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Ora l'MPS corteggia i Verdi: «Porta aperta, ma per un'intesa d'area»

Dopo le polemiche luganesi, gli ecologisti hanno ricevuto una proposta di «fidanzamento» in vista delle elezioni cantonali
©Chiara Zocchetti
Nico Nonella
13.05.2022 19:52

«Siamo certamente ben disposti ad incontrarvi per discutere una possibile collaborazione d’area in vista delle prossime elezioni cantonali». Rispondono così i Verdi del Ticino all’invito di ieri dell’MPS a organizzare un incontro per capire se ci possano essere i presupposti per una lista comune. La proposta, via lettera, è stata formalizzata nella giornata di ieri dal coordinamento cantonale dell’MPS e fa leva sui legami e sui temi comuni tra le due forze politiche. Lo scritto cita «la transizione ecologica, che dovrebbe sfociare in una società radicalmente diversa», e «la formulazione di una politica di opposizione indipendente dalla presenza istituzionale, persino in un Esecutivo». D’altronde, in questi anni ci sono state alleanze sui temi portate avanti insieme, come «la campagna a sostegno dell’iniziativa Basta con il dumping», «l’azione comune nella città di Bellinzona» e «la campagna luganese contro il PSE». Perché, allora, non unire le forze?

«L’idea che noi Verdi ci siamo fatti è quella di una collaborazione d’area che non vuole escludere nessuno e che cerca di guardare oltre gli steccati politici», ci spiega la co-coordinatrice ecologista Samantha Bourgoin. «Valuteremo senza pregiudizio tutte le possibili collaborazioni con l’obiettivo di risolvere i problemi che ci interpellano, come l’emergenza climatica, le crescenti disuguaglianze sociali e un mercato del lavoro malsano». Insomma, la porta non è chiusa ma sarà fondamentale cooperare e non unirsi “contro” qualcuno. Per i Verdi, infatti, l’obiettivo è chiaro: «Come noto non stiamo discutendo solo con il PS ma portiamo avanti un ragionamento d’area che possa culminare nella creazione di una lista forte». Una lista, mette in chiaro Bourgoin, «che possa portare i Verdi non soltanto a canalizzare la propria base elettorale come fosse acqua al mulino degli altri, ma che possa invece mettere a disposizione persone di peso, ossia le pale del mulino». Detto altrimenti, i candidati ecologisti non faranno da “riempitivo” a favore del PS o di altri anche perché lo scopo della lista “non è solo quello di garantire un seggio progressista ma di arrivare a un raddoppio di area».

Ovviamente, l’invito dell’MPS non è casuale. La recente intervista dell’ex co-coordinatore ecologista Nicola Schoenenberger ha gettato non poco scompiglio tra le file socialiste. Facile dunque intuire come la “proposta di fidanzamento” voglia anche sfruttare lo sconquasso generato. «Le parole di Nicola non mettono a rischio la collaborazione cantonale. Vista la schiettezza che lo contraddistingue, se avesse voluto esprimersi in merito alla candidatura di Greta Gysin o alla collaborazione cantonale con il PS lo avrebbe fatto senza bisogno di metafore. Non entro nel merito delle sue considerazioni su Zanini-Barzaghi», afferma Bourgoin, che poi precisa: «Contrariamente a quanto espresso da Zanetti sulle pagine del CdT, le considerazioni dell’ex collega riguardano proprio il PS Luganese. La relazione compromessa, infatti, se volgiamo chiamarla come dice Prati, è fra le due sezioni luganesi (del PS e dei Verdi), ma risale alle ultime comunali, non in seguito alle considerazioni di Schoenenberger. Volendo, però, c’è il tempo per sanare e ricostruire fiducia tra le sezioni, che tra i verdi godono della massima autonomia».

«La discussione che abbiamo con i nostri alleati, PS incluso, erano iniziate con le elezioni federali del 2019 e le stiamo portando avanti anche perché viviamo in un cantone che vira sempre più verso la destra populista, in cui i temi che più ci stanno a cuore – svolta ambientale e giustizia sociale – faticano ad emergere e le soluzioni languono ed è sempre più necessario concentrarsi sulle soluzioni ai vari problemi e non sulla scaramucce tra partiti».

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