Il caso

«Ma dov'è finito l'InterCity delle 5.07? Le FFS penalizzano il Ticino»

Il nuovo orario delle Ferrovie federali svizzere ha scatenato alcune polemiche nel nostro cantone, ma in realtà quel treno non è affatto sparito: «Verrà ripristinato non appena riaprirà integralmente la galleria di base del San Gottardo e rimarrà anche nel 2025»
© CdT/Chiara Zocchetti
Marcello Pelizzari
23.05.2024 17:00

Il nuovo orario delle Ferrovie federali svizzere, con più collegamenti diretti per le cosiddette zone turistiche e l'aggiunta di treni notturni, ha scatenato (per fortuna) meno polemiche del solito. In Romandia, in particolare, dove lo scorso anno la nuova bozza aveva suscitato lo scontento di Cantoni e Comuni, le FFS hanno lavorato «soprattutto per migliorare la puntualità dei treni e garantire allo stesso tempo il completamento di numerosi progetti». L'orario è valido per il 2025 ed entrerà in vigore il prossimo dicembre. Di più, è stato presentato come il più imponente cambiamento dall'introduzione di Ferrovia 2000 nel dicembre del 2004. Quindi, vent'anni fa. Un cambiamento ragionato, evidentemente, tant'è che la «progettazione» dello stesso comincia molti, moltissimi anni prima come ha spiegato alla SRF la responsabile dell'orario Daria Martinoni.

Eppure, alcuni lettori hanno scritto al Corriere del Ticino. Lamentandosi, nello specifico, della soppressione del collegamento in partenza da Bellinzona alle 5.07. Così Simone, ad esempio: «Le FFS con il nuovo orario svantaggiano il Ticino, in quanto hanno tolto il treno delle 5.07 da Bellinzona». Treno che, prosegue il nostro lettore, «arrivava a Zurigo alle 7 e a Basilea alle 8». E che, proprio per questo, «era sempre ben frequentato». E ancora: «Questo collegamento esisteva prima della chiusura della galleria di base. Ora, il primo collegamento in programma arriva un'ora dopo». Infine, la nota amara: «I tanti lavoratori che si sono dovuti arrangiare durante questi quasi due anni di chiusura del tunnel, ora, si trovano la beffa di un collegamento che non verrà ripristinato». Un collegamento, leggiamo, «che permetteva di fare i pendolari, magari con la famiglia in Ticino e il lavoro ''in dentro''».

Una lamentela legittima, verrebbe da dire. Ma stonata, quantomeno rispetto alla comunicazione delle FFS di alcuni giorni fa, secondo cui «non appena la galleria di base del San Gottardo sarà di nuovo pienamente operativa – a settembre, secondo i piani attuali – verrà attivato un servizio di ''cadenza semioraria integrale'' per il traffico a lunga percorrenza sull'asse nord-sud». Chi ha ragione, dunque? Da noi contattato, il portavoce delle Ferrovie federali svizzere per la Svizzera italiana, Patrick Walser, ha spiegato che l'InterCity Bellinzona-Zurigo delle 5.07 «verrà reintrodotto con la riapertura integrale della galleria di base del San Gottardo a settembre e sarà poi confermato nell'orario 2025». Tutto a posto, dunque.

Allargando il discorso, i pendolari che – sfruttando la riduzione del tempo di percorrenza garantita da AlpTransit – quotidianamente compiono il tragitto dal Ticino a Zurigo sono difficili da quantificare. «Per noi – conclude Walser – non è possibile farlo». Secondo l’Ufficio cantonale di statistica (USTAT), citato in un nostro reportage del 2022, sono circa un migliaio i pendolari ticinesi che lavorano a nord delle Alpi. Un numero, quindi, considerevole. E poi ci sono loro, i pendolari al contrario, quelli cioè che vivono a Zurigo e dintorni ma lavorano a Bellinzona. 

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