«Non date da mangiare ai daini», l’esasperazione dei proprietari

Sono state settimane difficili per il proprietario dei daini di Savosa. Sei esemplari, lo ricordiamo, sono morti tra il 22 marzo e il 5 aprile per cause che restano tuttora ignote. Le analisi genetiche disposte dall’Ufficio della caccia e della pesca, si legge sul portale web del Cantone, «non hanno riscontrato il coinvolgimento di un grande predatore». Assolte dunque le volpi – inizialmente “sospettate” del fatto e che quindi si sono parzialmente cibate delle carcasse degli ungulati (anche se in passato è capitato che cuccioli appena nati siano stati predati da questo canide) –, le domande aperte rimangono.

Una su tutte: che cosa ha causato la morte dei sei giovani ungulati? Per ora non si può che restare nel capo delle ipotesi (è tardi per delle analisi autoptiche sulle carcasse degli animali). Chi li cura, però, è disperato anche per un’altra questione: tante, troppo persone continuano a nutrire i daini con del pane (per loro dannoso) o gettando nel recinto resti di giardino o di cucina, anch’essi problematici per il terreno o gli animali stessi. Come detto, non è possibile stabilire se i sei esemplari siano morti per aver ingerito qualcosa, ma sta di fatto che il proprietario ha deciso di affiggere dei cartelli sul recinto lungo via cantonale. «Vietato dare da mangiare agli animali», recitano. Un invito che non sempre viene recepito. Addirittura, sono stati ritrovati dei sacchetti. Di qui l’appello, rilanciato anche sulle colonne del CdT, ai visitatori oppure ai curiosi di non nutrire i daini.

Fortunatamente, dopo il 5 aprile non si segnalano altri daini morti. Ma se dovessero verificarsi altri misteriosi decessi, l’unica soluzione sarebbe spostare gli animali altrove. E sarebbe un peccato: fanno parte del paesaggio sociale di Savosa. nic