Il caso

Officine FFS, accordi cercansi

Le Ferrovie hanno tenuto numerosi incontri con chi si è opposto ai piani del futuro sito di Castione - Mentre, complice la guerra, i riflettori sono accesi sull'acciaio: per lo stabilimento sono necessari 13 milioni di chili
Parte dei terreni sui quali da fine 2026 sorgerà l'impianto da 580 milioni di franchi. © CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
08.11.2022 22:00

«La situazione internazionale e i risvolti sulle imprese di costruzione sono oggetto di attenzione da parte delle FFS, che quotidianamente eseguono lavori di costruzione. Ad oggi il tema principale inerente il materiale è tuttavia la gestione delle condizioni contrattuali con le imprese e non vi sono problemi di fornitura rilevanti. Il tema può rappresentare un rischio di progetto, ma è da riportare nel 2023, quando vi sarà l’appalto principale per l’edificio». La guerra in Ucraina e le sue conseguenze anche alle nostre latitudini – come il rincaro dei prezzi, dell’energia in particolare, e la penuria di alcune materie prime – sono monitorate dalle Ferrovie le quali stanno per entrare nelle fasi decisive di quello che è senza dubbio il progetto più importante mai realizzato in Ticino: le nuove Officine FFS previste a Castione. A distanza di sei mesi dalla pubblicazione dei piani abbiamo deciso di fare il punto con il responsabile comunicazione della Regione Sud Patrick Walser. Allora, era il 25 aprile, il conflitto era iniziato da otto settimane e non si aveva ancora un’idea chiara dei possibili contraccolpi sull’opera da 580 milioni che verrà inaugurata a fine 2026.

Le quattro parti dell'edificio

Ebbene, allo stato attuale costi, tempistiche e contenuti sono immutati rispetto a quelli illustrati in primavera. Anche se, come abbiamo riferito nell’attacco dell’articolo, vi è da capire cosa accadrà con l’appalto principale. Tenendo altresì presente che la struttura sarà completamente in acciaio: sono necessari 13,4 milioni di chilogrammi. Il conflitto ha comportato nel mondo problemi alla filiera dovuti agli stop alle importazioni di materie prime come la ghisa, ad esempio. Impossibile però prevedere con dettaglio, ora, come sarà la situazione fra un anno o poco meno. La decisione delle FFS di puntare sulla carpenteria metallica è stata dettata dalle ragguardevoli dimensioni dello stabilimento; sarà lungo 370 metri per un’altezza massima di oltre 24 metri, ciò vuol dire una superficie edificata complessiva di circa 63.000 metri quadrati (con la parte centrale che sarà grande quanto tre campi da calcio). Quattro le parti nelle quali sarà suddivisa la struttura. In primis il capannone multifunzionale (oltre 22.000 metri quadri) e quello per i binari lunghi (13.365); il resto sarà contraddistinto dalla logistica e dall’amministrazione nonché dal lavaggio dei treni.

Non siamo però ancora a quel punto, considerando oltretutto che contro la pubblicazione dei piani sono state inoltrate delle opposizioni all’Ufficio federale dei trasporti. Come procede l’iter? «Da programma. Le FFS hanno raccolto le opposizioni e le stanno elaborando. Si sono svolti numerosi faccia a faccia con coloro che le hanno inoltrate: grazie a questi incontri le parti stanno trovando degli accordi di principio atti a sbloccare la situazione», precisa Patrick Walser.

Confermati costi e impieghi

L’obiettivo è giungere alla crescita in giudicato del progetto nel novembre 2023, di modo che un mese dopo possano cominciare i lavori principali (quelli preparatori partiranno invece già il prossimo marzo). Confermati, oggi come oggi, anche l’ingente investimento, la messa in esercizio a fine 2026 e i 360 impieghi nonché gli 80 posti di apprendistato. Un’ultima questione concerne l’acquisizione dei terreni per la realizzazione del sito produttivo. A che punto sono le trattative? «L’evoluzione delle trattative è confidenziale. L’inizio dei lavori preliminari, rispettivamente principali, rappresenta il vincolo temporale per definire l’acquisto delle particelle necessarie. La legge impone che l’acquisto dei terreni agricoli, come previsto, potrà avvenire solo a fine 2023, con la crescita in giudicato della decisione di approvazione dei piani».

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