«No, non vale la pena ampliare il Palacongressi»

Da un lato c’è la necessità di realizzare una sede congressuale moderna e competitiva nel comparto di Campo Marzio Nord, dall’altro la Città deve fare i conti con le ristrettezze finanziarie e lo scetticismo di alcune forze politiche. Un’impasse, ne abbiamo riferito su queste colonne, che rischia di allungare i tempi per la realizzazione del nuovo polo congressuale. Ma un’alternativa, temporanea o definiva, non c’è. Lo ha ribadito il Municipio di Lugano nel rispondere a un’interrogazione di Nicola Pult (PLR), nella quale si proponeva di ristrutturare e ampliare Palacongressi, struttura risalente ormai agli anno Settanta.
Almeno 35 milioni
L’Esecutivo è stato categorico: non si può fare. Sia per una questione di costi che di opportunità. Per quanto riguarda l’aspetto finanziario, il Municipio ha ricordato che negli scorsi mesi è stato approvato un credito di oltre 3 milioni di franchi per la manutenzione straordinaria e la messa a norma del Centro Esposizioni, in modo da garantirne la funzionalità per i prossimi 10-15 anni, anche in considerazione del ritardo accumulato nell’iter del nuovo Polo turistico-congressuale a Campo Marzio Nord. Di più non si può fare. Quanto all’opzione Palaconmgressi, il Municipio ricorda che già nel 2013, il Consiglio Comunale aveva già preso atto di una stima per il risanamento globale della struttura, il cui costo era stato valutato in almeno 35 milioni di franchi. «Tale progetto prevedeva interventi radicali: adeguamento agli standard energetici Minergie, rifacimento completo dell’impiantistica, riorganizzazione degli spazi esistenti» ma non «un ampliamento volumetrico significativo dell’edificio». Il Consiglio Comunale, «ritenendo l’investimento sproporzionato rispetto ai benefici attesi e tenendo conto dei limiti strutturali e funzionali», aveva quindi preferito orientarsi verso la realizzazione di una nuova struttura congressuale a Campo Marzio Nord». Oggi, scrive l’Esecutivo, nuove ipotesi possono certamente essere esplorate, «ma richiederebbero ulteriori risorse e tempi non trascurabili per essere sviluppate, senza alcuna garanzia che tali soluzioni possano risultare più economiche o rapide di quelle già ipotizzate nel 2013; anzi, il contrario appare più probabile». Va infatti considerato che il Palazzo dei Congressi «si trova all’interno di un perimetro di rispetto cantonale istituito per la tutela di Villa Ciani e del Parco Ciani, ambito in cui, in linea di principio, sono vietati interventi che possano compromettere visibilità, valore o conservazione del complesso tutelato». I margini di manovra per un ampliamento dell’attuale struttura sono dunque estremamente ridotti. Inoltre, le «esigenze attuali del mercato congressuale (spazi più ampi e differenziati, una logistica efficiente e la possibilità di ospitare eventi multipli in contemporanea) sono elementi difficilmente conciliabili con la configurazione esistente, con i vincoli di tutela vigenti e con gli obiettivi di competitività». E anche se un intervento fosse possibile, lo stesso «non consentirebbe di colmare il divario competitivo rispetto ai moderni centri congressuali europei, né di rispondere pienamente alle nuove aspettative del mercato». Le destinazioni concorrenti a livello nazionale ed internazionale «già dispongono di strutture moderne, flessibili e tecnologicamente avanzate, integrate con l’offerta alberghiera». Insomma, il santo non vale la candela. Il Municipio ricorda infine come sia uno studio di fattibilità esterno sia uno interno redatto dalla Divisione Eventi e congressi abbiano confermato che l’opzione Campo Marzio Nord è di gran lunga preferibile.
Dove ospitare le fiere
Dalla risposta all’interrogazione si evince anche un altro aspetto, più organizzativo. I congressi devono continuare ad essere ospitati in una sede centrale moderna e competitiva – Campo Marzio Nord – mentre le fiere di grandi dimensioni devono trovare collocazione in aree periferiche o regionali più idonee, come Cornaredo o Pian Scairolo, già previste come sedi idonee nella pianificazione intercomunale. Per le fiere ed esposizioni più contenute, compatibili con spazi più raccolti e centralizzati, «l’utilizzo di sedi come il Palacongressi o il LAC può continuare ad essere appropriato, in quanto tali manifestazioni generano un minor impatto logistico e beneficiano della prossimità con il centro urbano».