interpellanza con cui a metà giugno aveva svelato il tanto discusso «rapporto segreto» della Lega – tramite una nuova interpellanza inoltrata in queste ore. Oltre alla pubblicazione, ancora in allegato all’atto parlamentare, di un altro documento importante nella vicenda: il rapporto redatto dalla commissaria della Polizia cantonale che (tramite informazioni raccolte da una fonte anonima) ha segnalato tutta la vicenda al Ministero pubblico, portando poi di fatto all’arresto di Eolo Alberti. Proprio la fonte anonima, ricordiamo, è al centro di una contesa giuridica tra le parti, parallela alla vicenda giudiziaria principale: Alberti, tramite il suo avvocato, assieme ad altri indagati che hanno fatto altrettanto, da tempo chiede al Ministero pubblico (per il momento senza successo) di poter conoscere il nome di chi l’ha effettivamente denunciato.
Ora, nell’interpellanza l’MpS pone una serie di domande al Governo, in particolare per ottenere chiarimenti sull’utilizzo di fonti anonime presso il Ministero pubblico. E anche per capire, ad esempio, «sulla base di quali disposizioni legali alle parti in causa vengono negate le generalità della fonte anonima». Oppure per capire in che modo viene verificata l’attendibilità di tali fonti anonime. Ma, come detto, oltre alle domande poste al Governo l’MpS ha pure pubblicato il rapporto di segnalazione, datato 7 luglio, dal quale è partita tutta la vicenda. Un documento di quattro pagine (in parte anch’esso anonimizzato) che, in buona sostanza, ricostruisce la vicenda, perlomeno dal punto di vista della commissaria che ha raccolto la segnalazione. In generale, ne emerge ad esempio che la fonte, «una persona nota» alla commissaria e della quale non è mai fatto il nome, avrebbe contattato quest’ultima diverse volte sull’arco di più mesi. La prima segnalazione risale infatti al 15 maggio 2024, momento in cui la fonte anonima ha comunicato alla commissaria che «Eolo Alberti, già dirigente della società Hospita di Cimo e attuale sindaco del Comune di Bioggio, avrebbe commesso delle malversazioni ai danni della società sopra indicata». Malversazioni che, viene chiarito, «sarebbero state accertate dall’avvocato Sabrina Aldi quando ha rilevato il posto di Alberti dopo che quest’ultimo è diventato membro del CdA dell’EOC» e che la stessa Aldi, poi, avrebbe comunicato a Claudio Camponovo, allora amministratore unico della società. Vengono poi messe nero su bianco le cifre delle presunte malversazioni: 500.000 franchi, poi in realtà lievitati a 1 milione nella segnalazione successiva, del 12 giugno 2024. Ne emerge poi, di traverso e senza essere citato, anche il famoso rapporto segreto della Lega. Viene infatti scritto che il segnalante anonimo ha inviato sul cellulare della commissaria un messaggio, ricevuto da Camponovo, che recita: «So che hanno fatto una stronzata. Eolo ha dato documenti confidenziali della società al comitato Lega. Tra i quali i miei certificati di salario...». E in tal senso viene poi chiarito, nella segnalazione del 5 luglio, che «sarebbe stato inoltre l’avvocato Petrini Enea (ndr. l’autore del «rapporto segreto» della Lega) a distribuire all’interno del comitato della Lega la copia di un certificato di salario di Camponovo».
La commissaria, al termine del rapporto, chiarisce di aver riferito alla fonte anonima di dire a Camponovo di contattarla, ma che ciò (allo stato 8 luglio 2024) non era ancora accaduto. E per questo motivo suggerisce al Ministero pubblico, «per capire se le informazioni ricevute sono attendibili», una presa di contatto con lo stesso Camponovo. Che poi, ricordiamo, si è costituito parte lesa nella vicenda.
Va infine ricordato che il documento citato dall’MpS risale agli albori di questa vicenda giudiziaria, ossia un mese prima dell’arresto di Eolo Alberti, avvenuto ad agosto dello scorso anno. L’inchiesta è ora alle battute conclusive.