Il progetto

Monteceneri si accaserà di fianco ai Landfogti

L’intenzione è insediare l’amministrazione comunale in un nuovo edificio che sorgerà nei pressi di quello protetto, che diverrà un centro culturale - Il sindaco: «Una soluzione che offrirà spazi adeguati e fungerà da luogo identitario»
©CdT/Gabriele Putzu
Federico Storni
29.11.2023 06:00

«Dove collocare la Casa comunale di Monteceneri è argomento di discussione dal momento della costituzione del nuovo Comune nel 2010», dice il sindaco Pietro Solcà. Una discussione che potrebbe presto finire, perché l’intenzione del Municipio - i cui principi sono già stati presentati alcuni mesi fa in una seduta «extra LOC» del Consiglio comunale - è quella di insediarsi in uno stabile di nuova costruzione a due passi da quello che è forse l’edificio storico più celebre del proprio territorio. Di certo quello su cui in questi anni più si sta investendo per un rilancio: la Casa dei Landfogti.

«Centro comunale e culturale»

Se la cosa andrà in porto è presto per dirlo (non vi è al momento un messaggio municipale da discutere), ma la strada è certamente tracciata, anche perché, spiega Solcà gli spazi amministrativi in affitto presso «IlCentro» avevano sin dall’inizio carattere provvisorio, «in attesa di trovare una collocazione definitiva, che offrisse spazi adeguati per l'amministrazione e nel contempo fungesse da luogo identitario». Questo posto sarebbe quindi stato trovato nell’area della Casa dei Landfogti, nel quartiere di Bironico: «Il Municipio è convinto che sia il luogo idoneo dove edificare la nuova casa comunale. Lavorando in sinergia con la Fondazione centro culturale Casa dei Landfogti, l'Esecutivo comunale ha l'opportunità di creare un centro comunale e culturale di valore, che la popolazione può riconoscere come luogo rappresentativo, sia quale stabile amministrativo sia quale luogo d'incontro, culturale e per eventi».

Inoltre, conclude il sindaco, «a pochi metri di distanza c'è il Centro sportivo Quadrifoglio che sarà valorizzato e riqualificato: il Municipio ritiene così di rilanciare e rivitalizzare tutto il comparto del Comune, offrendo alla popolazione delle infrastrutture funzionali, di qualità e nuovi spazi aggregativi».

Maccagni: «Un passo storico»

Quanto alla Fondazione Casa Landfogti, il suo presidente Marco Maccagni definisce l’idea del Municipio «un passo importante, storico, che darà una nuova immagine al comune». La Fondazione è stata creata da poco, proprio con lo scopo di restaurare e rilanciare la Casa dei Landfogti dopo che la proprietà dell’edificio è passata dal Cantone a Monteceneri. Ciò avverrà tramite un concorso d’architettura - la cui giuria sarà presieduta da Mario Botta - il cui bando è in fase di definizione in queste settimane, ma che sostanzialmente prevede la creazione di un centro culturale nella parte storica (tutelata quale bene protetto a livello cantonale) e la demolizione della parte non protetta, al cui posto sorgerà lo stabile amministrativo in cui intende trasferirsi il Comune. Uno dei crucci della Fondazione è quello di dare una stabilità finanziaria al progetto e in questo senso - afferma Maccagni - l’interessamento di Monteceneri «ci risolve il 50% dei problemi». Soprattutto perché sarà il Comune a farsi carico dei costi di costruzione del nuovo edificio. Come esattamente sarà oggetto di discussione politica e verrà definito una volta deciso il progetto vincitore del concorso, verosimilmente all’inizio della prossima estate.

Quanto al costo globale dell’operazione, nuovo stabile compreso, Maccagni dice che la Fondazione intende fissare un tetto massimo di spesa attorno agli 8-9 milioni a cui i concorrenti dovranno attenersi. Il bando sarà probabilmente molto preciso per quanto riguarda le necessità del Comune nel nuovo edificio, mentre avrà maglie più lasche per la parte storica: «L’orientamento è quello di non essere troppo prescrittivi e diretti per lasciare spazio di manovra a chi parteciperà - afferma Maccagni - anche nella speranza che portino nuove idee».

Oltre al bando, la Fondazione sta al contempo lavorando per trovare ulteriori finanziamenti per realizzare il progetto. Uno dei suoi membri, l’avvocato Luciano Cattaneo, negli scorsi mesi aveva donato alla causa un milione di franchi. Soldi che, assieme alla quota comunale e ai probabili sussidi per il restauro di un bene storico, danno una buona base di partenza finanziaria. Ma, appunto, non basta ancora.

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