Città

Lugano, preventivo e moltiplicatore accendono il dibattito

Il Consiglio comunale ha approvato i conti del 2026 e l’aumento, previsto, di tre punti percentuali del carico fiscale – Bocciata una proposta targata PLR di contenere il rincaro – Gli strascichi della bagarre sul tram-treno: l’UDC nel fuoco incrociato
© CdT/Chiara Zocchetti
Nico Nonella
22.12.2025 22:25

Ci è voluto qualche sussulto politico in più del previsto, ma alla fine Lugano ha messo in cassaforte i conti preventivi per il 2026 (-4,2 milioni di franchi) con un aumento del moltiplicatore di tre punti percentuali (dal 77 all’80% per le persone fisiche e dall’82 all’85% per quelle giuridiche). Tutto come da copione, dunque. D’altronde, come sintetizzato dal capogruppo del Centro, Lorenzo Beretta Piccoli, «se si vogliono grandi progetti, bisogna anche essere disposti a finanziarli». Come noto, infatti, l’aumento del carico fiscale è motivato dalla realizzazione del PSE ed era stato indirettamente accettato dalla popolazione in occasione del voto popolare.

Proposte alternative

Se la maggioranza della Gestione aveva approvato quanto proposto dall’Esecutivo, a metterci un po’ di pepe ci ha pensato un emendamento dei consiglieri comunali del PLR-PVL Paolo Toscanelli, Jean–Jacques Aeschlimann, Rubens Bertogliati, Sébastien Reuille e Sara Beretta–Piccoli che proponeva per il 2026 un aumento di un solo punto percentuale della pressione fiscale. Questo perché la decisione della Città di acquistare stadio e palazzetto dello sport senza più ricorrere al leasing «ha comportato una notevole riduzione dei costi del PSE». «Siamo consapevoli che questa scelta porterà a un disavanzo maggiore di quello preventivato - ha detto il primo firmatario Toscanelli - , ma riteniamo che sia l’unico strumento efficace per indurre il Municipio a perseguire una gestione finanziaria più rigorosa». E sul tavolo vi era poi la proposta del rapporto di minoranza di Avanti con MTL (relatore e unico firmatario Michele Codella), di alzare il moltiplicatore delle persone fisiche di un solo punto percentuale.

Schermaglie politiche

In ogni caso, il tema ha diviso non poco la politica: c’è chi si è allineato al Municipio, chi ha caldeggiato un aumento più contenuto del carico fiscale, chi si è astenuto e chi si è opposto a qualsiasi aumento. Di atto di responsabilità», riferito all’aumento del moltiplicatore, ha parlato Beretta Piccoli. «È troppo facile volere il PSE, e magari anche il polo congressuale, per poi lasciare ad altri le decisioni scomode, soprattutto quando si è un partito di governo. Bocciare l’aumento proposto dal Municipio significherebbe rinunciare a investimenti domani. Lugano può permetterselo?».

I democentristi, ha spiegato dal canto suo Raide Bassi, pur sostenendo il preventivo ritengono che non sia il momento per aumentare il carico fiscale. «Siamo consapevoli che esiste un fabbisogno legato agli impegni assunti negli anni, e che la proposta del Municipio di aumentare il moltiplicatore nasce da questa esigenza. Tuttavia, riteniamo che oggi (il riferimento è a un periodo caratterizzato da rincari generalizzati, ndr) non sia il momento opportuno per introdurre un aumento fiscale». Per questo, l’UDC «si asterrà sulla proposta di aumento del moltiplicatore».

Una posizione, questa, poco gradita, per usare un eufemismo, dalla Lega. Ebbene sì, le bagarre sul tram-treno in Gran Consiglio hanno lasciato un segno anche a Lugano. «I cittadini sono stanchi dei nostri litigi. A loro interessa che la politica funzioni bene: se ogni tema diventa un regolamento di conti non ci salviamo più. E la recente posizione dell’UDC sul tram-treno è andata in questa direzione: mettere a rischio il progetto è stato un azzardo», ha detto il capogruppo Lukas Bernasconi. «Si dice che tutto è lecito in politica, ma non tutto è accettabile. Smarcarsi adesso non è prudenza ma opportunismo politico. Stiamo aiutando i cittadini o recitando un copione?».

