Lugano rimane la città più sicura, ma «preoccupa la violenza giovanile»

Ma alla fine, Lugano è una città sicura oppure no? Negli scorsi anni, questa affermazione («Lugano è una città sicura») è stata l’assunto che ha accompagnato le conferenze stampa della Polizia cittadina. D’altronde, le statistiche parlano chiaro. Nel 2023, la città in riva al Ceresio si è confermata per il nono anno di fila come la più sicura fra le dieci più grandi in Svizzera, con circa 36 reati ogni mille abitanti. Un «primato», come vedremo più avanti, confermato anche per il 2024.
La domanda, sullo sfondo, resta. In questi giorni, alcuni tra cittadini e passanti hanno detto la loro su cdt.ch: la maggior parte degli interpellati ha affermato di sentirsi al sicuro, soprattutto in confronto a città come Milano o Roma. Qualcuno ha espresso un parere diametralmente opposto, paragonando Lugano a Bogotà. Certo, va detto che tra la realtà ticinese (e svizzera) e quelle d’Oltreconfine - per non parlare della capitale colombiana - c’è un abisso. Gli episodi violenti nelle stazioni, le baby gang non hanno nulla a che vedere con Lugano. E pure guardando ai fatti di cronaca nostrani, siamo lontani anni luce dai disordini alla Foce con tanto di sassaiola contro la polizia nel 2021 oppure ancora dai tempi in cui l’associazione «Besso Pulita!» denunciava il degrado nel quartiere. Cionondimeno, degli episodi violenti, a Lugano, ci sono. E molti sono finiti sulle colonne di queste pagine, dal tentato omicidio di via al Forte dello scorso novembre all’aggressione davanti a un locale del Quartiere Maghetti a fine aprile.
Trentasei ogni mille
Come definire, dunque, la situazione in città? Da un lato ci sono dati e statistiche, strumenti scientifici che consentono di fotografare la realtà con imparzialità. Dall’altro, c’è la percezione. Una componente soggettiva che varia da persona a persona. Quei 36 reati ogni mille abitanti per qualcuno possono essere troppi, per qualcun altro sono tutto sommato accettabili. Per qualcuno la presenza della Polizia è adeguata, per altri eccessiva e per altri ancora troppo debole. E quelle risse in centro? Beh, per qualcuno sono aumentate, per qualcun altro invece c’erano già dieci o venti anni fa, per altri ancora non sono un problema. Percezioni, appunto. Sentimenti che le statistiche non possono cogliere ma che – con un campione significativo – possono fungere da barometro per capire il grado di soddisfazione, o insoddisfazione, della cittadinanza.
Meno reati violenti
Partiamo dalle statistiche, dai dati nudi e crudi. Le stesse, riassunte nella pubblicazione «Lugano in cifre», ci dicono che nel 2024 a Lugano si sono registrati 3.771 reati al Codice penale, 473 alla Legge stupefacenti e 173 a quella sugli stranieri. Più in dettaglio, i reati contro la vita e l’integrità della persona sono passati dai 209 del 2023 ai 228 del 2024 (+9,1%). Pure aumentati (del 22%) quelli contro la libertà personale (da 472 a 577) mentre sono notevolmente calati i delitti e i crimini legati alla droga: per i primi un -30,7% da 114 a 79 e per i secondi un -57,9% da 38 a 16.
Dati, questi, che portano le autorità a stilare un bilancio positivo: «Siamo ancora la città più sicura in Svizzera», afferma la capodicastero Sicurezza e spazi urbani Karin Valenzano Rossi. «Per il 2024 siamo stati l’unica città delle prime dieci che addirittura ha diminuito il numero di reati ogni mille abitanti. Siamo anche la città Svizzera con meno reati violenti».
«Se guardiamo l’andamento degli ultimi otto anni ci si rende conto che è altalenante». E a preoccupare, sottolinea la municipale, «è certamente l’aumento della violenza tra giovani e spesso nei dintorni di alcuni locali notturni. Credo però che valga la pena di sottolineare che quasi tutti i casi a Lugano terminano con il fermo dei responsabili da parte della nostra Polizia, sia in autonomia che in collaborazione con la Cantonale. E questo poco dopo i fatti, segno che la PolCom è efficiente sul territorio. Gli individui coinvolti in episodi di violenza e situazioni di disagio anche giovanile, sono noti sia alla Polizia sia alla Magistratura e alla Magistratura dei minorenni, ma il sistema evidentemente non riesce purtroppo a evitare che tornino a commettere ulteriori episodi di violenza, ciò che rende particolarmente difficile e a tratti frustrante il lavoro delle forze dell’ordine e delle autorità».