Critiche sono arrivate anche dal PLR, partito che dodici mesi fa aveva bocciato a sorpresa i conti, mentre quest’anno li ha sostenuti. «Allora eravamo sicuri che l’Esecutivo fosse in grado di trovare la strada, e che la nostra ferma presa di posizione era un passaggio necessario ma non eterno», ha precisato la capogruppo Natalia Ferrara prima di indirizzare una stoccata ai colleghi dell’UDC, accusati di immobilismo, e al capodicastero Finanze: «Il nostro obiettivo non è mai stato la bagarre politica, bensì il risanamento delle finanze della Città. Per questo siamo qui e insieme ad altri ci assumiamo la responsabilità dei conti e delle finanze della Città, molto più di chi, invece, le finanze le ha in mano, ma pare gli sfuggano di mano». Rivolgendosi poi all’UDC, Ferrara ha proseguito: «Il tram-treno è solo l’ultimo esempio in ordine di tempo. Vi siete battuti contro la Cittadella della giustizia (con il risultato che la sede sarà probabilmente a Bioggio) e non avete mosso un dito per il progetto della Stazione FFS. Più facile spararle grosse che lavorare sodo per portare a casa progetti fondamentali per la nostra regione». Pronta la replica di Bassi, che ha parlato di presa di posizione «a geometria variabile» da parte del PLR, «che dodici mesi fa ha bocciato i conti».

Passando all’estremità opposta dello scacchiere politico, a non sostenere il Preventivo sono state le forze progressiste. I Verdi non hanno sottoscritto alcun rapporto (il capogruppo Danilo Baratti ha stigmatizzato «il gioco al massacro» delle proposte sul moltiplicatore)e si sono astenuti, mentre la Sinistra, li ha bocciati. «Non certo per inesattezze o problemi contabili», ha motivato la capogruppo Nina Pusterla, «ma per esprimere il nostro dissenso nei confronti dei contenuti politici e valoriali che il Municipio e la maggioranza del Legislativo sembrano propugnare come unica possibilità di sviluppo». Inoltre, «la narrativa imperante secondo cui l’unica soluzione per cambiare la rotta finanziaria consista nel taglio delle spese e nella vendita di beni propri è ingannevole, fuorviante e miope». Il gruppo ha presentato due emendamenti per potenziare il servizio di prossimità e il servizio di accompagnamento sociale, che sono però stati bocciati. Per Dario Petrini (Avanti con MTL), infine, c’è il concreto rischio di dover nuovamente ritoccare il moltiplicatore. A suo dire, «manca una strategia. Rigore sì, ma non a costo di svendersi».

La strigliata del sindaco

Dal canto suo, il sindaco Michele Foletti ha lodato «il fatto che i principali tre gruppi abbiano trovato il consenso per un unico rapporto di maggioranza». Questo «è un grande segnale di responsabilità». Dal canto suo, il capodicastero Finanze Marco Chiesa ha precisato che questo «è un Preventivo che non cerca facili consensi bensì stabilità, prospettiva e credibilità. Abbiamo davanti a noi sfide reali, non solo sulla carta. E questo Preventivo non nasconde nulla. Non cerca scorciatoie. Non promette soluzioni miracolose e non si affida a formule magiche». All’atto pratico il plenum ha dato luce verde (42 sì, 13 no e 3 astenuti) al Preventivo 2026, seguendo le raccomandazioni della maggioranza della Gestione.

Pure sposata a larghissima maggioranza la linea del Municipio e della maggioranza della commissione per quanto riguarda l’aumento del moltiplicatore. Alla fine di un breve ma animato dibattito, l’emendamento dei cinque esponenti liberali radicali e la proposta di Avanti sono state respinte. Rispondendo al democentrista Alain Bühler - il quale a titolo personale ha detto che non avrebbe sostenuto alcun aumento del moltiplicatore -, la capogruppo del PLR Ferrara ha di nuovo attaccato l’UDC: «Che siete in difficoltà su questo tema e non sapete dove sbattere la testa è evidente». A richiamare all’ordine i partiti, ci ha pensato il sindaco Foletti: «Non state qui a fare scaramucce su chi è più bravo e più bello quando è il Cantone che continua a scaricarci dei costi...».

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